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Merkel Von Der Leyen Recovery Fund

Perché l’Europa di von der Leyen sarà diversa da quella targata Merkel

Saranno i fatti a stabilire se le parole di Ursula von der Leyen su Russia e Cina non saranno state rivolte al vento, così come sono stati i fatti a smascherare i gravi errori politici e strategici di Angela Merkel. Il taccuino di Guiglia

 

Non c’è bisogno di aspettare il verdetto della Storia per giudicare già adesso la differenza tra l’Europa di Angela Merkel e quella di Ursula von der Leyen, la pupilla che ha surclassato la maestra.

Basta riascoltare il discorso pronunciato il 18 luglio in tre lingue dalla poi riconfermata presidente della Commissione davanti all’Europarlamento, che era riunito in seduta plenaria per ratificare la sua nomina decisa dal Consiglio europeo, per cogliere uno spirito ben diverso da quello interpretato per sedici anni dalla potente e influente cancelliera della Germania(dal 2005 al 2021) sul destino dell’Unione europea.

Della quale cancelliera Merkel, Ursula von derLeyen è stata ininterrottamente ministro in diversi dicasteri a Berlino e considerata la quasi naturale erede sia per guidare l’esecutivo, sia per prendere il timone della Cdu, il partito popolare di entrambe.

Ma tanto Ursula ha sollecitato e solleticato l’orgoglio degli europei, delineando una politica economica, culturale e di difesa autonoma e riconoscibile per i 27 Stati membri, quanto Angela aveva piegato l’Europa al dominio energetico ed esclusivo di tale Vladimir Putin. Ealle insidie commerciali di tale Xi Jinping. In compenso piegando la Grecia a un’austerità a tempi forzati -pur di venire subito a capo dei conti fasulli di Atene-, che non si riserva neanche a un Paese concorrente. Figurarsi a uno che appartiene alla Comunità europea, e che tramanda pure l’antica sorgente del pensiero e dei valori della nostra civiltà occidentale.

Credendo di fare l’interesse tedesco, la Merkel ha ipotecato quello europeo. Ora abbondano i pentiti, che ieri la consideravano una statistasenza eguali, e oggi lamentano le storiche cantonate che ha preso e il suo eterno temporeggiare in Patria, a lungo scambiato per stabilità, ed elogiato.

Ben diverso è l’approccio di Ursula von derLeyen, tedesca realmente aperta al mondo, che dà l’idea con atti e parole di anteporre l’interesse europeo financo a quello del suo Paese di nascita. Al punto d’aver attaccato il presidente ungherese e filo-putiniano, Viktor Orbán, per la sua presunta “missione di pace” che l’ha visto volare a Mosca alla corte di Putin, con la stessa indignata espressione (“appeasement mission”) usata da Winston Churchill contro quanti, all’epoca, mostravano acquiescenza per le mire di Hitler. E gli eurodeputati le hanno tributato l’applauso più forte e meritato: un bel segnale.

E’ il segnale che c’è un’Europa prima del 24 febbraio 2022 -data spartiacque dell’invasione e dell’aggressione militare di Putin all’Ucraina-, e c’è un’Europa dopo. C’è la nuova Europa che ha chiuso i rubinetti del gas russo tanto apprezzato dalla Merkel. Che ha compreso il pericolo della rivalità commerciale, tecnologica ed economica “made in China” (viceversa, Angela andò ben sei volte a Pechino). Che ha capito quanto sia importante l’Unione che fa la forza, e perciò il dovere di non umiliare più i Paesi e i popoli i cui governi abbiano dato pessima prova di bilanci truccati. Salvo la stessa cancelliera aver ammesso, ma tempo dopo, l’accanimento tedesco ed europeo contro i greci dai conti fragili e dall’economia gracile.

Parlando con perfetta proprietà in inglese, francese e tedesco Ursula ha evocato e invocato una certa idea dell’Europa, finalmente consapevole del ruolo incompiuto e delle potenzialità inespresse. Del dovere europeo di stare sempre dalla parte giusta, cioè dell’Ucraina aggredita. Della scelta democratica e pacificadell’Ue, ossia rispettosa di tutti, ma non asservita ad alcuno.

Saranno solo i fatti a stabilire se le parole di Ursula non saranno state rivolte al vento, così come sono stati i fatti a smascherare i gravi errori politici e strategici di Angela.

Ma la libera e intraprendente Europa delineata daUrsula von der Leyen, suscita almeno quelle speranze e quei sogni che mai furono percepitinell’Europa sottomessa e ultra-regolatrice dell’era Merkel.

(Pubblicato sul quotidiano l’Alto Adige e sull’Adige)

www.federicoguiglia.com

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