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Francesco

Tutti gli effetti delle parole di Papa Francesco su Ucraina, Israele e non solo

Esercitare pressioni sui governi occidentali per soprassedere agli eccidi della Russia e di Hamas, criticare di fatto il presidente ucraino Zelensky e il governo democraticamente eletto di Israele rappresentano forme di influenza che potrebbero comportare conseguenze devastanti per le democrazie e per la pace in Europa ed i Medioriente. L'intervento di Francesco D'Arrigo, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Strategici "Niccolò Machiavelli".

Cos’è la Guerra?

Il termine deriva dalla parola werran dal tedesco antico che significa “mischia”.

Una risposta magistrale a questa domanda l’ha data il Generale prussiano Carl von Clausewitz: “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.”

Ma nel suo manuale di strategia militare Della guerra ne ha data un’altra di definizione, seppure molto meno citata, che ben inquadra anche la natura della guerra ibrida in corso contro l’Occidente: “la guerra è un atto di forza per costringere il nostro nemico alla nostra volontà”.

In questa guerra dei regimi autocratici contro l’Occidente vengono utilizzati diversi strumenti e strategie, come la disinformazione, la propaganda, la diffusione di fake news, la guerra psicologica, la cyber guerra e la guerra dell’informazione.

La Info Warfare è una forma di conflitto che avviene a livello di informazioni e comunicazioni tra diverse entità, come Stati, organizzazioni o individui, con l’obiettivo di manipolare le informazioni e le percezioni, di influenzare l’opinione pubblica, il processo decisionale delle istituzioni, le elezioni e danneggiare l’avversario ed i suoi alleati.

Quando l’intento di uno attore statale, è quello di influenzare le percezioni – e quindi le opinioni – della sua target audience costituita da oltre 1 miliardo e 300 mila cattolici in tutto il mondo, che seguono (follower) ogni singola dichiarazione che viene diffusa dal papa, l’energia apparentemente friendly che emette è in grado di causare danni politici ben più gravi dei missili russi che quotidianamente e da oltre 2 anni colpiscono i cittadini ucraini. Ed è questo l’amalgama che si sta palesando tra due forme di potenza strategica: violenza e influenza.

La violenza è la forma di potenza strategica utilizzata per negare al nemico di poter esprimere qualsiasi forma di resistenza, annientandolo fisicamente.

L’influenza è la forma di potenza strategica utilizzata per plasmare la percezione e le opinioni del nemico e dei suoi alleati, si esplicita attraverso la diplomazia (coercitiva), la propaganda, la disinformazione, la sovversione, l’agitazione, l’intelligence, il commercio, l’economia, la cultura, la scuola ed il radicalismo religioso. Comunque, la più efficace forma di influenza è la deception (l’inganno), utilizzata per distorcere la percezione del nemico.

L’inganno della diplomazia coercitiva: quella dei pacifisti immaginari che vogliono fermare l’invio di armi per indurre Kyiv a trattare e di quanti si propongono come mediatori – “per evitare ulteriori vittime” – entrambi vogliono la resa del popolo ucraino.

Una guerra dell’informazione con lunghezze d’onda che si propagano nel mondo mimetizzate a quelle della legittima aspirazione di pace delle opinioni pubbliche occidentali, ma accompagnate da un sinistro spettro energetico, visibilità e forza distruttiva del morale collettivo e dei valori di giustizia e libertà occidentali, proporzionali alla potenza comunicativa dell’emittente, capace di influenzare le istituzioni democratiche a tal punto da poter provocare una sconfitta politica molto ben più grave di quella militare.

Questa diplomazia coercitiva che si appoggia su un attore statale formalmente neutrale, che omette di condannare gli eccidi russi in Ucraina, che giustifica l’operazione militare speciale con l’abbaiare della NATO, che sistematicamente mette sullo stesso piano aggrediti ed aggressori in spregio a tutte le norme di diritto internazionale, che promuove lo sventolio della bandiera bianca della resa, mentre non perde occasione per demoralizzare le istituzioni democratiche ucraine e israeliane, sta assumendo una forma di guerra dell’informazione?

Le istituzioni democratiche traggono legittimità e, per lo stesso motivo, potere dal libero consenso elettorale. Creando un cuneo tra lo Stato e il suo popolo, si possono creare le condizioni per la sua implosione. Questo è esattamente ciò che attori ibridi come il Russia, Iran ed i loro proxy mirano ad ottenere.

Esercitare pressioni sui governi occidentali per soprassedere agli eccidi della Russia e di Hamas, delegittimare sistematicamente, minare e cercare di rovesciare il presidente ucraino Zelensky ed il governo democraticamente eletto di Israele, rappresentano forme di influenza che potrebbero comportare conseguenze devastanti per le democrazie e per la pace in Europa ed in Medioriente.

La guerra dell’informazione, essendo una forma di conflitto al di sotto della soglia di guerra cinetica è particolarmente pervasiva, ed è quindi necessario sviluppare contromisure efficaci per contrastarla, assicurando una comunicazione e un’informazione accurate, depotenziandone le capacità di influenza, da qualsiasi fonte e forma provengano.

Per iniziare i negoziati di pace non servono bandiere bianche ma che la Russia si ritiri dai territori ucraini occupati e che Hamas liberi tutti gli ostaggi.

L’Occidente deve continuare a stare, senza alcun cedimento, dalla parte delle democrazie di Israele e Ucraina.

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