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Open di Mentana pizzica Cairo sul caso Baiardo-Giletti

Che cosa ha stabilito la Cassazione sul caso Baiardo-Giletti e che cosa scrive il giornale Open fondato da Mentana anche su Cairo...

 

I giudici pizzicano un po’ Urbano Cairo e il giornale Open fondato da Enrico Mentana – volto di punta de La7 di Cairo – rilancia con dovizia di particolari la decisione della Cassazione. Ecco notizie, dettagli e curiosità.

LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE SU BAIARDO

Ma cosa è successo oggi? Quali sono le novità? E’ stata confermata dai giudici della Cassazione la misura cautelare degli arresti domiciliari per Salvatore Baiardo, come aveva stabilito il tribunale del Riesame di Firenze, che aveva accolto il ricorso della procura fiorentina contro la decisione del gip di negare i domiciliari per l’ex gelataio di Omegna, chiamato a rispondere del reato di calunnia nei confronti del giornalista Massimo Giletti, di cui era stato più volte ospite nella trasmissione ‘Non è L’Arena’, per averlo accusato di aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero riguardo all’esistenza di una foto che ritrarrebbe Silvio Berlusconi con il boss stragista Giuseppe Graviano.

IL CASO GILETTI-BAIARDO

Per la calunnia a Giletti, al centro delle indagini la presunta foto, risalente agli anni ’90, che ritrarrebbe Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e l’ex generale Delfino di cui Baiardo avrebbe parlato a Giletti negando poi di possederla quanto era stato sentito al riguardo dai pm fiorentini. Tuttavia, alcune intercettazioni lo avrebbero smentito e da qui è scaturita l’accusa di calunnia. La procura aveva chiesto la misura cautelare per Baiardo non solo per la calunnia nei confronti di Giletti ma anche per favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, ma la richiesta era stata respinta dal gip. Il provvedimento era stato impugnato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e dal pm Lorenzo Gestri, titolari dell’inchiesta sulle stragi di mafia. Il riesame, nel settembre 2023, aveva accolto il ricorso limitatamente all’accusa di calunnia ai danni di Giletti e Ricca. Contro la decisione del riesame avevano fatto ricorso sia la procura sia Baiardo.

LA VICENDA RICOSTRUITA DA OPEN DI MENTANA

La vicenda – sottolinea il giornale Open fondato da Enrico Mentana – è quella della foto che ritrarrebbe Silvio Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Che secondo Baiardo «non esiste» e che invece Massimo Giletti dice di aver visto proprio grazie a lui, rimarca il quotidiano web fondato dal direttore del tg de La7 di Cairo: “La difesa del gelataio di Omegna aveva contestato la decisione del Riesame arrivando fino al Palazzaccio. Ma i giudici gli hanno dato torto. «Sicuramente è stata fatta vedere – ha stabilito il tribunale – potrebbe essere un fotomontaggio o addirittura essere stata male osservata dal giornalista, per problemi di luce (l’ambiente in cui venne mostrata non era ben illuminato), od essersi egli sbagliato in ragione del breve tempo in cui gli venne mostrata, magari ingannato da tratti somatici simili a quelli delle persone che ha dichiarato di avere riconosciuto». Ed è proprio la foto che potrebbe aver scatenato la chiusura di “Non è l’Arena” su La7, in quanto l’editore Urbano Cairo, in passato ha collaborato con Silvio Berlusconi. A giugno l’imprenditore era stato ascoltato dai pm. La sua audizione, coperta da segreto, è stata inserita nel fascicolo 16249 aperto a modello noti a fine 2022 da Tescaroli e Turco. Ovvero quello legato alle stragi del 1993 e sulla presunta responsabilità di Berlusconi e di Marcello Dell’Utri. In passato Cairo aveva spiegato che la chiusura del programma era dipesa esclusivamente da ragioni di audience. E che Giletti aveva sempre avuto con lui una piena libertà editoriale. Nel provvedimento però, citato da Repubblica Firenze, i giudici sottolineano altro”, si legge sempre su Open, diretto da Franco Bechis.

COSA SCRIVONO I GIUDICI

«Non sono emersi ragionevoli altri motivi per la chiusura della trasmissione – sottolineano i giudici – né le indagini hanno fatto emergere una audience bassa in relazione ai programmi similari ed alla fascia oraria di messa in onda. Si segnala anzi la repentinità della decisione, maturata proprio quando veniva sviluppata l’inchiesta sui contatti Graviano-Berlusconi dei primi anni Novanta». «Tuttavia la decisione – spiega il provvedimento – certamente allarmante sul piano della libertà d’informazione e della tutela del giornalismo d’inchiesta, non avvalora di per sé la fondatezza di una vicenda tremenda per la storia della Repubblica Italiana, quanto il timore di mandare avanti un’inchiesta scomoda. Certamente resta la figura di un soggetto, il Baiardo, che allude, dice e non dice, afferma e poi nega, gioca con le parole, un soggetto che ha dimostrato di sapere molte cose e che nel contempo non è attendibile».

LE VERSIONI FILO-CAIRO…

Una ricostruzione quella dei magistrati che cozza con la maggioranza delle interpretazioni giornalistiche secondo cui era stati problemi di costi elevati, di scarse entrate pubblicitarie (rispetto ai costi) e all’audience non troppo alta – interpretazioni in cui si era distinto in particolare il Foglio sempre molto coccoloso per le gesta imprenditoriali e pure parapolitiche di Cairo – a indurre l’editore tv a decretare la sospensione della trasmissione di Giletti, nel frattempo andato in Rai.

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