La difesa ha dominato il dibattito politico in vista delle elezioni del 9 giugno per i membri del Parlamento Ue.
Le prossime ore saranno dedicate infatti solo all’analisi dei risultati elettorali o alla nomina dei nuovi dirigenti europei. I Ventisette saranno chiamati anche ad approvare una nuova Agenda strategica, nei fatti il programma politico della prossima legislatura.
In una recente intervista al Sole 24 Ore il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ne ha illustrato i tre pilastri: principi democratici, competitività dell’economia, sicurezza e difesa. A proposito di quest’ultimo settore, l’ex premier belga ha notato da parte dei capi di Stato e di governo una rinnovata “volontà politica comune” di affrontare la questione insieme. “Anche i Paesi in passato riluttanti, esitanti sono assolutamente dell’avviso oggi che abbiamo bisogno di maggiori investimenti, minore frammentazione, più capacità europee”. Ha poi aggiunto: “C’è la volontà politica di allineare i nostri mezzi con le nostre ambizioni”.
Non solo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che istituirà un Commissario per la Difesa nella prossima Commissione se vincerà un secondo mandato alla guida dell’esecutivo dell’Ue dopo le elezioni di domenica.
La guerra in Ucraina ha scatenato una corsa al riarmo per la maggior parte dei paesi europei. Ma oltre a essere competitiva, l’industria della difesa deve ancora rafforzarsi, rileva l’Usine Nouvelle.
E il rafforzamento passa dalla cooperazione su programmi comuni. Da tempo, nel nostro paese il colosso nazionale della difesa e aerospazio Leonardo sta lavorando ad alleanze per creare dei poli europei nel settore della difesa e di recente l’ad Roberto Cingolani è tornato sul tema.
E sulla necessità di progredire verso lo sviluppo di un “mercato comune per l’industria della sicurezza e della difesa” ne sono convinte anche Confindustria e la sua omologa francese Medef.
Tutti i dettagli.
IN ARRIVO UN NUOVO FONDO DEDICATO ALLA DIFESA
Sulla questione controversa del finanziamento nel campo della difesa, al quotidiano confindustriale il presidente del Consiglio europeo ha notato da parte dei governi la volontà di guardare al tema “con gli occhi aperti”. Tra le altre cose, il politico belga ha osservato come la Danimarca, un Paese tradizionalmente restio a percorrere la strada dell’indebitamento in comune, si sia dimostrato più aperto.
In un canovaccio del documento che sarà approvato il 27-28 giugno si parla di un “nuovo fondo dedicato alla difesa” con cui finanziare “progetti faro a livello europeo, tra cui uno scudo per la difesa aerea o nuove misure per rafforzare la sicurezza cibernetica”.
NELLA PROSSIMA COMMISSIONE CI SARÀ ANCHE UN COMMISSARIO UE PER LA DIFESA?
Inoltre, da tempo a Bruxelles si ipotizza di un commissario ad hoc per la Difesa nella prossima legislatura.
In verità, secondo Politico, il lavoro potrebbe rivelarsi solo un cartellino senza un budget o un potere significativi: i Ventisette, dopotutto, custodiscono gelosamente il loro hard power in materia militare. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha affermato che un commissario alla difesa è “concepibile”, a patto che l’attenzione sia rivolta al coordinamento industriale.
LEONARDO A LAVORO SULLE ALLEANZE IN EUROPA
E proprio sulla necessità una maggior coordinamento industriale ha posto l’accento anche il numero uno di Leonardo.
Sulla possibilità di alleanze in Europa per nuovi programmi, Leonardo “sta parlando” con le altre aziende europee della Difesa, ha spiegato Roberto Cingolani, ad del gruppo ex Finmeccanica, parlando a margine della 53esima edizione del Convegno Nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, tenutosi lo scorso fine settimana a Rapallo. “Stiamo analizzando i diversi scenari. Non si parla di soci ancora, sono aziende autonome che si devono parlare, devono mettersi insieme e capire se c’è da costituire qualcosa”, ha precisato Cingolani.
Rispondendo a chi chiedeva se si stesse ipotizzando la possibilità di creare un consorzio o azienda nuova, l’Ad ha spiegato che “è veramente prematuro, stiamo ragionando. Sono cose molto complesse che non hanno precedenti. Il percorso è molto lungo, ma è importante che ci si rifletta”.
NECESSARIE PIATTAFORME COMUNI
La guerra in Ucraina, ha spiegato ancora il numero uno di Leonardo, “ha dimostrato che abbiamo problemi a supportare un Paese, perché non abbiamo piattaforme comuni; ed è altrettanto ovvio che le aziende debbano cominciare a parlarsi. Stiamo lavorando per capire se si possano creare giganti: grandi aziende capaci di realizzare piattaforme di terra e di aria, per far sì che l’Ue diventi più competitiva con Usa e Cina”.
Non mancano, però, ha precisato Cingolani, ostacoli, tra cui “l’Antitrust, che è un problema molto serio e le sovranità nazionali degli Stati membri”.
L’Europa deve avere “uno spazio di difesa comune” e “lottare contro la frammentazione delle tecnologie e delle strategie”, ha dichiarato sempre Cingolani al quotidiano francese Les Echos in un’intervista pubblicata il 7 giugno. “Con queste lezioni, Leonardo deve chiedersi se è pronto per una trasformazione digitale radicale, per una cooperazione sempre pià intensa con altri industriali e per mettere le sue tecnologie a profitto di un bisogno globale di sicurezza”.
CONFINDUSTRIA-MEDEF: URGENTE L’AUTONOMIA EUROPEA IN QUESTO SETTORE
Infine, sulla sfida della difesa e della sicurezza come “principale obiettivo strategico del prossimo decennio” hanno puntato i riflettori anche Confindustria e Medef che, in occasione del sesto bilaterale tra le due le principali associazioni di categoria italiane e francesi per quanto riguarda le imprese, hanno lanciato una serie di proposte all’Unione europea, sottolineando che “la necessità di sviluppare le nostre capacità industriali per raggiungere l’autonomia in questo settore strategico non è mai stata così urgente”.
In particolare, “poiché le tecnologie digitali svolgono un ruolo cruciale nelle moderne strategie di difesa, è fondamentale per l’Europa mantenere e rafforzare l’autonomia strategica nella sicurezza informatica e proteggere i dati sensibili attraverso infrastrutture digitali avanzate”, infatti, secondo le due associazioni, “trascurare le minacce informatiche emergenti e le normative extraterritoriali imposte da altre regioni comprometterebbe questi sforzi”. Quindi, per Confindustria e Medef “è essenziale progredire verso lo sviluppo di un “mercato comune per l’industria della sicurezza e della difesa” al fine di dotare l’Unione dei mezzi necessari per affrontare le sfide attuali e future”.