Gentile direttore,
“Amedeo Franco mi parlò delle sue preoccupazioni sia per il modo anomalo con cui si era formato il collegio giudicante sia per le pressioni che si stavano concentrando affinché l’esito fosse di un certo tipo, in altre parole di condanna”.
“Quello che è certo è che, dopo la sentenza Berlusconi, Franco inizia a chiamare insistentemente il Quirinale. Lo ha raccontato di recente, in un’intervista al Corriere della Sera, Ernesto Lupo, allora consigliere per gli affari giuridici del presidente Napolitano. Più telefonate per lamentarsi della “porcheria della sentenza Berlusconi”, riferisce Lupo”.
“Si astiene il consigliere Ercole Aprile, che di Franco era stato collega nel collegio che aveva condannato Berlusconi. Sapendo di questa intenzione lo interrogo sui motivi. Mi dice “Perché in quella camera di consiglio ho visto cose indicibili, cose che voi umani” citando la famosa frase di Blade Runner “non potete immaginare””.
Sono tutte frasi tratte da Il Sistema, il libro-intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara, che si legge tutto d’un fiato.
Dopo il “quasi golpe “ del 2011, il 1 agosto 2013 Silvio Berlusconi viene condannato dal collegio presieduto da Antonio Esposito, relatore Amedeo Franco.
E poi avviene l’applicazione retroattiva della legge Severino, con la decadenza di Silvio Berlusconi dal mandato parlamentare.
Molti sono stati i dubbi e le critiche tecniche sulla correttezza della sentenza (il relatore Amedeo Franco aveva depositato, in casi assai simili, sentenze di segno opposto).
Così pure la vicenda Esposito/Il Mattino ha aumentato le polemiche. Poi anche Stefano Lorenzetto, giornalista e scrittore di non comune rigore, aveva duramente polemizzato con il giudice Esposito per pregiudizi antiberlusconiani (non è noto come sia terminata la querelle).
Dopo la lettura de Il Sistema, che spopola in libreria, un Parlamento coraggioso dovrebbe farsi la domanda essenziale: Che fare?
Il rischio di un sistema parallelo, che possa influire sulla politica e sulla democrazia italiana, è assai serio, è un rischio che le persone di buon senso hanno a cuore.
La soluzione lineare e maestra è il ripristino dell’immunità parlamentare, guarentigia (e non privilegio) voluto dai nostri costituenti e padri fondatori. Un esempio di check and balance. E poi la separazione delle carriere, non delle funzioni, eliminando le ultime scorie della storia – si noti bene – di eredità fascista.
Così è se vi pare.
Un caro saluto.
Avv. Antonio de Grazia