Il destino dei sovranismi incrociati si attorciglia attorno a una forchettata di spaghetti. Di fronte nella disfida di Varsavia la pasta polacca e quella italiana, quest’ultima tirata per i capelli nell’agone elettorale. In Polonia, infatti, si vota fra una decina di giorni, i partiti di governo temono la rimonta del redivivo Donald Tusk, di nuovo alla testa della sua destra liberale riunita in coalizione, e dopo il grano ucraino qualcuno nel governo ha pensato di tirar voti macinando anche il grano italiano.
KOWALSKI, LA PASTA ITALIANA E I CEREALI UCRAINI
L’autore della nuova trovata si chiama Janusz Kowalski, del partito conservatore Polonia Solidale, una costola staccatasi dal Pis nel 2011 e poi con esso alleatosi nei governi Szydlo, Morawiecki I e II. Di professione attualmente fa il vice ministro dell’Agricoltura ed è uno di degli strateghi di quel ministero che ha deciso di alzare il tono della polemica con Kiev, accusandola di abusare dei corridoi di solidarietà escogitati dall’Ue per aggirare il blocco russo dei cereali ucraini nel Mar Nero e di inondare di grano a basso prezzo il mercato polacco, danneggiando gli agricoltori locali. Che sono, va ricordato, uno dei pilastri del consenso dei partiti di governo, radicati soprattutto nelle regioni rurali della Polonia.
Questa volta tocca all’Italia e alla sua pasta. In un post pubblicato sul suo account dell’ex Twitter, Kowalski sostiene che la pasta polacca sia migliore di quella italiana e invita i consumatori a dimostrare fedeltà alla patria comprando la pasta dei produttori polacchi. Per sostenere l’assunto, il vice ministro pubblica anche una sorta di grafico, con tanto di logo del ministero dell’Agricoltura, che dimostrerebbe appunto la superiorità del prodotto locale su quello più rinomato italiano.
Non è un grafico dal grande retroterra scientifico, non ci sono numeri, percentuali nella composizione degli ingredienti o segreti di produzione. Piuttosto qualche luogo comune utile per un po’ di propaganda e qualche indicazione che semmai
PERCHÉ LA PASTA POLACCA È MIGLIORE DI QUELLA ITALIANA (SECONDO LA POLONIA)?
Perché la pasta polacca è migliore di quella italiana, si chiede Kowalski nel grafico targato ministero dell’Agricoltura? Le risposte sono che la versione polacca è fatta con “farina di grano leggero polacca” mentre la pasta italiana è prodotta con grano duro (che invece, almeno per gli italiani, è un argomento a favore), che in quella polacca si usano le uova e in quella italiana “mai” (si odono proteste da parte delle tagliatelle all’uovo), che la pasta polacca viene “arrotolata tradizionalmente”, mentre la sua controparte italiana viene “pressata”.
Questo comporta nella visione del vice ministro un altro vantaggio della pasta polacca, e cioè che ha un tempo di cottura più breve. Cosa che farebbe inorridire i puristi. E infatti il grafico rileva che “i polacchi amano la pasta che si allarga durante la bollitura ed è leggera ed elastica”, al contrario “gli italiani scelgono la pasta più dura, di grano duro”.
Ne consegue anche il diverso utilizzo che i due popoli fanno di questo alimento così prelibato: i polacchi consumano la pasta principalmente nelle zuppe, gli italiani la usano come piatto principale”. A corredo di questa spiegazione la foto di Kowalski e uno slogan sovranista-alimentare: “Scegli il prodotto polacco”. Insomma, la pasta patriottica in Polonia non ha il simbolo del tricolore.
COSA DICONO I DATI
Ora è probabile che il corrispondente ministro italiano Francesco Lollobrigida prenda la sfida polacca con una risata, data anche l’affinità politica con quel governo. Cosa che magari non darebbe accaduta se un tale “affronto” fosse arrivato, ad esempio, dalla Germania, anche se negli ultimi anni i tedeschi si sono convintamente convertiti alle virtù della pasta al dente.
Tuttavia, secondo i dati dell’Istituto centrale di statistica polacco (Gus), il settore dei prodotti agroalimentari risulta al terzo posto nella classifica della composizione merceologica delle importazioni polacche dall’Italia per il primo semestre di quest’anno, dopo quelli della metallurgia e della meccanica strumentale: con una quota dell’11,4% è in aumento rispetto al 10% di tutto il 2022. Si tratta di un settore in costante crescita, se si pensa che nove anni fa la sua quota era ancora del 6,7%. La presenza di moltissimi ristoranti italiani, nonché la diffusione della cultura gastronomica italiana in Polonia sono tuttavia garanzia per le esportazioni agroalimentari dal nostro paese, compresa la pasta. Nonostante la campagna autarchica di Kowalski, per il quale ogni rigatone è bello a mamma sua.