Anche se i sondaggi continuano a dare buoni risultati per il suo governo e per la sua leadership, Boris Johnson sta vivendo giorni convulsi, in linea con la sua indole shakesperiana. Se nella suppletiva di Chesham and Amersham i Tories hanno perso un seggio nel feudo del Buckinghamshire che detenevano con oltre 16mila voti di vantaggio, a preoccupare il Primo Ministro è soprattutto il conto salato della pandemia.
Settimana scorsa il Financial Times è uscito con una “bomba” che potrebbe trasformare in incubo la possibile rielezione di BoJo. Causa pandemia il ministero del Tesoro – il potentissimo Treasury – vorrebbe mettere al “triple lock” sulle pensioni dei cittadini britannici stabilito nel 2010 da Cameron e confermato – con impegno solenne – da Johnson nella campagna elettorale del 2019. Che cos’è questa triplice garanzia sulle pensioni? Semplice. Il governo di coalizione stabilisce che ogni anno le pensioni statali sarebbero aumentate prendendo come punto di riferimento il vertice massimo di una di queste tre statistiche: i guadagni medi su scala nazionale; i prezzi misurati dall’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI), e il 2,5%. In altre parole se in media gli inglesi guadagnassero il 3% in più rispetto all’anno precedente, le pensioni salirebbero del 3%, ma se i guadagni medi e il CPI non arrivassero a quell’incremento le pensioni aumenterebbero comunque del 2,5%.
Così, se la crescita e i prezzi rimangono bassi, le pensioni aumenterebbero in modo tale da superare l’inflazione, così come successo spesso negli anni in cui il triple lock è stato istituito. I costi nelle casse dello Stato derivati dai tanti schemi di sostegno all’economia durante la pandemia ha fatto sì che per mantenere fede alla promessa, il governo Johnson e il suo Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, debbano stanziare altri 4 miliardi di sterline per le pensioni. Una cifra che i mandarini del Treasury trovano sbalorditiva. Per questo si sono messi al lavoro per limarla. Il tentativo più concreto, considerando le rimostranze del premier, è quello di spalmare il triple lock su più anni e non più stabilirlo su base annuale. Questo se, come vuole Sunak, non si deve andare a intaccare il budget stabilito per l’istruzione e il welfare. Il Tesoro ha infatti già sottoscritto un aumento del budget per le disuguaglianze educative, stabilendo una cifra ridotta di nove decimi rispetto a quanto consigliato dal consigliere nazionale per l’istruzione (che poi si è prontamente dimesso).
Nel concreto, ci si aspettano barricate da parte della maggioranza Tory e un conflitto sempre più acceso tra Johnson e lo stesso Sunak. L’analisi dei dati della Library della House of Commons sostiene che la maggior parte dei percettori di pensioni – e quindi fruitori del triple lock – sono elettori Tory, sparsi per lo più nel sud del paese. Esattamente dove si trova il seggio di Chesham and Amersham. Indispettirli metterebbe a serio rischio la maggioranza di Johnson alla prossima tornata elettorale.