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Perché l’Europa sbuffa per il no dell’Italia al Mes. L’opinione di Cazzola

Tutti gli effetti del no del Parlamento italiano alla modifica del trattato Mes. L’opinione di Cazzola

Il 12 novembre 2011 Silvio Berlusconi saliva al Quirinale e ne usciva dimissionario. Si disse che quell’atto era stato compiuto in modo libero e responsabile, ma le successive ricostruzioni ipotizzarono un ruolo di persuasore di Giorgio Napolitano, addirittura in sinergia con Merkel e Sarkozy che, al vertice di Cannes, avevano gratificato il Cav. di un sorriso ironico molto significativo.

CHE FARA’ ORA IL QUIRINALE?

Oggi non ci sono sul piano finanziario condizioni drammatiche come allora, ma dopo il voto della Camera sul Mes, non sarebbe fuori luogo un passo del Quirinale nei confronti di Giorgia Meloni, perché quanto è capitato sarebbe valido motivo di crisi di governo. La ratifica del Mes era certamente un passaggio importante nell’ambito della Ue. La mancata adesione dell’Italia – unico Paese – è sicuramente un fatto grave anche perché si è trattato di un gesto privo di validi motivi ma ispirato ad un residuo non ancora smaltito di sovranpopulismo.

UNA NUOVA MAGGIORANZA?

Peraltro nel voto, non solo si è divisa – come tutti fanno notare – la maggioranza, ma alla Camera ne è nata uno nuova formata da FdI, Lega e M5S. Nemmeno l’opposizione, in effetti, ha votato compatta: se i deputati del Partito democratico, Italia Viva e Azione hanno votato a favore. Invece, l’Alleanza Verdi e Sinistra si è astenuta con Forza Italia e Noi Moderati.

IL RUOLO DI SALVINI

Matteo Salvini ha attribuito la mancata ratifica ad una vittoria della Lega con l’evidente soddisfazione di aver indotto il governo italiano a compiere un atto di ostilità nei confronti di Bruxelles. Per il Conducator del Carroccio il Mes è , nonostante che 19 Paesi Ue non se ne siano accorti e che abbiano ratificato senza problemi le modifiche.

MELONI INFLUENZATA E ALL’ANGOLO

Evidentemente, Giorgia Meloni benché influenzata (si era sottoposta alle vaccinazioni?) ha autorizzato quell’espressione di voto, compiendo una scelta precisa: non ha voluto scoprire il fianco all’antieuropeismo di ampi settori della Lega (disposti persino a sconfessare l’ottimo Giancarlo Giorgetti) mollando Forza Italia al suo destino di terzo incomodo della coalizione. Ha persino preferito ottenere il voto del M5S piuttosto che quello del Pd: un sostegno che non sarebbe sicuramente venuto meno nel caso di un orientamento favorevole ad autorizzare la ratifica.

L’INTEMERATA ITALICA

E’ un segnale brutto quello che manda l’Italia al pari di altre intemerate su materie diverse a cui ci ha abituati Victor Orban. A suo tempo, quando stava ancora all’opposizione, Meloni ebbe a dire che, se la riforma del Mes fosse stata approvata, l’Italia avrebbe fatto la fine della Grecia. Mai profezia fu più infelice, perché la Grecia di oggi è reduce da un risanamento molto incisivo, con un’economia che cresce più della nostra, tassi d’interesse sul debito più vantaggiosi, tanto da insidiare la nostra posizione di penultimi nella classifica dell’Eurozona. Si dimostra con il voto della Camera che la teoria del ‘’pacchetto’’ era un escamotage, visto che sono state raggiunte intese ritenute soddisfacenti per quanto riguarda la revisione del Patto di stabilità e degli accordi di Dublino sull’immigrazione.

IL GOVERNO ITALIANO NON È STATO AI PATTI

In realtà, mentre su regole di bilancio emigrazioni gli altri Paesi hanno tenuto conto delle istanze avanzate dall’Italia, il governo alla fin dei conti non ha mantenuto gli impegni a cui era tenuto proprio nella logica del ‘’pacchetto’’, quando era chiara la contropartita richiesta dall’Unione. Vedremo quali saranno le reazioni politiche e soprattutto come replicheranno i mercati. Tra sei mesi si tireranno le somme anche per la coalizione che governerà l’Europa nella prossima legislatura, Certamente il voto della Camera rinfocola nei nostri partner il dubbio che l’europeismo dalla coalizione che ha vinto le elezioni nel settembre 2022 fosse parecchio strumentale. Ma – come dice il proverbio – ciò che è fatto prima o poi viene reso. ‘’E’ possibile – sosteneva Abramo Lincoln – imbrogliare tutti per una volta ed uno solo per sempre; ma nessuno riuscirà mai ad imbrogliare tutti per sempre’’.

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