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Paschal Donohoe

Paschal Donohoe, chi è (e chi lo sostiene) il nuovo capo dell’Eurogruppo

Il ministro irlandese dell'Economia, Paschal Donohoe, è stato eletto alla guida dell'Eurogruppo al posto del socialista portoghese Mario Centeno. Fatti, candidati, esito del voto, mappa delle posizioni, il tweet del prof. D'Antoni e il commento dell'analista Liturri

Il ministro irlandese dell’Economia, Paschal Donohoe, è stato eletto alla guida dell’Eurogruppo al posto del socialista portoghese Mario Centeno battendo a sorpresa a favorita Nadia Calvino. Sarà in carica per un mandato di due anni e mezzo rinnovabile.

Donohoe si è imposto alla seconda votazione, dopo che nel primo turno di voto nessun candidato alla presidenza dell’Eurogruppo aveva ottenuto la maggioranza (10 voti). Oltre all’irlandese e alla spagnola, in corsa c’era anche il lussemburghese Pierre Gramegna.

COSA FA L’EUROGRUPPO

“L’Eurogruppo è un’istituzione sui generis all’interno del complesso organigramma europeo. È un organo informale, non redige verbali, e il suo ruolo è stato definito dal protocollo n. 14 al Trattato di Lisbona del 2009 – spiega l’analista Giuseppe Liturri – È un luogo di discussione e coordinamento delle politiche economiche dei Paesi dell’eurozona. Non si decide nulla, ma tutti gli atti legislativi che sono poi formalmente adottati dal Consiglio UE, risentono inevitabilmente degli orientamenti politici emersi a livello di Eurogruppo”.

CHI E’ DONOHOE

Quarantacinque anni, laureato in Scienze politiche ed economiche all’università di Dublino, prima di diventare ministro delle Finanze del governo irlandese Donohoe, aveva ricoperto l’incarico di ministro dei trasporti, del turismo e dello sport e degli affari europei.

DONOHOE SECONDO LA STAMPA

“Donohoe, 45 anni, è un politico di lungo corso con alle spalle diverse esperienze di governo. Esponente del “Fine Gael”, è stato ministro degli Affari Ue, dei Trasporti, delle Riforme e da tre anni guida il ministero delle Finanze”, ha scritto La Stampa.

COSA E’ SUCCESSO

L’elezione dell’irlandese è un colpo di scena inaspettato rispetto alle attese della vigilia. Calvino infatti aveva il consenso dei quattro principali paesi della zona euro, Germania, Francia, Italia e Spagna, che rappresentano circa l’80% del Pil dell’area euro. Ma il sostegno del fronte dei Grandi non è stato sufficiente a farle ottenere la vittoria.

GLI APPOGGI

Donohoe aveva l’appoggio esplicito solo dell’Austria, ma anche quello politico del Ppe, il che fa pensare che i governi di centrodestra (escluso la Grecia che avrebbe invece dirottato il suo voto sulla spagnola) abbiano votato per lui.

L’ESITO DELLA VOTAZIONE

“Il voto è segreto e non c’è nessuna conferma ufficiale, ma la vittoria dell’irlandese significa che Donohoe ha raggiunto i dieci voti necessari per vincere con il sostegno dei governi a guida Popolare (Slovacchia, Slovenia, Lettonia o Cipro) oltre che dell’Olanda, che già aveva fatto filtrare la sua preferenza”, ha scritto l’Agi.

IL RUOLO DEGLI STATI

Probabile che anche Belgio e Lussemburgo abbiano alla fine dirottato su di lui le loro preferenze. In ogni caso, e’ evidente che sul piano politico l’elezione dell’irlandese favorisce i paesi del Nord nella partita sul Recovery Fund rispetto a una presidenza a guida spagnola.

LE IDEE DI DONOHOE

Donohoe, strenuo sostenitore della tassazione agevolata alle imprese in vigore in Irlanda che ha sollevato non poche polemiche all’interno dell’Unione, è anche contrario all’introduzione di una web tax sui colossi del digitale.

LE PRIME PAROLE

“Sono profondamente onorato, non vedo l’ora di lavorare con tutti i miei colleghi per garantire una ripresa equa e inclusiva per tutti mentre affrontiamo le sfide future con determinazione”, ha scritto l’irlandese che guiderà l’Eurogruppo per i prossimi due anni e mezzo, in un momento cruciale per la storia della zona euro.

IL TWEET DEL PROF. D’ANTONI

L’ANALISI DI LITURRI

“Le conseguenze politiche della sconfitta della Calvino sono pesanti – ha commentato l’analista Giuseppe Liturri su La Verità – Innanzitutto per il fatto che viene sconfitta la candidata che rappresentava i ¾ della popolazione e del Pil dell’eurozona. Che funziona come una cooperativa: una testa un voto, da Malta alla Germania. Inoltre la Calvino era portatrice della visione “più Europa, più integrazione” che esce pesantemente sconfitta, vedendo invece prevalere la visione nordica fedele alla lettera dei Trattati che non prevedono condivisione e solidarietà di sorta”.

LA SCONFITTA DI CONTE

“Il presidente Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha investito sull’asse Roma Madrid e si ritrova il Presidente dell’Eurogruppo espressione dei falchi del Nord e difensore del dumping fiscale del suo Paese”, ha concluso Liturri.

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