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Perché la sculacciata Usa ad Amazon, Apple, Google e Facebook non avrà conseguenze (per ora)

Che cosa emerge dalle testimonianze rese alla Commissione Antitrust della Camera Usa che nei mesi scorsi ha passato al setaccio tutti i presunti abusi di mercato delle quattro Big Tech Usa (Amazon, Apple, Google e Facebook)

 

Un rapporto di 449 pagine che descrive le dozzine di casi in cui Amazon, Apple, Google e Facebook hanno abusato del loro potere, rivelando culture aziendali apparentemente intenzionate a mantenere il dominio su ampie porzioni di Internet. Il Daily Mail descrive così il corposo volume che raccoglie tutte le testimonianze della Commissione Antitrust della Camera Usa che nei mesi scorsi ha passato al setaccio tutti i presunti abusi di mercato delle quattro Big Tech Usa.

Nel dossier c’è un po’ di tutto, racconta ancora il Daily Mail: si parte da acquisizioni ‘killer’ per colpire i rivali ad addebiti esorbitanti nelle commissioni per costringere le piccole imprese a contratti sfavorevoli “in nome del profitto”.

“In parole povere, le aziende che una volta erano start-up scadenti e sfavorite che sfidavano lo status quo sono diventate i tipi di monopoli che abbiamo visto l’ultima volta nell’era dei baroni del petrolio e dei magnati delle ferrovie”, afferma il rapporto.

UN PERICOLO PER CONCORRENZA E DEMOCRAZIA

Il documento, approvato dalla maggioranza democratica del Congresso, si sofferma sul pericolo che queste aziende rappresentano per la concorrenza e la democrazia americana potendo “controllare l’accesso ai mercati” e potendo determinare “vincenti e perdenti” nell’economia. Insomma, il loro dominio ha diminuito le possibilità di scelta per i consumatori, e frenato l’innovazione e l’imprenditorialità minando anche la privacy e la forza della stampa.

LE RACCOMANDAZIONI

Da qui la richiesta di interventi a partire da un intervento del Congresso che “dovrebbe cercare di forzare le ‘separazioni strutturali’ delle società e rafforzare l’applicazione delle leggi antitrust esistenti”, si legge sul npd.org.

“Le raccomandazioni, se messe in atto, potrebbero cambiare radicalmente il modo in cui operano queste aziende. Potrebbero, ad esempio, impedire ad Amazon di vendere i propri prodotti sul proprio mercato, in concorrenza diretta con i venditori che dipendono dalla piattaforma per raggiungere i clienti. A Google potrebbe essere vietato l’utilizzo dei dati che il sistema operativo Android raccoglie sugli utenti e su altre app per perfezionare i propri prodotti. A Facebook potrebbe, in teoria, essere impedito di acquisire un altro concorrente, dopo le preoccupazioni su come ha acquistato rivali tra cui Instagram e WhatsApp”.

DIFFICILE UN INTERVENTO ORA CON LE PRESIDENZIALI ALLE PORTE

Tuttavia, ricorda il Daily Mail il report è “arrivato a poche settimane dalle elezioni presidenziali del 3 novembre” e il suo contenuto “è diventato sempre più politico, un’opportunità per repubblicani e democratici di aumentare la propria credibilità nella lotta contro il dominio del mercato da parte delle grandi aziende tecnologiche. Detto questo, è improbabile che il Congresso agisca in base ai risultati quest’anno. In definitiva, il rapporto riflette le opinioni della maggioranza democratica alla Camera, e altri due rapporti dovevano essere scritti da membri repubblicani del pannello, secondo quanto riferito da due fonti a Reuters”.

COME SI DIFENDONO APPLE, GOOGLE E FACEBOOK

Nel frattempo le Big Tech chiamate in causa sono scese sul piede di guerra: “Abbiamo sempre affermato che il controllo è ragionevole e appropriato, ma non siamo assolutamente d’accordo con le conclusioni raggiunte in questo rapporto del personale rispetto ad Apple”, ha affermato la società in una dichiarazione inviata a Usa Today -. La nostra azienda non ha una quota di mercato dominante in nessuna categoria in cui opera”.

La dichiarazione di Google a Usa Today ha rilevato invece che i suoi prodotti gratuiti come il motore di ricerca, Maps e Gmail “aiutano milioni di americani e abbiamo investito miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per crearli e migliorarli. Competiamo lealmente in un settore competitivo. Non siamo d’accordo con i rapporti odierni, che presentano accuse obsolete e imprecise di concorrenti commerciali sulla ricerca e altri servizi”.

Facebook si è definita “una storia di successo americana”, in una dichiarazione a Usa Today: “Competiamo con un’ampia varietà di servizi con milioni, persino miliardi, di persone che li utilizzano. Le acquisizioni fanno parte di ogni settore e sono solo un modo in cui innoviamo le nuove tecnologie per offrire più valore alle persone. Le autorità di regolamentazione hanno esaminato attentamente ogni accordo e giustamente non abbiamo visto alcun motivo per fermarli in quel momento”.

BIDEN HA APERTO ALL’IPOTESI DI SPEZZATINO

Il rapporto offre comunque al Congresso una possibile tabella di marcia per l’azione, potenzialmente con un nuovo equilibrio di potere politico al Congresso e un nuovo presidente l’anno prossimo. “Il candidato democratico alla presidenza Joe Biden ha affermato che dovrebbero essere prese in considerazione le ipotesi di separazioni aziendali. Se tali misure fossero obbligatorie, potrebbero portare i più grandi cambiamenti al settore tecnologico dal caso storico del governo federale contro Microsoft quasi 20 anni fa”, ha concluso Usa Today.

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