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Bce

Perché dalla crisi Covid l’Europa uscirà malandata. Parla Caracciolo (Limes)

L'intervista di Maurizio Stefanini a Lucio Caracciolo, direttore di Limes e professore di Studi strategici all’Università Luiss Guido Carli di Roma

Dalla crisi del covid 19 come ne esce l’Ue, meglio o peggio?

Dal covid 19 l’Unione europea ne esce sicuramente peggio, sotto ogni profilo. Sotto il profilo evidentemente della salute pubblica, e questo è ovvio. Ma soprattutto sotto il profilo geopolitico e culturale, nel senso che questa crisi ha costretto e spinto i vari Paesi a occuparsene in modo assolutamente nazionale o subnazionale.

Limitando al minimo la cooperazione, chiudendo o aprendo o richiudendo i confini sulla base di scelte nazionali, e scoprendo al proprio interno delle faglie anche di carattere culturale che erano in qualche modo celate o sedate.

Si è scoperto il bluff?

Anche.

Il Recovery Fund viene però salutato come l’inizio di qualcosa di diverso. Il covid avrebbe imposto all’Ue l’aut aut tra salto di qualità e disintegrazione. Ma è una cosa seria?

È un fatto importante, senza dubbio, dovuto alla scelta della Germania. Di fronte a una crisi assolutamente imprevista e imprevedibile e di dimensioni enormi la Germania ha reagito non schierandosi con i cosiddetti frugali, cioè i suoi satelliti più o meno piccoli, ma con Francia, Italia e Spagna, insomma con l’Europa Occidentale. Si è così differenziata non solo dai suoi satelliti del Nord, ma anche da quelli dell’Est:
Polonia e Gruppo di Visegrád.

Perché lo ha fatto? Credo che sia stata una scelta molto sofferta, e che probabilmente avrà dei rimbalzi negativi anche nei prossimi mesi. In particolare, noi italiani e altri Paesi beneficiati da questo Recovery Fund non saremmo secondo loro all’altezza di questo investimento. Ma la vera domanda è: perché hanno investito su di noi? E la risposta, per quello che posso vedere io, è almeno duplice. Primo: la Germania ha talmente necessità di usare comunque l’Europa, intesa in senso anche ideologico, come elemento di legittimazione dei propri interessi nazionali, da non potere accettare una sua lacerazione ulteriore dopo l’uscita dal Regno Unito. Secondo, e più specificamente riferito all’Italia: essendo il Nord Italia parte integrante e molto pregiata della catena del valore industriale e commerciale tedesca, non può essere abbandonato a sé stesso. Altrimenti porterebbe a un collasso complessivo del sistema non solamente italiano ma europeo così come lo conosciamo.

(Estratto di un articolo pubblicato sul quadrimestrale di Start Magazine “Digital Europe – Il ritorno dell’Unione e l’occasione dell’Italia”, qui la versione integrale)

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