Sul colle di Todi, con vista mozzafiato sul trionfo di verde dell’Umbria, il sole è ancora così forte alle cinque della sera da far scherzare Matteo Salvini così: “Oggi credo di essermi rifatto per l’abbronzatura, visto che non sono andato al mare quest’estate”.
È un Salvini tonico, determinato, sorridente quello che torna in Umbria, il fortino rosso da lui espugnato nel 2019 con la Lega traino del centrodestra, dopo la sconfitta del novembre scorso che ha riportato la sinistra alla guida della Regione. Ma Todi, oltre a Foligno e Orvieto, è rimasta a guida centrodestra. Il sindaco Antonino Ruggiano, insieme con l’assessore Francesco De Rebotti (Pd) della nuova giunta regionale della governatrice Stefania Proietti, la ex presidente leghista Donatella Tesei e l’ex assessore alle Infrastrutture, Enrico Melasecche, il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, dem, inaugura, alla presenza del vicepremier, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, leader della Lega, l’avveniristico ascensore di 27 metri di Porta Orvietana, quella che guarda alla vicina Orvieto.
È un piccolo-grande “ponte” anche questo, che, come spiega Ruggiano, unisce, in un panorama da spettacolo, il passato delle mura etrusco-romane, medievali, dell’antica Porta, smottata per l’instabilità strutturale del terreno del Colle, i cui resti sono ancora visibili, con il futuro. Ed è anche una sfida in un luogo continuamente monitorato e oggetto di provvedimenti speciali da tanti anni insieme ai lavori di consolidamento della Rupe di Orvieto, anche questa come Todi su un terreno argilloso.
La sfida dell’avveniristico ascensore che in un attimo porta al centro della città è molto importante per la comunità, ricorda Salvini, che accosta lo spirito di unione dell’opera a quello del megagalattico Ponte dello Stretto, di tre chilometri con piloni di 399 metri. Auspica, il vicepremier e ministro, che i lavori partano tra settembre e ottobre.
Dal Colle della città del Beato Jacopone (Jacopo Dei Benedetti), Salvini, parlando poi con i cronisti, lancia una condanna secca della grave piaga dell’antisemitismo che torna a riaffacciarsi nel mondo. Mentre la nave di Greta e dei Pro-pal, che hanno già lambito la Rassegna del cinema a Venezia con striscioni per la cancellazione dello stato di Israele, è bloccata dal maltempo, sotto il sole a picco di Todi il vicepremier e ministro rimarca ancora più forte, nel centrodestra, il monito contro l’orrore dell’antisemitismo. Afferma: “Vedo che ci sono flotte in navigazione in direzione Israele. L’obiettivo di salvare le vite dei bambini e di portare aiuti sanitari e alimentari è di tutti, perché non ci devono andare di mezzo i bambini per le guerre degli adulti e quindi le missioni umanitarie sono le benvenute”. Ma aggiunge: “Altro paio di maniche è la caccia all’ebreo. Nel 2025 speravo che fosse seppellita”. “Un conto – sottolinea – è aiutare i bambini e lavorare perché la guerra finisca, altro conto è contestare i governi, quindi contestare anche quello italiano o quello israeliano, e in democrazia è tutto assolutamente possibile e fattibile, altro conto ancora è espellere artisti, intellettuali, attori, atleti israeliani e dare la caccia all’ebreo in giro per il mondo”. “Queste sono scene disgustose e che certa sinistra riscopra l’antisemitismo e sostenga direttamente o indirettamente i tagliagole islamici è qualcosa di cui mi vergogno”. Salvini non ha dubbi: la partita di calcio Italia-Israele va fatta.
Poi, in una riunione con i suoi nelle vesti solo di leader della Lega (dove sono tra gli altri Tesei, cui si deve il merito dell’ascensore di Porta Orvietana; l’ex assessore Melasecche; l’ex senatrice di Terni Valeria Alessandrini, vicesegretario vicario regionale; il deputato e sindaco di Nocera Umbra, Virginio Caparvi; il segretario comunale della Lega di Terni, Devid Maggiora; l’assessore ai Trasporti e segretario della Lega di Orvieto, Gianluca Luciani; riuniti dal segretario regionale e deputato Riccardo Augusto Marchetti), Salvini sprona il suo partito in Umbria a guardare avanti e non rimuginare sulle cause della sconfitta. Una sconfitta – Salvini questo non lo dice, ma lo ricorda la cronista – sulla quale hanno gravato molto anche certe divisioni interne al centrodestra. Alla cui unità invita il leader leghista, senza però, sottolinea, “dimenticare mai che noi siamo la Lega” e in Umbria uniti “torneremo a vincere”.
Salvini è reduce da Sirolo nelle Marche, dove ha presentato i candidati a sostegno della riconferma del presidente, di FdI, Francesco Acquaroli, e anche a Todi sottolinea la necessità che in Veneto ci sia continuità con il buon governo del presidente Luca Zaia, auspicando, quindi, una candidatura leghista. Per il resto, pieno sostegno oltre che a Acquaroli alla ricandidatura del presidente forzista, Roberto Occhiuto, in Calabria.
Quanto al processo Open Arms, che lo vede ancora imputato, dopo l’assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste, a causa del ricorso in Cassazione della Procura di Palermo, ricorda che lui, da ex ministro dell’Interno chiamato per legge a difendere i confini nazionali, rischia, tra ottobre e novembre, fino a 6 anni. Scherza amaramente: “Sembra un gioco dell’oca. Vorrà dire che la prossima volta sarete voi a venirmi a trovare. Conto sulla benedizione di Papa Leone. Ma certamente non gli potevo parlare del mio micro-processo a fronte di due grandi guerre in corso”. Salvini di fatto torna a sottolineare così la sua grande soddisfazione per la visita in Vaticano che con Papa Bergoglio non c’era mai stata. Infine, rispondendo ai cronisti sull’atterraggio di emergenza dell’aereo con la presidente Ue, Ursula von der Leyen: “Non faccio il tecnico aeronautico. Ho letto che la Russia smentisce qualsiasi coinvolgimento, quindi non commento ipotesi”.
Salvini lascia Todi in un bagno di selfie. Sembra quasi di essere tornati ai tempi in cui trainò il centrodestra per la conquista del fortino rosso dell’Umbria. Appuntamento il 21 settembre a Pontida.