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Tutte le minacce di Putin contro l’Occidente su gas e non solo

Putin non lascia spiragli al dialogo e tira diritto con il suo progetto di travolgere l’Ucraina e infliggere danni alle economie dei Paesi che osano contestarlo. L'articolo di Marco Orioles

 

Era un Putin senza freni quello che ha parlato mercoledì, da padrone di casa, alla sessione di apertura del Forum Economico Orientale di Vladivostok, scagliandosi contro “l’aggressione” dell’Occidente con le sue sanzioni e lo “stupido” tentativo di imporre un tetto ai prezzi dell’energia russa.

Nessuna problema sul fronte ucraino e su quello interno

Lo zar ha approfittato dell’occasione per negare l’esistenza di problemi nella sua “operazione militare speciale” lanciata contro l’Ucraina e sul delicato fronte interno dell’economia russa.

“Non abbiamo perso niente”, ha proclamato, “e non perderemo niente. Il nostro principale guadagno è il rafforzamento della nostra sovranità”.

L’aggressione dell’Occidente

Sul fronte delle sanzioni, il capo del Cremlino ha sottolineato come la Russia stia resistendo egregiamente alla “aggressione” economica occidentale, che ha descritto come “un tentativo di imporre modelli di comportamento ad altri Paesi, per deprivarli della loro sovranità e sottometterli alla loro volontà”.

Ma quello degli alleati, secondo Putin, è uno sforzo che si ritorcerà contro di loro, visto che “i Paesi occidentali stanno minando i pilastri chiave del sistema economico costruito nei secoli”.

Il boomerang dell’inflazione

Peggio ancora, ha proseguito, “con le loro azioni poco lungimiranti, i politici occidentali hanno provocato un’inflazione globale“, che costituisce ”una vera tragedia per la maggior parte dei paesi più poveri che stanno affrontando carenze di cibo, energia e altri beni vitali”.

La reazione alle proposte di price cap. L’Europa congelerà

Sul tetto ai prezzi del petrolio e del gas progettato da G7 e Ue, lo zar è stato lapidario. “Ci saranno decisioni politiche che contraddiranno i contratti?” si è chiesto Putin, “Sì e noi semplicemente non ci conformeremo, non forniremo nulla se ciò contraddice i nostri interessi”.

Per essere ancora più esplicito, ha precisato che “non forniremo gas, petrolio, carbone; non forniremo niente”. Quindi, rivolgendosi alle potenze che tentano di districarsi dalla crisi energetica con questi accorgimenti, ha evocato una famosa fiaba russa per sottolineare che “ci rimane solo una cosa da fare: lasciare che la coda del lupo si congeli”.

L’accusa di imbroglio sui cereali ucraini

Ma l’accusa più pesante rivolta ai Paesi europei è stata quella di agire “come potenze coloniali” accaparrandosi quasi tutto il grano esportato dopo l’accordo di Istanbul. Ha insinuato, falsamente, che solo 2 delle 87 navi che stanno attraversando il Mar nero cariche di cereali hanno come destinazione i Paesi in via di sviluppo.

Per dirla con le parole dello zar, “quasi tutti i cereali esportati dall’Ucraina si stanno dirigendo non nei Paesi più poveri, ma verso l’Unione europea”. Ecco perché, denuncia Putin, “dovremmo probabilmente pensare a limitare le destinazioni per le esportazioni dei cereali, e ho intenzione di discutere di questo con il signor Erdogan, presidente della Turchia, perché siamo stati io e lui che abbiamo ideato questo piano”.

Accusando l’Occidente di “ingannare i Paesi in via di sviluppo”, Putin ha rimarcato che si dovrebbero “aiutare innanzitutto i Paesi più poveri. Questo non è ciò che sta accadendo adesso. E posso dirvi che questa situazione è il risultato delle azioni avventurose delle élite degli Usa, della Gran Bretagna e dell’Ue”.

Il guanto di sfida di Putin

È dunque un Putin indomito quello che ha parlato al Forum di Vladivostok negando l’esistenza di qualsiasi problema per il suo Paese e lanciando strali a raffica all’Occidente colpevole a suo avviso di perseguire una strategia miope improntata al puro egoismo. Un leader dunque che non lascia spiragli al dialogo e tira diritto con il suo progetto di travolgere l’Ucraina e infliggere danni alle economie dei Paesi che osano contestarlo.

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