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Perché la Russia tornerà indietro di mezzo secolo dalla guerra all’Ucraina

"Fronte Ucraina. Dentro la guerra che minaccia l’Europa” di Francesco Battistini letto da Tullio Fazzolari

 

La preoccupazione per la guerra in Ucraina e l’orrore per le atrocità che sono state commesse non lasciano spazio per considerazioni di altro genere. Ma quando finalmente tornerà la pace sarà il momento di chiedersi se giornali e televisioni hanno raccontato questa tragedia nella maniera migliore per far comprendere i motivi e gli sviluppi del conflitto. La qualità dell’informazione in questi tre mesi è stata spesso di alto livello. Ma in altri casi sono state prese per oro colato le fake news messe in circolo dalla propaganda. Tanto per fare un esempio, i combattenti del battaglione Azov sono stati descritti alternativamente come la peggiore teppa neonazista oppure come giovani eroi non dissimili dai ragazzi della via Paal.

Per restare sui fatti e non lasciarsi influenzare dalla disinformazione conviene affidarsi anche a qualche libro che dia notizie meno frammentate e meno contraddittorie. “Fronte Ucraina. Dentro la guerra che minaccia l’Europa” di Francesco Battistini (Neri Pozza, 272 pagine, 18 euro) può essere considerato a tutti gli effetti un reportage di guerra. Ed è comprensibile visto che l’autore è uno degli inviati di punta del Corriere della Sera che sta seguendo sin dall’inizio il conflitto. Ma è anche una precisa ricostruzione storica che rimette in ordine il susseguirsi degli eventi e, soprattutto, dà finalmente qualche risposta alle mille domande che il vortice delle notizie quotidiane fa nascere e che restano quasi sempre in sospeso.

Battistini conosce bene l’Ucraina sin dai tempi della cosiddetta rivoluzione arancione. E quindi ha abbastanza memoria per comprendere e descrivere le crisi e le difficoltà che il popolo ucraino ha vissuto negli ultimi trenta difficili anni. Se davvero si vuole capire quali siano i motivi di questa guerra che resta comunque insensata bisognerebbe partire dall’inizio, dal crollo del muro di Berlino e dalla disgregazione dell’Unione Sovietica. Nascono già allora le premesse per la contrapposizione fra Ucraina e Russia. Ma forse era evitabile che il contrasto degenerasse in un conflitto. E questo è un aspetto dell’attuale tragedia che spesso i mass media tralasciano di ricordare.

Dopo la fine dell’Unione Sovietica e sparite personalità del calibro di Gorbacev, a Mosca si è consolidata una dittatura. L’Ucraina, diventata da poco indipendente, è travolta invece da contrasti interni e la sua economia va a rotoli. E viene abbandonata a se stessa. Chiede all’Europa di 20 miliardi e la risposta è che non si possono dare più di 850 milioni. Praticamente una presa in giro. Altre vie di salvezza non ci sono perché avere finanziamenti dalla Russia significa di fatto perdere l’indipendenza.

Leggendo il libro di Battistini viene il dubbio che in Occidente ci si è accorti dell’esistenza dell’Ucraina soltanto quando si è sentito il rumore dei cannoni. E neanche troppo in fretta visto che, fra Donbass e annessione della Crimea, si combatte dal 2014. Da reporter di guerra, Battistini sa che un conflitto lascia sempre conseguenze devastanti e non alimenta facili illusioni. Putin ne uscirà a pezzi e la Russia tornerà indietro di mezzo secolo. Anche la Nato non potrà più essere quella di prima. Ma le sofferenze maggiori toccano all’Ucraina che sarà da ricostruire. E lo si potrà fare solo quando taceranno i cannoni e prenderà il sopravvento la diplomazia.

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