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Xi

Ecco come Pechino continuerà a surriscaldare l’economia della Cina

Che cosa succede davvero in Cina? Il commento di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr

Un colpo di reni dell’S&P 500 venerdì, nella parte finale della seduta, ha permesso all’indice di chiudere seduta e settimana con un marginale guadagno (rispettivamente +0.07% e +0.05%), un epilogo che sembrava alquanto improbabile a metà seduta.

Nel week end, le trattative tra Repubblicani e Democratici per prorogare il finanziamento al Governo Usa oltre la scadenza di venerdì sono naufragate. Poiché la questione che ha causato l’interruzione delle trattative non pare così fondamentale, è possibile che queste riprendano a breve, ma a questo punto una altro periodo di parziale chiusura (9 dipartimenti) potrebbe essere necessario per portare le parti ad un compromesso.

Sicuramente, la chiusura un po’ più brillante dell’azionario Usa ha contribuito al tono discreto stamattina in un Asia orfana del Giappone per festività. Ma il sostegno più forte è venuto dallo spumeggiante ritorno sui mercati della Cina, dopo una settimana di chiusura. Le “A” shares hanno recuperato ben oltre il punto percentuale trainate dalle small caps che hanno nuovamente guadagnato oltre il 3 (lo avevano fatto anche nell’ultima seduta prima delle festività). L’euforia ha preso un po’ in contropiede gli operatori, visto il tenore delle notizie circolate i giorni scorsi sul trade (il rinvio a data da destinarsi dell’incontro XI-Trump inizialmente previsto a fine mese in Vietnam) notizie che avevano contribuito non poco alla fase correttiva della seconda metà della settimana.

Peraltro, dopo la doccia fredda di giovedì, Axios ha riportato nel week end indiscrezioni secondo cui il Presidente Xi potrebbe venire alla residenza di Trump in Florida (Mar-a-Lago) e che i 2 presidenti potrebbero sentirsi telefonicamente prima del primo marzo.

Ma i fatti sono che Lighthizer e Mnuchin si sono recati a Pechino come da programma, per il nuovo round di colloqui con il Vicepremier Liu He. Dai progressi messi a segno in questi meeting, più che dalla fissazione anticipata di un incontro tra Trump e Xi, dipende probabilmente una proroga o meno della tregua commerciale in atto. Il tono delle headline nei prossimi giorni ci permetterà di farci un idea delle prospettive, ma non bisogna dimenticare che le trattative sono sempre generatrici di tensioni.

Naturalmente la forza dell’azionario cinese può riflettere fattori indipendenti dal trade. Solo che, a parte una valutazione dei consumi durante il periodo festivo ad opera del Ministero del Commercio (+8.5% che è il minimo incremento dal 2011 ma mi sembra difficilmente coerente con una recessione) il grosso delle news sono giunte a mercati chiusi. Le riserve valutarie PBOC hanno mostrato un moderato incremento a gennaio di 15 bln $ a 3.09 trln $. La variazione, che riflette per lo più effetti valutari, conferma comunque la recente stabilità.

La terza notizia, la più rilevante forse, è arrivata nella tarda mattinata europea (ma ci sta che sia circolata prima sui mercati locali). Lo State Council ha comunicato che adotterà misure per facilitare la ricapitalizzazione delle banche, incentivando vari operatori a partecipare agli aumenti di capitale, e favorendo l’approvazione di nuove emissioni di perpetual bonds, preferred shares e convertibili. Le banche potranno utilizzare più di uno strumento allo stesso tempo, ma le ricapitalizzazioni dovranno servire ad aumentare il credito alle piccole aziende private.

Queste comunicazioni accentuano l’impressione che le autorità siano determinate a far ripartire il ciclo del credito bancario e a far arrivare l’easing anche nei settori dell’economia più distanti dai mercati finanziari.
Con queste misure in arrivo, sorprende poco che il Chinext small caps si sia ripreso bruscamente. Vedremo domani de lo HSCEI, pieno di grosse banche, produce uno spunto, o se le mosse erano già nei prezzi.

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