Gli scandali di corruzione che stanno minando la tenuta del fronte interno ucraino, coinvolgendo membri importanti del governo fino al capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, non sono episodi estemporanei della vita politica del paese. Al netto della “disinformatia” e delle strumentalizzazioni russe, che intendono sfruttare gli eventi recenti per spingere gli europei al disimpegno dal sostegno economico-militare a Kiev, l’endemica corruzione delle strutture politico-amministrative costituisce uno dei principali ostacoli per la prospettiva di un’adesione accelerata dell’Ucraina all’Unione Europea. Un ostacolo che va ben al di là delle contingenze belliche e che si proietta sull’Ucraina del dopoguerra.
L’Istituto di Vienna per gli studi economici internazionali Wiiw – forse il think tank più autorevole per l’Europa orientale – ha elaborato su mandato della Commissione di Bruxelles un’indagine approfondita che delinea le criticità economiche e le priorità riformatrici necessarie affinché Kiev possa avvicinarsi agli standard comunitari. La ricerca pone l’Ucraina al centro dell’analisi comparandola con Serbia e Montenegro, altri due paesi candidati che aspirano a una corsia accelerata.
APPALTI PUBBLICI, LE RIFORME NECESSARIE PER KIEV
Lo studio esamina tre ambiti fondamentali: competitività, mercati del lavoro e politica fiscale, confrontando la situazione ucraina con quella che caratterizzava Romania, Bulgaria e Croazia prima dell’adesione. Michael Landesmann, promotore e coautore della ricerca, sottolinea come l’Unione Europea trarrebbe beneficio dalla stabilizzazione del proprio vicinato orientale attraverso un rapido allargamento. L’Ucraina presenta ancora significative carenze economiche e istituzionali, problematiche tuttavia risolvibili con la necessaria volontà politica.
Le riforme istituzionali nei settori della libertà di espressione, della magistratura e della lotta alla corruzione rivestirebbero un ruolo fondamentale. Lo studio raccomanda a Bruxelles misure più rigorose rispetto ai precedenti allargamenti. Per l’Ucraina, il Wiiw suggerisce il ripristino di un sistema civile di appalti pubblici e riforme irreversibili nel settore giudiziario dopo la revoca della legge marziale, per impedire il ritorno degli oligarchi.
PROGRESSI SIGNIFICATIVI, MA POCHI GLI INVESTIMENTI ESTERI
Richard Grieveson, vicedirettore del Wiiw, afferma che nonostante le istituzioni deboli sono stati compiuti progressi significativi. L’Ucraina risulta paragonabile a Romania e Bulgaria all’inizio del loro processo di adesione. La principale debolezza strutturale risiede nel livello degli investimenti diretti esteri, troppo basso per sviluppare settori competitivi con elevato valore aggiunto.
L’Ucraina ha dimostrato competitività in settori come agricoltura, alimentare, produzione metallurgica e informatica. Difesa e aviazione rappresentano altri comparti promettenti. Olga Pindyuk, coautrice dello studio, evidenzia che corruzione e mancanza di Stato di diritto costituiscono ragioni importanti del basso livello di investimenti diretti, motivo per cui risolvere questi problemi risulta essenziale.
LE FERITE DI LUNGO PERIODO DELLA GUERRA
Gli investimenti esteri sono fondamentali per lo sviluppo del paese devastato dalla guerra e per l’integrazione nelle catene del valore internazionali. L’Ucraina dovrebbe attrarre la produzione industriale delle società occidentali. Data la forza lavoro istruita e l’innovazione tecnologica, esistono grandi opportunità. La mancanza di diversificazione rappresenta un’ulteriore sfida. La guerra ha distrutto impianti di produzione utili per un’economia competitiva orientata all’esportazione.
La bassa produttività e un enorme calo demografico dovuto alla guerra aggravano la situazione. Dal 2022, tra 6,5 e 7 milioni di persone hanno lasciato il paese, spesso giovani qualificati. La carenza di manodopera metterà a repentaglio la ricostruzione. Secondo il think tank viennese, il governo ucraino dovrebbe collaborare con i paesi europei per incoraggiare il ritorno. Le enormi spese belliche, con un deficit superiore al venti percento del Pil, e l’elevato debito pubblico rendono necessaria la riduzione del debito da parte dei creditori internazionali. Gli squilibri macroeconomici causati dagli elevati deficit commerciali risultano problematici – conclude il rapporto del Wiiw – rendendo fondamentale una struttura economica competitiva con esportazioni elevate nei settori tecnologicamente avanzati.



