skip to Main Content

Salvini

Perché Berlusconi e Salvini allertano Draghi

Timori, auspici e mire di Berlusconi e Salvini. Il punto di Paola Sacchi

Silvio Berlusconi si rimette al centro e chiede a Mario Draghi una verifica di maggioranza. Matteo Salvini è d’accordo con lui. La mossa del Cav, in asse con il leader leghista, in una giornata convulsa in cui riprende a circolare la parola crisi, suona come un altolà a sbilanciamenti dell’esecutivo di emergenza nazionale a sinistra, con eccessive concessioni anche alla Cgil di Landini, come tentativo per disinnescare l’offensiva di Giuseppe Conte.

Il centrodestra di governo rivendica la sua centralità nell’esecutivo di emergenza nazionale, in vista delle strade che potrebbero essere prese. Dai Cinque Stelle vengono venti di guerra con la non partecipazione al voto sul decreto legge “Aiuti” alla Camera. Draghi sale al Colle. Trapela al termine dell’incontro con il Capo dello Stato che si cercherà di recuperare i Cinque Stelle, anche in vista del voto un po’ più complicato di giovedì al Senato, dove la fiducia coincide con il voto sul decreto.

Dal colloquio al Quirinale non emerge nulla di ufficiale, nessuno scenario sarebbe sul tavolo. Ma Berlusconi e con lui Salvini evidentemente vogliono vederci chiaro. Matteo Renzi dice che anche se i Cinque Stelle uscissero si potrebbe andare avanti lo stesso. Ma il premier finora ha sempre escluso ipotesi di un Draghi bis.

Berlusconi dopo aver attaccato duramente l’atteggiamento dei pentastellati, il loro “deficit di serietà, responsabilità”, “il vulnus” della loro scelta definita ” di schizofrenia politica” di non votare un provvedimento centrale per il Paese, invita il premier a sottrarsi alla”logica ricattatoria” dei grillini. Ricorda il suo contributo decisivo per far nascere l’esecutivo e il senso di “responsabilità e serietà” dimostrato dal momento che se si fosse andati a elezioni “Forza Italia e il centrodestra avrebbero prevalso”. Responsabilità che Berlusconi intende continuare a avere “in questo ultimo scorcio di legislatura”. Per cui, in asse con Salvini, mette sul piatto con nettezza la richiesta di una verifica della maggioranza” al fine di vedere quali forze politiche intendono continuare a sostenere il governo non a fasi alterne o per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”.

Salvini subito apprezza il discorso di Berlusconi. Il leader leghista domenica scorsa aveva già avvisato che d’ora in poi “la Lega voterà solo e sempre quello che serve agli italiani: nessuno ci aveva avvisato che droga e cittadinanza facile fossero nell’agenda di governo”. Chiaro il messaggio a Draghi. Ma ieri sera i temi proposti in aula dal Pd, Ius scholae e cannabis, sui quali la discussione sarebbe dovuta iniziare in questa settimana vengono spostati. Salvini esulta :”Un risultato delle barricate della Lega, promessa mantenuta. Ora occupiamoci di tasse e lavoro”.

Il leader della Lega aveva nei giorni scorsi anche ribadito il suo no al proporzionale. E in un contesto di manovre centriste, seppur non si capisce bene con quali riscontri reali di consensi nel Paese, Berlusconi alle varie piccole formazioni aveva fatto presente che “il centro è Forza Italia, il centro liberale, garantista, cristiano, europeista”. Insomma, un rilancio di FI come perno della coalizione con la Lega e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Un evidente stop a manovre centriste e tentativi proporzionalisti volti a disarticolare il centrodestra. Che però ora è messo alla prova decisiva di questo ultimo scorcio di legislatura. Il più difficile. Da cui dipenderanno anche le sorti del centrodestra. Dato in netto vantaggio da tutti i sondaggi.

Back To Top