skip to Main Content

Governo Fisco Natalità Giorgetti

Guerricciole politiche in Italia sulla guerra in Ucraina

Il taccuino di Federico Guiglia.

 

Se la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, secondo la celebre massima del generale prussiano von Klausewitz, vale anche il contrario: la politica che si fa attraverso la polemica sulla guerra.

Ne sa qualcosa il governo, che a Montecitorio non ha potuto porre la fiducia sul decreto-legge Ucraina bis, perché per tre volte è mancato il numero legale della propria, e sul punto litigiosa, maggioranza.
Abituale e deplorevole assenza di deputati impegnati altrove o allarme lanciato da chi, criticando l’invio di altre armi a Kiev, già si prepara alla campagna elettorale per la primavera 2023?

Secondo i tabulati, il più alto numero di mancate presenze si deve alla Lega. Solo una coincidenza? Salvini, si sa, al pari di Conte per il M5S, non perde occasione per il meno armi e più pace per tutti. Una posizione, peraltro, singolare, per chi sta in un governo che con Draghi ha posto in faccia al bellicoso Biden, nella recente visita a Washington, proprio l’impegno per la pace quale priorità dell’Italia e dell’Europa.

Ma alla pace non si arriva lasciando l’Ucraina alla mercé del suo invasore e dei suoi crimini, bensì aiutandola nell’unica scelta che gli aggrediti richiedono al mondo al costo della loro vita: resistere. Nell’attesa che Putin risponda almeno al pressante invito occidentale di una tregua, gli ucraini devono difendersi per non morire e per salvare la loro Patria. Così potranno negoziare sul serio la pace, anziché la resa con chi ha violato ogni diritto anche internazionale.

(Pubblicato su Il Giornale di Vicenza)
www.federicoguiglia.com

Back To Top