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Perché la Francia è sull’orlo di una crisi istituzionale

"In Francia si è aperta una crisi istituzionale che metterà a dura prova il sistema. Ritengo difficile che il partito socialista abbandoni Melenchon e l’ala più radicale della sinistra per fare un governo con Macron". Conversazione con Alberto Toscano, già corrispondente da Parigi per diversi quotidiani italiani, ora analista per Affari Internazionali

Un’elezione con chiari perdenti e vincitori, ma con uno scenario che si apre all’insegna dell’ingovernabilità. Questa l’analisi a caldo del voto francese di Alberto Toscano, già corrispondente da Parigi per diversi quotidiani italiani, ora analista per Affari Internazionali e presidente dell’Associazione della Stampa europea in Francia.

Toscano, in questa conversazione con Start Magazine, spiega anche perché difficilmente il Fronte delle sinistre si disgregherà con la virata dei socialisti verso il blocco centrista dei redivivi macronisti.

Chi ha vinto e chi ha perso ieri?

La domanda è solo apparentemente semplice. Secondo me ha perso anzitutto Macron, che ha sciolto l’Assemblea Nazionale e creato questo putiferio. In più la coalizione che lo sosteneva aveva 250 seggi e ora se ne ritrova solo 150.

Più di qualcuno però in queste ore sottolinea che il presidente non ne esce così male.

Anche questo è vero, perché malgrado l’arretramento in termini parlamentari, il suo gruppo resta arbitro dei futuri equilibri. Ma è incontestabile, ripeto, la perdita di seggi e dunque il ridimensionamento della precedente immagine di Macron quale dominatore incontrastato della politica francese.

Parliamo del secondo sconfitto, ossia del Rassemblement National.

In effetti il tema della sconfitta del RN domina su tutti i giornali di oggi. Ha perso però rispetto ai sondaggi che lo davano per trionfatore e rispetto ad un’aspettativa molto diffusa di un suo successo. Tuttavia il partito aveva vinto 89 seggi alle elezioni del 2022 e ora ne conquista 143. Un aumento di oltre 50 seggi.

Un’avanzata, ma non decisiva.

Esattamente. Anche questa volta è scattato qualcosa tra i francesi che ha sbarrato la strada all’ultimo minuto al RN. Tuttavia, oltre al dato dei 50 seggi in più, segnalo che quello di Le Pen sarà il gruppo parlamentare più consistente nella prossima Assemblea Nazionale. Un risultato non solo simbolico o aritmetico.

Possiamo definirla una vittoria quella delle sinistre?

Quella del Fronte delle sinistre, compattatosi in pochissimi giorni, non è solo una vittoria, ma una grande vittoria. E all’interno del successo dell’intero Fronte, quello più clamoroso è quello dei socialisti, che hanno più che raddoppiato i seggi rispetto a due anni fa. Bisogna però vedere se questa compagine ora terrà.

Ci riuscirà ?

Lo scenario molto discusso di un governo che tenga unito il centro e il centrosinistra lasciando fuori le estreme presuppone una rottura del Fronte. E io ritengo difficile che, dopo il successo che ha registrato, il partito socialista abbandoni Melenchon e l’ala più radicale della sinistra per fare un governo con Macron. Sarebbe considerato un tradimento.

Questi risultati rendono irriconoscibile la Quinta Repubblica, se ci consente la battuta.

Infatti, abbiamo sostanzialmente tre grandi blocchi che si confrontano senza essere decisivi in una situazione di sostanziale ingovernabilità. Lo scenario è quello di una Quarta repubblica, con governi che si creano, cadono e si ricreano di nuovo. Si è aperta dunque una crisi istituzionale che metterà a dura prova il sistema.

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