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Sarà guerra totale?

Cosa significa lo stop al gas russo all'Italia. Il Taccuino di Federico Guiglia.

 

 

Da ieri non arriva più neanche quell’ultimo 10 per cento di gas – dal 40 in tempi normali – che l’Italia ancora riceveva dalla Russia. Per invocati problemi burocratici da parte di Gazprom, che in realtà bisogna mettere in relazione con le scelte dell’Unione europea contro la guerra di Putin (un piano già messo in campo per rinunciare alle erogazioni da Mosca e la possibile, prossima introduzione di un tetto al prezzo del gas), le forniture attraverso Tarvisio sono “a zero”.

Sotto il profilo dell’approvvigionamento, il danno è inesistente, perché i flussi provenienti dall’Algeria hanno già sostituito la storica dipendenza russa. Ma il segnale politico è chiaro: Putin risponde con l’altra sua arma – l’energia – alla strategia e alle sanzioni dell’Occidente e dell’Italia.

Scenario molto insidioso, e Giorgia Meloni, la candidata a Palazzo Chigi, interrompe il silenzio che s’era imposta dopo la vittoria elettorale per sottolineare che il caro-bollette è diventato “un dossier urgente”. E che il tema principale non è più “come compensare la speculazione sul gas, ma come fermarla”. Conferma, così, che anche il futuro governo spingerà l’Ue a superare gli egoismi della Germania e gli interessi dell’Olanda e altri Paesi per adottare il tetto in comune che Mario Draghi reclama da mesi.

È un impegno di continuità in politica estera ed energetica che arriva nel momento più grave della “guerra ripugnante”, come l’ha bollata Papa Francesco con parole definitive. Lungi, infatti, dal fermarsi per capire se, come e quando sia possibile aprire un negoziato almeno di tregua, Putin s’è invece annesso con le armi 4 regioni ucraine e organizzato i puntuali referendum-farsa per poter minacciare il mondo: chi dovesse attaccare le zone ora proclamate “russe per sempre”, deve sapere che esse saranno difese “con ogni mezzo possibile”.

Un pesante avvertimento che evoca anche il ricorso a ritorsioni atomiche, mai come adesso considerate con preoccupazione da governi ed esperti. “Putin ha perso, ma ora dobbiamo trovare il modo di evitare l’uso di armi nucleari”, ammonisce l’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger.

Una ragione in più, dunque, perché l’Europa riaffermi l’unità di intenti contro lo spettro della guerra totale adombrata da Putin e da complici del suo regime. Dopo il dovere dell’Ue dei 27 di ritrovare la stessa unità sulla politica energetica, banco di prova contro i ricatti vecchi o nuovi.

(Pubblicato su Bresciaoggi)
www.federicoguiglia.com

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