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Perché De Benedetti ha rottamato Feltri e nominato Fittipaldi alla direzione di Domani quotidiano?

Domani Quotidiano: Carlo De Benedetti ha silurato Stefano Feltri e nominato direttore Emiliano Fittipaldi. Fatti, nomi, numeri e rumors

 

“Non è mio costume fare polemiche o commenti sui posti in cui ho lavorato, quindi non chiedetemeli”. Così Stefano Feltri ha scritto sul suo blog subito dopo essere stato defenestrato dalla direzione del quotidiano Domani da parte dell’editore Carlo De Benedetti, deus ex machina di Romed, l’azienda che controlla la società Editoriale Domani. Una frase che implica una fine del rapporto non troppo sereno e amichevole.

”Il cda di Editoriale Domani spa ha deciso un cambio alla direzione del quotidiano nominando direttore Emiliano Fittipaldi, già vice direttore di Domani. L’Editore e il cda ringraziano Stefano Feltri per l’impegno e il lavoro svolto in questi anni”, si legge in una nota della società, nel cui cda non siede De Benedetti, ma all’Ingegnere – come ad altri editori – basta sussurrare per comandare.

A tratti esilarante un passaggio del comunicato della società debenedettiana – ”L’Editore ha deciso di sostenere il giornale con nuovi importanti investimenti in ambito digitale” -, visto che nel nucleo fondatore del quotidiano è noto come, all’inizio dell’avventura, Stefano Feltri puntasse molto sulla versione web ma De Benedetti si impuntò per avere una robusta presenza su carta, a costo di spese ingenti per stampa e distribuzione, fin dal primo numero uscito il 15 settembre del 2020.

E i conti hanno ovviamente risentito dell’impostazione debenedettiana, se si scorre il bilancio 2021 in perdita, l’ultimo depositato dalla società editoriale del quotidiano Domani: i costi sono stati di 7,2 milioni di euro, rispetto a un valore totale della produzione di 4,5 milioni di euro.

Un rosso di bilancio comprensibile, visti anche i prodotti editoriali collaterali sfornati su diversi temi: geopolitica, cibo, fumetti ecc. Troppi? Chissà.

Le tensioni societarie nel corso della direzione di Feltri non sono mancate, visto il caso Arcuri-Volo, come raccontato da Start Magazine.

Così come negli ultimi tempi lettori e addetti ai lavori avevano percepito un certo disincanto di Feltri, sempre più preso a presentare il suo ultimo libro.

Ma se sono da escludere divergenze sulla linea politica fra editore e direttore visti i “rantoli” – come li ha definiti Libero – di De Benedetti contro Meloni durante la festa di Domani e i pezzi ruvidi del quotidiano sul governo Meloni e i meloniani, quali sono state le ragioni del divorzio?

Gli addetti ai lavori discettano su una questione di fondo.

Scriveva il mensile specializzato Prima Comunicazione nei primi giorni del 2020: “Superata questa prima fase, Carlo De Benedetti ha intenzione di varare una Fondazione come ente a cui attribuire la gestione della testata in modo da garantire  la maggiore distanza possibile tra giornale ed editore”

Ma della fondazione – e della maggiore distanza possibile tra giornale ed editore – si è saputo più nulla, pur essendo stata costituita, visto che il controllo del quotidiano è sempre di De Benedetti tramite la Romed che controlla Editoriale Domani.

Mentre nella redazione del giornale si bisbiglia il nome di un perfetto direttore debenettiano e zandiano…

Stefano Feltri sfancula Carlo De Benedetti (che lo ha segato da direttore di Domani quotidiano)

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