Finalmente ho visto Oppenheimer. Nolan ha portato milioni di persone a interessarsi di fisica e sicurezza nazionale per tre ore di film, con un incasso globale che arriverà a circa 900 milioni. Un piccolo thread per raccontare alcuni libri e spunti sul mondo del film.
American Prometheus (2005) è il vincitore del Pulitzer da cui Nolan trae il film. Il libro (tradotto in italiano come Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica) deriva da un lavoro di decenni dello storico Martin J. Sherwin, concluso grazie alla collaborazione con Kai Bird. Sherwin muore nel 2021, poco dopo aver saputo del film.
Un libro ancora più bello è quello del 1986 di Richard Rhodes, L’invenzione della bomba atomica, tradotto anni fa in italiano. Il libro di Rhodes spicca per la descrizione della fisica dell’epoca e per lo spazio dato alle iniziative del Generale Groves. Rhodes scriverà libri sull’energia per tutta la vita.
Il Generale Groves è la figura indispensabile del Progetto Manhattan. È stato interpretato da Paul Newman, ma in un film dimenticabile del 1989. E anche nel film di Nolan meritava più spazio. Esattamente, perché senza il Generale non ci sarebbe stato nulla?
Per capirlo, bisogna leggere il libro del 2002 di Norris, Racing for the Bomb, dedicato a Groves. Lettura essenziale per comprendere la capacità organizzativa del Generale, la sua logistica, il rapporto con le persone, con gli apparati, con le imprese.
Nel film, Groves è un comprimario. Mentre, anche secondo Rhodes, è stato lui l’elemento indispensabile. Nel film, non vediamo i dialoghi di Groves con DuPont e con le altre aziende indispensabili per il Progetto Manhattan.
Il fascino dei tre uomini, Oppenheimer, Groves e Strauss, è che tutti hanno a che fare con l’organizzazione. Oppenheimer, prima di essere “intellettuale pubblico”, è “il miglior direttore di laboratorio che abbia mai conosciuto”, per dirla col suo nemico Edward Teller.
La personalità complessa e controversa di Oppenheimer non deve far dimenticare che lì la sua forza è nel management della ricerca: aver costruito un’incredibile squadra, che poi funziona grazie agli aspetti materiali e concreti apportati dalla capacità materiale di Groves.
E questo ci porta a Strauss: la sua importanza per me è la migliore sorpresa del film, che gli dà enorme spazio, anche grazie all’interpretazione di Robert Downey Jr. che quasi sicuramente gli varrà l’Oscar. Ma chi era veramente Strauss?
La storia di Strauss, a ben vedere, è più interessante di quella di Oppenheimer. Nolan ha avuto coraggio a elargirla per ore a milioni di persone. Strauss non è un ricchissimo viziato, privilegiato e tormentato, amante dei grandi spazi del New Mexico, come Oppenheimer.
Strauss vive diverse vite, dal venditore di scarpe al banchiere d’affari. Il suo rapporto fondamentale è con Herbert Hoover, figura poco studiata della storia degli Stati Uniti in rapporto al suo grande impatto imprenditoriale e sociale.
Strauss diventa un pezzo importante del cosiddetto “Stato profondo” degli Stati Uniti. Assistente e amico dei presidenti, membro di comitati e apparati, organizzatore di ponti tra tecnica e politica, nell’allargamento della sicurezza nazionale.
L’ossessione della sicurezza nazionale, grande tema del nostro tempo, attraversa tutto Oppenheimer. Come le parole di Strauss nel momento della sua caduta, riportate nel suo Men and Decisions: “I had done the best I knew how to protect and defend the national security”.
Nella sua scalata, Strauss è convinto di incarnare l’America: self-made man per eccellenza contro le rendite, nel film si colloca tra i “mere mortals” rispetto al Dio Oppenheimer, mentre il termine che lo incarna, ma che non usa per sé, è “power broker”. Non a caso, “power broker”. Strauss è la tipologia di uomo che può essere raccontato da Robert A. Caro, il più grande scrittore del potere negli USA. Ma al contrario di Robert Moses, il potere ruvido di Strauss non lascia dietro edifici visibili.
Così, nella caduta di Strauss c’è l’errore fondamentale di quella tipologia di uomo: uscire dall’ombra del potere per soccombere alla suggestione della luce, e alla suggestione del pensiero di sé.
Alessandro Aresu ha discusso della figura di Oppenheimer e degli aspetti geopolitici della bomba atomica con Alfredo Desiderio sul canale YouTube della rivista Limes.