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Papa Emerito

Papa Ratzinger e quelle frizioni fra Chiesa e Stati Uniti

Le frizioni fra Chiesa cattolica e Stati Uniti al tempo del pontificato di papa Ratzinger. Breve estratto di un'analisi di Germano Dottori per Limes di maggio 2017.

 

Le frizioni tra Chiesa e Stati Uniti non sarebbero venute meno neanche con la scomparsa di Giovanni Paolo II. Avrebbero invece avuto un seguito durante il pontificato di papa Ratzinger, nel corso del quale ad acuirle non sarebbe stato soltanto l’investimento fatto da Barack Obama e Hillary Clinton sull’islam politico della Fratellanza musulmana durante le cosiddette primavere arabe, ma altresì la ferma volontà di Benedetto XVI di pervenire a una riconciliazione storica con il patriarcato di Mosca, che sarebbe stata nelle sue intenzioni il vero e proprio coronamento religioso di un progetto geopolitico di integrazione euro-russa sostenuto con convinzione dalla Germania e anche dall’Italia di Silvio Berlusconi – ma non da quella, più filo-americana, che si riconosceva in Giorgio Napolitano.

Com’è andata a finire, è noto a tutti. Governo italiano e papato sarebbero stati simultaneamente investiti da una campagna scandalistica, coordinata, di rara violenza e priva di precedenti, alla quale si sarebbero associate anche manovre più o meno opache nel campo finanziario, con l’effetto finale di precipitare nel novembre del 2011 l’allontanamento di Berlusconi da Palazzo Chigi e, il 10 febbraio 2013, l’abdicazione di Ratzinger. Al culmine della crisi, l’Italia avrebbe visto progressivamente chiudersi le porte d’accesso ai mercati finanziari internazionali, mentre l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) sarebbe stato tagliato temporaneamente fuori dal circuito Swift.

(estratto di un saggio di Dottori per Limes; qui la versione integrale)

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