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Giorgetti

Chi sbrocca per l’elezione di Pinelli al Csm

Fatti e reazioni all'elezione dell'avvocato indicato dalla Lega, Pinelli, a vicepresidente del Csm. I Graffi di Damato.

Davvero imperdibile l’Emilio Giannelli di oggi sul Corriere della Sera. Che dopo l’elezione dell’avvocato leghista Fabio Pinelli a vice presidente del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura, prevalso sul candidato del Pd Roberto Romboli, ha proposto nella sua vignetta il guardasigilli Carlo Nordio alle prese con le orecchie della Giustizia. Non so francamente se più per tapparle col dito, come appare, per non lasciare la signora assordare dalle proteste contro la svolta conforme a quella che lui come ministro si è proposto di tradurre in nuove norme ispirate ad un vero, autentico garantismo. O per tirargliele, quelle orecchie, come si potrebbe immaginare con un pò di malizia, per essersi la Giustizia troppo a lungo confusa con la politica, sino a prevaricarla.

Ora la musica potrebbe davvero cambiare con “ la fine del monopolio giudiziario rosso”, come ha titolato Libero. Che ha ritenuto, non so se più a ragione o a torto, di inserire fra gli sconfitti anche il presidente della Repubblica, e dello stesso Consiglio Superiore, Sergio Mattarella attribuendogli “la preferenza per il rivale” di Pinelli.

IL FATTO CRITICA PINELLI (E MELONI)

Per Il Fatto Quotidiano, furente – immagino – per l’appoggio a Pinelli attribuito, nonostante la segretezza dello scrutinio, anche al consigliere superiore eletto dalle Camere in conto ai grillini, lo sconfitto non sarebbe Mattarella e neppure Giuseppe Conte, le cui direttive sarebbero state disattese dal rappresentante pentastellato, ma – udite, udite – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che in altra parte della stessa, prima pagina del giornale di Marco Travaglio è fotomontata in tenuta di combattimento per la partecipazione, sul fronte della guerra in Ucraina, alle nuove e ancora più solide forniture militari agli aggrediti dalla Russia. Ai quali, secondo il quotidiano più letto dai grillini, l’Occidente avrebbe invece dovuto dal primo momento consigliare, diciamo così, la resa per limitare le perdite umane e materiali dell’invasione.

La sconfitta della Meloni sul fronte del Consiglio Superiore della Magistratura consisterebbe, secondo la ricostruzione del Fatto, nel naufragio, avvenuto in Parlamento con la mancata elezione a consigliere, del suo originario candidato alla vice presidenza del Csm Giuseppe Valentino, da tempo sotto indagine in Calabria. Poi la Meloni ha ripiegato su Felice Giuffrè, che però neppure ha voluto poi tentare di mettersi in concorrenza con l’avvocato leghista Pinelli. Una strana sconfitta, direi, quella della Meloni, pur nella consapevolezza, per carità, della concorrenza che non manca fra alleati.

ANCHE REPUBBLICA NON È CONTENTA

Nemmeno a Repubblica, e dintorni d’area politica, è piaciuta l’elezione di Pinelli perché – ha titolato la ormai vecchia corazzata della sinistra – il “primo di destra” arrivato al vertice del Csm ne ha “spaccato il plenum” con quei 17 voti a favore e 14 contro. Un risultato opposto probabilmente non sarebbe stato rimproverato al professore emerito Romboli.

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