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Perché l’onda economica della guerra non perdonerà

Il punto di Federico Guiglia

Arriva l’onda lunga della guerra ed è più nera del previsto: cala del 2,5% la produzione industriale italiana ad aprile dopo il -2 già registrato a marzo. Sono le stime del centro studi di Confindustria a rilevare quanto danno economico stia causando all’Italia l’invasione di Putin in Ucraina dall’inizio, il 24 febbraio, dell’attacco sciagurato.

È l’energia la fonte principale del rincaro generale, che sta condizionando pesantemente gli ordini delle imprese su tutta la filiera, incidendo sul costo delle materie prime e sulla scarsità dei materiali. Basti dire che il solo gas naturale è aumentato del 698% in media, in aprile, rispetto al periodo pre-Covid.

A soffrire molto è il manifatturiero, che da marzo dell’anno scorso non mostrava tanto pessimismo nelle aspettative sui livelli di produzione. La grande incertezza e il calo della fiducia finiscono per colpire l’andamento del Pil e la stessa politica economica del governo.

Secondo il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con questi chiari di luna non ci sono le condizioni per una forte riduzione del cuneo fiscale, come sollecitato da ampi settori del mondo politico e produttivo. Bisognerà, lui dice, “pensare a un piano pluriennale” per tagliare il costo del lavoro. Un tema che investe anche la carenza di manodopera e che rilancia l’allarme delle imprese, grandi e piccole, sulla ricerca sempre più difficile di lavoratori, nonostante i crescenti corsi di formazione che vengono organizzati e finanziati.

L’onda della guerra non perdona: caro prezzi e calo della produzione, costo del lavoro che non si riesce ad abbassare con interventi immediati e strutturali e mancanza di personale.

Ecco perché il faccia a faccia tra Mario Draghi e Joe Biden alla Casa Bianca, martedì prossimo, avrà un significato molto diverso rispetto ai consueti incontri diplomatici fra Roma e Washington.

Stavolta nel primo bilaterale in America Draghi e Biden non potranno limitarsi ad affrontare temi di politica strategica, dalla guerra scatenata da Putin nel cuore dell’Europa al ruolo della Nato. Il confronto italo-americano avrà pure un risvolto economico e pratico: come svincolarsi dal gas russo anche con l’aiuto assicurato da Biden per cercare nuove fonti di approvvigionamento. E poi: quanto gas e a quali condizioni gli Usa potranno garantire all’Ue?

Dunque, Draghi nella doppia veste di missione italiana ed europea.

 

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi)

Federico Guiglia

www.federicoguiglia.com

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