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Perché servono anche investimenti sul turismo

Il blog “Economia del gusto” di Gianandrea Abbascià

 

La parola d’ordine di queste ultime settimane è sicurezza. L’ordine di priorità delle scelte e delle decisioni deve allinearsi velocemente a quanto è accaduto durante questi ultimi 12 mesi, per non ripetere errori commessi, soprattutto durante la scorsa estate, e preservare sia la stagione estiva  che le successive. Sicurezza, certo, ma anche consapevolezza e collaborazione. Tutti noi, turisti-viaggiatori, dobbiamo fare la nostra parte ed essere consapevoli che rispettando le regole, utilizzando il buon senso e collaborando reciprocamente, possiamo preservare insieme il futuro del turismo, per non dire il futuro più in generale. Le regole definite devono essere semplici e chiare, in modo da non lasciar spazio ad interpretazioni; è chiaro che tali regole vanno rispettate e, di pari, vanno fatte rispettare. Talvolta dire no, anche se non è semplice, con il rischio di perdere un cliente, può però essere utile e può far comprendere che quel no è necessario per innescare un effetto positivo, di rispetto reciproco.

Con ragionevole certezza, in concomitanza della stagione estiva, una corposa percentuale di italiani sarà vaccinata; via via il piano di vaccinazioni sta prendendo forma e si sta ben strutturando. Nonostante il piano vaccini però, è opportuno che il Governo pianifichi investimenti mirati a rendere minimi i rischi di contagio. Il Ministero dovrebbe siglare, ad esempio, un accordo quadro, delegando poi a livello locale, con incentivi dedicati o defiscalizzazioni specifiche, che consenta agli operatori turistici di collaborare con laboratori, strutture ospedaliere private o medici, in modo tale che i vari clienti, al loro arrivo possano sottoporsi a tampone; potrebbero essere allestiti dei piccoli ambulatori mobili che possano, nel caso, offrire un supporto di prima emergenza. Con un piano d’azione strutturato si potrebbe quindi garantire un turismo in sicurezza, in modo tale da prevenire contagi ed essere pronti a gestire i casi, seppur sospetti, a beneficio di tutti i clienti e di tutto il personale, potendo così riconquistare la fiducia dei viaggiatori al fine di favorire la ripresa dei flussi turistici. È evidente che tutto questo comporterebbe un onere che ricadrebbe sulle spalle degli operatori a cui, già nel recente passato, è stato chiesto, più volte, di adeguarsi alle normative-protocolli Covid via via emanati. È necessario quindi un piano di investimenti mirato.

Nel contempo, viste le enormi perdite che tutto il comparto ha registrato, alcuni altri investimenti strutturali devono essere destinati, con celerità, a supportare la ripartenza. Investimenti sul tema trasporti, prioritario per il comparto turistico; investimenti che possano essere utili a rendere più efficienti e innovativi siti e strutture turistiche; non da meno, investimenti sulla digitalizzazione e sulla banda ultra-larga. Il turista del nuovo millennio dispone di strumenti che gli consentono di organizzare in autonomia una intera vacanza e una volta in loco il suo principale strumento, in itinere, è sempre il suo smartphone, il suo device. Nonostante ciò alcune aree del Paese non sono ancora raggiunte da una copertura rete idonea ad essere una pronta risposta all’esigenza del cliente-turista. La trasformazione digitale del sistema turismo rappresenta una grande opportunità che inevitabilmente andrà colta, anche, con la predisposizione dei progetti che gravitano intorno al Recovery; una vera e propria rivoluzione che può portare valore aggiunto a tutta la filiera e ciò, in parallelo, andrebbe a beneficio anche del sistema impresa, che va oltre quello turistico, perché, in parallelo, si genererebbero opportunità imprenditoriali per l’intero indotto. Il comprato turismo è un vero e proprio sistema che abbraccia molte realtà, talvolta differenti tra loro per natura ma inevitabilmente connesse.

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