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Nato All'incontrario Di Francesco Curridori

“Nato all’incontrario”: testimonianza di una vita imperfetta e straordinaria

“Nato all’incontrario” (Koiné) è il libro autobiografico di Francesco Curridori, giornalista politico, firma del "Giornale”, nel quale racconta la sua esistenza eccezionale, tra guai di salute, amicizie e speranza

Era un’afosa giornata di agosto quando Francesco mi ha detto che “Nato all’incontrario”, il libro sulla sua vita, sarebbe stato finalmente pubblicato. Io ero al mare, dopo il primo bagno della giornata stavo passeggiando sulla battigia. Lui era a Roma, a lavorare. Basterebbe questo a far capire la dedizione che Francesco Curridori, uno dei miei migliori amici e giornalista preciso e puntuto, mette nel suo lavoro. Ma non è solo questo.

NATO ALL’INCONTRARIO: UNA VITA IN SALITA E LA PASSIONE PER IL GIORNALISMO  

“Nato all’incontrario” (ed Koiné) è un po’ il racconto della vita e delle (dis)avventure di Francesco Curridori e un po’ la disamina della sua profonda passione per il giornalismo e la scrittura.

Quella dei nati degli anni ‘80 (i cosiddetti “Millennials”) è stata la prima generazione a confrontarsi, sin dall’inizio della carriera lavorativa, con i subbugli generati dalla trasformazione digitale e dalla diffusione dei social network. Per il mondo dei media questo ha significato da un lato una possibilità di comunicare mai conosciuta prima d’allora, dall’altro l’impoverimento di un settore e di una professione, quella del giornalista, che solo fino a qualche decennio prima era stimata e ambita. Ricordo ancora le parole di un notissimo direttore di giornale che agli studenti di un corso di formazione, a cui io e Francesco partecipavamo, disse di lasciar perdere il giornalismo, un settore di “morti che camminano”.

GUARDARE LA MORTE NEGLI OCCHI E FARSI UNA RISATA

Francesco la morte l’ha guardata negli occhi sin da bambino, forse è anche per questo che non si è mai fatto spaventare dalle sfide più ostiche, come quella di diventare un giornalista politico pur partendo da uno sperduto paesello del Medio Campidano.

Nato con un cuore troppo grande, dopo pochi anni di vita Francesco ha un ictus, che gli lascia in regalo un’emiparesi al volto, un braccio che non controlla e una gamba da trascinare. Il suo pellegrinaggio tra gli ospedali inizia sin dai primi giorni di vita: prima quelli della Sardegna, poi l’ospedale Gaslini di Genova, la sua città del cuore, e infine l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, la struttura che il 25 maggio del 2000 gli ha donato un cuore nuovo. Una rinascita che Francesco celebra ogni anno con il “Cuoriversario”, un compleanno supplementare, un appuntamento fisso per i suoi amici. Tutti questi eventi nel suo libro sono raccontati, senza mai indugiare nel dolore o scadere nel pietismo.

LA DISABILITÀ NON È TUTTO

“Nato all’incontrario” è un libro che non parla solo di disabilità, Francesco fa dell’esperienza della sua esistenza una guida pratica per una vita piena nonostante la disabilità. Un aspetto molto interessante, e su cui troppo spesso non si pone la giusta attenzione, è quello della distanza tra le esperienze che fanno le persone che, per lo loro fortuna, godono di una buona salute e le persone che nascono con una salute segnata da qualche, o molte, difficoltà. Il libro di Francesco ne parla ma un approfondimento più accurato avrebbe giovato al racconto complessivo e al valore dell’opera.

IL PRIMO BAGNO A SANTA MARINELLA A 36 ANNI 

Un esempio su tutti (riportato anche nel libro): Francesco il primo bagno nel mare l’ha fatto con me. A Santa Marinella, a 36 anni. Era il 2018 e io stavo attraversando il periodo più buio della mia vita, Francesco mi ha offerto la sua spalla, che ho inondato con tutte le mie lacrime, ed è stato il porto sicuro che ha dato riparo alle mie tristezze. Dopo qualche reticenza si è lasciato convincere a mostrare in spiaggia “la cartina geografica” delle sue cicatrici (lui la chiama così) e a fidarsi di me che l’avrei accompagnato in un rapido tuffo. Con passo incerto (il terreno instabile dei ciottoli di Santa Marinella non aiuta la sua andatura claudicante) è riuscito a entrare in acqua e a bagnarsi almeno fino alla vita. Ascoltare le sue risate mentre faceva il bagno per la prima volta è stato come ascoltare le risate di un bambino. E forse erano proprio quelle.

NATO ALL’INCONTRARIO: UN’ESISTENZA FUORI DAL COMUNE

Io conosco la vita di Francesco al di là delle pagine di “Nato all’incontrario”. Il libro, da un punto di vista da “insider”, ha due livelli di lettura. Il primo è quello più immediato, una disamina giornalistica nella quale si può rintracciare qualche inciampo stilistico (come il ricorso, a volte forzato, al linguaggio politically incorrect), alcuni gap narrativi e qualche ridondanza.

Il secondo, più alto e profondo, è quello che guarda al racconto di una vita eccezionale di una persona che è caduta, è sprofondata e con una tenacia testarda (da “testone sardo” come spesso e volentieri lo apostrofo amorevolmente) si è rimessa in piedi. Un’esistenza straordinaria che ha trovato nella fede la sua pace ma che può essere d’esempio per tutti, al di là delle differenze. In definitiva, “Nato all’incontrario” è un libro sulla speranza, sul valore dell’amicizia, è un inno all’accettazione dell’esistenza con tutte le sue imperfezioni.

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