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Ong: tutto sulla nave Louise Michel, lo “yacht” di Banksy che salva migranti. Fatti e polemiche

Perché si chiama così, a chi apparteneva e da chi è composto l’equipaggio della Louise Michel, l’imbarcazione finanziata dall’artista britannico Banksy ora in stato di fermo nel porto di Lampedusa per aver violato il nuovo codice di condotta delle navi ong. Tutti i dettagli

 

Invece di un palloncino rosso a forma di cuore, questa volta la bambina della Louise Michel, la nave per il soccorso dei migranti finanziata dall’artista britannico Banksy, lascia andare un salvagente rosa a forma di cuore.

O meglio, vorrebbe lasciarlo andare ma la Louise Michel è ferma nel porto di Lampedusa da sabato mattina per la violazione del nuovo codice di condotta delle navi delle ong approvato dal governo Meloni.

LO “YACHT” DI BANKSY

Un’ex imbarcazione della marina francese lunga 30 metri e capace di raggiungere i 28 nodi, che batte bandiera tedesca. Banksy, noto per le sue creazioni improntate alla satira e alla critica politica e culturale, l’ha acquistata con i proventi della vendita di un’opera, l’ha decorata e riadattata per fare operazioni di ricerca e soccorso.

“Come molte persone di successo nel mondo dell’arte, ho comprato uno yacht”, diceva ironicamente Banksy tre anni fa nel suo video manifesto pubblicato su Instagram dopo aver soccorso con l’imbarcazione oltre 200 migranti nel Mediterraneo. “È una nave della Marina francese. L’abbiamo convertita in una nave di salvataggio – spiegava – perché le autorità europee ignorano deliberatamente le richieste di soccorso dei ‘non europei”’.

LOUISE MICHEL, LA RIVOLUZIONARIA

Bianca al centro ma con prua e poppa di colore fucsia, così come la grande scritta “RESCUE” (salvataggio) al centro. Una bambina, quella rappresentata in varie opere di Banksy, che però in questa occasione indossa un salvagente ed è pronta a lanciarne un altro in soccorso di chi ne ha bisogno.

Infine, il nome: Louise Michel, anarchica e rivoluzionaria francese dell’Ottocento durante la Comune di Parigi. La nave, allo stesso modo, si propone di coniugare l’attività di bagnino con i principi del femminismo, dell’antirazzismo e dell’antifascismo.

LA MISSIONE E I VALORI

“Potrebbe sembrare incredibile che ci sia bisogno di una nave d’emergenza privata in una delle vie d’acqua più trafficate d’Europa, ma è così”, si legge nella sua descrizione. “In risposta alle persone che cercano di attraversare il Mediterraneo in cerca di sicurezza, gli Stati europei hanno smesso di reagire adeguatamente alle richieste di soccorso delle persone in movimento, lasciandole alla deriva in mare e collaborando con le forze armate per impedirne illegalmente la traversata. La frontiera mediterranea dell’Europa è la più mortale al mondo”.

La Louise Michel e il suo team di attivisti e volontari, prosegue il manifesto, “resistono attivamente alle strutture di potere discriminatorie del nazionalismo, del razzismo, del patriarcato e del capitalismo” con l’obiettivo di “difendere il diritto marittimo soccorrendo chiunque sia in pericolo senza pregiudizi […] contro qualsiasi politica che lasci annegare volontariamente le persone in mare”.

Perché, come ha detto la rivoluzionaria da cui la nave prende il nome: “È necessario qualcosa di diverso dalla carità per fornire pane a tutti”.

LA COMANDANTE E L’EQUIPAGGIO

La nave è gestita ed equipaggiata da un team di attivisti professionisti del soccorso provenienti da tutta Europa, che si identificano come “attivisti antirazzisti e antifascisti che sostengono un cambiamento politico radicale”. Il suo capitano, Pia Klemp, è tedesca, come Carola Rackete. Ha 39 anni ed è una biologa marina.

Ma se le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e rifiuto di obbedienza a nave da guerra contro Rackete sono state archiviate, il destino giudiziario di Klemp è ancora sospeso.

Ora dovrà rispondere per la violazione del nuovo codice di condotta delle navi delle ong, ma già nel 2019, ai tempi del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte, era finita nel mirino della giustizia italiana per aver salvato con un’altra imbarcazione, la Iuventa, migliaia di migranti nel Mediterraneo. Attività per cui è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e che le fa rischiare 20 anni di carcere.

Come Rackete è stata premiata dal comune di Parigi con un’onorificenza per il proprio impegno, ma l’ha rifiutata perché in disaccordo con la politica migratoria della Francia.

Klemp, infatti, in merito a quanto accade nel Mediterraneo non incolpa solo il governo italiano, ma lo ritiene “un fallimento dell’Unione europea”.

L’INCONTRO CON BANKSY

Nel 2020, quando Kemp aveva accumulato diverse esperienze a capo di imbarcazioni ong, ha ricevuto un’e-mail da parte di Banksy: “Ciao Pia, ho letto la tua storia sui giornali. Sembri una tipa tosta. Sono un artista del Regno Unito e ho realizzato alcune opere sulla crisi dei migranti, ovviamente non posso tenere i soldi. Potreste usarli per comprare una nuova barca o altro? Per favore, fammi sapere”.

COSA SUCCEDE ORA ALLA LOUISE MICHEL

Dopo aver salvato 178 persone in diverse operazioni di soccorso, dalle prime ore di sabato scorso, la Louise Michel è ora ferma nel porto di Lampedusa.

Secondo il comunicato diffuso solo domenica pomeriggio dalla Guardia Costiera italiana, la nave non avrebbe rispettato l’indicazione, data dal ministero dell’Interno, di raggiungere il porto di Trapani dopo un primo intervento, per andare a soccorrere altre imbarcazioni, come prevedono le nuove direttive del governo Meloni.

Stando a quanto dichiarato dalla Guardia Costiera, queste imbarcazioni stavano già per essere soccorse dai suoi mezzi e “la non osservanza delle disposizioni ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento”. Le autorità hanno infine deciso di indirizzare la Louise Michel nel porto di Lampedusa “per motivi di sicurezza e di urgenza”.

https://twitter.com/MVLouiseMichel/status/1639926551067213824

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