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Elly Schlein Pd

Perché contesto le parole di Schlein su Israele

Le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, su Israele non sono condivisibili. Ecco perché. La lettera di Marco Orioles

Caro direttore,

 

“Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele. Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra”.

Lo ha detto ieri a Gubbio la segreteria del Pd Elly Schlein chiudendo il seminario dei deputati del suo partito.

Conoscevamo già l’impegno pacifista della segretaria ma questa volta tocca dissentire dalle sue affermazioni che ne denunciano il preoccupante allineamento con l’opinione di chi, da sempre dedito alla demonizzazione di Israele, anche stavolta sta proponendo l’operazione di marketing politico che vuole trasformare le vittime ebree in carnefici.

La parte preoccupante delle parole di Schlein la troviamo subito in quel richiamo alle armi che alimenterebbero i conflitti e che dunque non andrebbero esportate, e non comunque da parte nostra, se finiscono per uccidere – come sta accadendo a Gaza con numeri però

mai certificati – civili innocenti.
Le armi dunque. Suona proprio male quella frase detta dalla leader di un partito che tanto deplora quel nazifascismo che, come sappiamo, fu sconfitto solo grazie all’intervento degli angloamericani e del loro possenti arsenali usati per estinguere un conflitto già in corso e non certo per alimentarlo. Le armi uccidono, anche i civili come successe a Dresda, Mosul e Raqqa, ma servono anche a travolgere quei nemici delle libertà democratiche che nessun altro strumento poteva e può convincere ad abbandonare i loro progetti già ampiamente attuati di morte e devastazione.

Io sono convinto al pari di moltissimi israeliani che quello di Hamas – le azioni efferate dei suoi militanti il 7 ottobre avrebbero dovuto togliere ogni dubbio a tutti, anche alla Schlein – sia il nuovo nazismo. Che va combattuto fino alla sua inesorabile estinzione. Come fecero gli alleati quasi ottant’anni fa procurando anche tante sofferenze ad un’Europa che però poi fu grata ai suoi liberatori.

Ma la segretaria Pd, a dire il vero, mirava a colpire più precisamente, insinuando che le armi che mettiamo a disposizione di Israele siano poi impiegate in attacchi che si configurano – se l’accusa viene provata naturalmente, altrimenti è giustizia sommaria – come crimini di guerra. E a questo punto i tanti telespettatori di tg e soprattutto gli utenti dei social non avranno dubbi: lo hanno letto, sentito e visto tante volte che nella guerra in corso a Gaza l’esercito di Tel Aviv ha commesso crimini. Per cui bene, brava, bis!

Peccato che questo coccolare la frangia di opinione pubblica che condanna Israele per partito preso e quella che si lascia ingannare dalle apparenze vada a nocumento delle procedure stesse necessarie per certificare accuse gravissime. Chiedo dunque e non per un amico: dove sono stati analizzati, vagliati, giudicati e soprattutto condannati i presunti crimini di Israele oltre che nel tribunale dei media e in quello delle dichiarazioni emotive di annebbiati leader come quelli di una Onu i cui dipendenti palestinesi sono accusati di tifare per Hamas coi soldi dell’umanità?

Ma se il riferimento è al processo in corso all’Aia in cui Israele è stata chiamata a difendersi dall’accusa di genocidio, lo scivolone sarebbe ancora più grave. Chi può dare infatti credito, a parte il solito club dei dittatori e qualche esaltato occidentale abituato a sposare ogni causa persa, all’iniziativa di un Sud Africa screditato da un partito di governo che esibisce torbide relazioni con Hamas e che non esita a srotolare il tappeto rosso ai ministri di Putin?

Capisco naturalmente che in campagna elettorale occorre posizionarsi e intercettare consensi. Ma definisco quanto meno discutibile il tentativo di Schlein di schierare il più importante partito di sinistra dalla parte di quella folla urlante che condanna Israele a prescindere e anche stavolta non le attribuisce il diritto di difendersi da crimini immondi commessi contro i suoi civili.

Tra costoro, come ho tristemente constatato sui social, c’è anche chi sogna apertamente di cancellare per sempre la Giornata della Memoria per trasformarla – cito testualmente- in una celebrazione “contro l’apartheid”.

Elly Schlein crede forse che siano questi gli elettori del Pd?

Cordiali saluti

Marco Orioles

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