L’Anac e il Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza di Roma hanno effettuato il 28 settembre un’ispezione presso l’Arsenale Militare di Taranto.
Al centro — ha scritto l’Ansa — il bando, e i relativi contratti, per l’ammodernamento della nave San Marco della Marina Militare. Secondo quanto emerso dall’istruttoria ancora in corso il consorzio di aziende che si è aggiudicato i lavori si configurerebbe come una struttura stabile a supporto dell’Arsenale, e l’Anac ipotizza la violazione dei principi di concorrenza, par condicio e non discriminazione.
L’ipotesi è che il consorzio d’imprese si configurasse come una struttura stabile a supporto dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto.
Su questo consorzio pende anche un’indagine dell’Antitrust.
Lo scorso 2 agosto l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha reso noto di aver avviato un’istruttoria nei confronti delle imprese Comerin Srl; Comes Spa; Electra Srl; Imet; Manutenzione Impianti e Bonifiche Meridionali Srl.; Maren Srl; Officine Jolly Srl; Omega Engineering Marine S.r.l., Ricerca, Innovazione, Tecnologie (Rit) Srl; Technomont Taranto Srl; TPS Taranto Srl, Siples Srl; Consorzio Chio.me; Chiome Srl e Consorzio Navalmeccanico Taranto-C.N.T. per accertare l’esistenza di violazioni dell’art. 101 del TFUE.
Sotto la lente dell’autorità antitrust c’è l’esistenza di una possibile intesa restrittiva della concorrenza tra le parti nei bandi per vari tipi di forniture alle navi militari. Tra i bandi sotto il faro dell’Agcm anche quello su cui stanno indagando Anac e Fiamme gialle: il bando 4118/2018.
Inoltre, a quella all’Arsenale segue anche un’altra ispezione alla Stazione navale di Taranto per conoscere gli affidamenti assegnati dal Comando della stazione navale dal 2018 in avanti, avvenuti in modo diretto o in raggruppamento ad alcuni operatori, coinvolti pure in indagini della magistratura.
Per l’Arsenale di Taranto non è la prima volta sotto la lente degli inquirenti per le aggiudicazioni delle gare.
A febbraio 2020 sono scattati addirittura arresti per 12 persone tra cui il direttore dell’Arsenale di Taranto. L’inchiesta riguardava un cartello di imprese tarantine in grado condizionare le gare e fissare i prezzi di aggiudicazione. Le indagini della guardia di Finanza avevano dimostrato che le società coinvolte nell’indagine erano sostanzialmente le stesse “sanzionate dall’Antitrust” nel 2013 per “aver turbato le gare indette dagli Enti militari”.
Tutti i dettagli.
LA GARA PER I LAVORI SU NAVE SAN MARCO
Secondo l’Anac, i lavori su Nave San Marco, inizialmente inserito in una gara unica del valore di oltre tre milioni, sono stati spacchettati in undici gare, con undici lotti, e infine ricongiunti, con il consorzio di aziende come un unico operatore vincitore.
Come si legge nel bando di gara della Marina FASC. 4118/18, “Per l’individuazione del contraente si utilizzerà, ex art.17 comma 5 del d.lgs. 208/2011, la procedura ristretta accelerata con pubblicazione di un bando di gara ex artt. 72 e 73 del D.Lgs. 50/2016, sulla base della Specifica Tecnica dell’Amministrazione aggiudicatrice. L’urgenza è motivata dalla necessità di assicurare, nel minor tempo possibile, la disponibilità dell’Unità navale nella linea operativa, secondo i più recenti elementi programmatici e i mutati scenari operativi intervenuti, per fronteggiare le gravi crisi in atto in Mar Mediterraneo e assicurare la richiesta partecipazione agli impegni internazionali”.
LE CONTESTAZIONI DELL’ANAC
Sono diverse le contestazioni dell’Anac, dall’insussistenza del requisito di urgenza alla genericità delle specifiche tecniche indicate nel bando, tenuto conto oltretutto che l’Italia appartiene alla Nato e che sarebbe necessario indicare in modo chiaro e preciso le caratteristiche tecniche.
Inoltre nel bando di gara della San Marco sono state specificate le caratteristiche del personale indicato per i lavori di ammodernamento, favorendo con tali indicazioni operatori economici prestabiliti a scapito di altri.
L’IPOTESI CIRCA IL CONSORZIO DI IMPRESE
Il Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza di Roma sta verificando le misure anticorruzione coadiuvando Anac nell’esame dei verbali di gara, nella composizione delle commissioni di gara, dei contratti di appalto e degli stati di esecuzione dei vari affidamenti. L’ipotesi è che il consorzio d’imprese si configurasse come una struttura stabile a supporto dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto.
Questi aspetti sono al vaglio delle autorità competenti.
L’indagine ispettiva di Anac e della Guardia di Finanza potranno portare utili elementi di chiarificazione.
L’ISTRUTTORIA AVVIATA DALL’AGCM
Inoltre, come riportato all’inizio, quest’estate anche l’Autorità antitrust ha avviato un’indagine per accertare la possibile intesa restrittiva della concorrenza tra le parti nei bandi per vari tipi di forniture alle navi militari.
L’Agcm ha spiegato che le “evidenze agli atti appaiono delineare l’esistenza, quantomeno a partire dal 2018, di un’intesa anticoncorrenziale segreta avente a oggetto la ripartizione del mercato in occasione delle gare bandite dall’Arsenale di Taranto. La concertazione, neutralizzando lo svolgimento di un effettivo confronto competitivo tra le Parti, avrebbe alterato il normale andamento del mercato e l’esito del mercato con l’effetto, altresì, di influenzare modalità e condizioni economiche di affidamento delle gare di appalto”.
Tra le gare sotto il faro dell’Antitrust troviamo quelle a partire dall’anno 2018. Tra queste anche quelle per l’affidamento di servizi vari di ammodernamento di diverse navi militari identificate dalle procedure da 4110/18 a 4112/18, 4114/18 e 4118/18 (quest’ultimo il bando su cui sta indagando anche Anac e Gdf) e da 5658/18 a 5667/18 e 5671/18.
LE SOCIETÀ SOTTO INDAGINE DALL’ANTITRUST
L’indagine avviata quest’estate dall’antitrust riguarda le società: Comerin Srl; Comes Spa; Electra Srl; Imet; Manutenzione Impianti e Bonifiche Meridionali Srl.; Maren Srl; Officine Jolly Srl; Omega Engineering Marine S.r.l., Ricerca, Innovazione, Tecnologie (Rit) Srl; Technomont Taranto Srl; TPS Taranto Srl, Siples Srl; Consorzio Chio.me; Chiome Srl e Consorzio Navalmeccanico Taranto-C.N.T. per accertare l’esistenza di violazioni dell’art. 101 del TFUE.
Come si legge nel provvedimento dell’Agcm, il procedimento si concluderà entro il 31 dicembre 2022.
RECIDIVE TPS TARANTO, MAREN, CHIOME, TECHNOMONT E COMERIN
Ma non finisce qui.
Alcune di queste imprese tarantine erano già finite nel mirino dell’Antitrust e delle fiamme gialle.
Dalle indagini condotte all’arsenale di Taranto a inizio 2020, risultavano indagati alcuni recidivi: nel 2015 l’Antitrust sanzionò gli stessi soggetti per un cartello sugli appalti della Marina.
“Nel provvedimento che risale al 2013, infatti, l’Antitrust aveva appurato che le aziende Tecnosit, Tps Taranto, Maren, Chio.me, Technomont, Comerin, Work Service, Metalblok, Sait, Siman e Coibesa riuscivano con accordi collusivi a monopolizzare le gare indette dallo stabilimento navale tarantino. Non solo. L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato aveva emesso sanzioni che andavano da un minimo di 14mila euro fino a un massimo di oltre 1 milione di euro. Una decisione che era stata confermata successivamente dal Tar Lazio che aveva però ridotto notevolmente le sanzioni dopo la pronuncia del Consiglio di Stato” riporta il Fatto quotidiano a febbraio 2020.
COSA FA NAVE SAN MARCO
Come si legge sul sito della Marina, Nave San Marco è la seconda nave della classe San Giorgio, è stata varata nel 1987 e Il suo abituale porto di assegnazione è la Base Navale di Brindisi, dove dal 1 novembre 2013 dipende organicamente dal Comgrupnav Uno.
La nave della Marina militare italiana fa parte della missione europea denominata “Operazione Sophia”. La San Marco opera nel Mediterraneo prevalentemente per contrastare i traffici illeciti (lotta agli scafisti, al traffico d’armi e raccolta informativa sul traffico di petrolio).