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Cina Kurdistan

Processo Yang, peggiorano i rapporti tra Cina e Australia

L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

In un sistema politico monopartitico autoritario come quello cinese la violazione dei diritti è una pratica assai usuale fin dai tempi di Mao. Lo dimostra il recente caso di Yang Hengjun, lo scrittore australiano accusato di spionaggio in Cina, che ha detto al suo processo segreto a Pechino di essere “innocente al 100%”, ma aggiungendo di essere stato torturato durante l’interrogatorio. Yang, 55 anni, ha affrontato un processo di un giorno solo giovedì, tenuto in segreto, dopo più di due anni di detenzione.

Ha parlato in sua difesa e ha presentato circa 100 pagine di prove e testimonianze a sostegno del suo caso, ma ha affermato di essere preoccupato che le registrazioni di oltre 300 interrogatori, anche durante periodi prolungati di tortura, siano state catturate da telecamere nascoste e potrebbero essere usato come prova contro di lui.

In una breve dichiarazione scritta Yang ha detto che “I primi sei mesi, quando ero in RSDL [sorveglianza residenziale in un luogo designato – un tipo di detenzione segreta], sono stati davvero un brutto periodo. Mi hanno torturato”.

Human Rights Watch ha riferito in dettaglio sulle tecniche di interrogatorio utilizzate contro i prigionieri politici in Cina, compreso l’uso della privazione del sonno prolungata, posizioni di stress e restrizioni forzate, come le cosiddette sedie della tigre.

Giovedì l’ambasciatore australiano in Cina, Graham Fletcher, è stato escluso dall’aula del tribunale. Ha descritto il trattamento di Yang come “detenzione arbitraria”. Il governo australiano ha costantemente affermato che le accuse contro Yang sono prive di fondamento. Ma il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha accusato l’Australia di “gravi interferenze” nel caso, affermando che la detenzione e il processo di Yang sono stati condotti in conformità con la legge.

Yang ha ringraziato l’ambasciatore australiano e i funzionari diplomatici, ma ha detto di temere che potrebbe essere trattenuto per anni in attesa della decisione del tribunale. “Spero che l’Australia possa continuare a comunicare con la Cina in buoni rapporti per aiutare a ottenere il mio rilascio il prima possibile”.

Yang, il cui nome legale è Yang Jun, è nato a Hubei, nella Cina centrale. Precedentemente era un diplomatico per il ministero degli affari esteri cinese e un agente per il ministero segreto della sicurezza dello stato, prima di lavorare nel settore privato a Hong Kong e trasferirsi in Australia, poi negli Stati Uniti, dove è stato visiting scholar presso la Columbia University.

Scrittore di romanzi di spionaggio, è stato un popolare blogger, commentatore politico e agitatore per le riforme democratiche in Cina per più di un decennio. Si definisce un “venditore ambulante della democrazia”.

Yang, che è diventato cittadino australiano nel 2002, è andato a Guangzhou con la sua famiglia nel gennaio 2019. Sua moglie e suo figlio sono riusciti a entrare in Cina ma le autorità hanno prelevato Yang dall’aereo portandolo in galera.

Superfluo osservare come questo episodio sia l’ennesima dimostrazione della progressivo peggioramento dei rapporti tra Cina e Australia di cui abbiamo discusso più volte su queste pagine.

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