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Bangladesh

Che cosa cambierà in Bangladesh con Muhammad Yunus

L'intervento di Giuseppe Torluccio, professore ordinario Università di Bologna e vicepresidente Fondazione Yunus Italia

A Manila, il mese scorso ho avuto occasione di incontrare nuovamente l’amico Muhammad Yunus, economista Premio Nobel per la Pace, oggi alla guida del Bangladesh. L’occasione è stata il Social Business Day, evento che convoca da tutto il mondo accademici, imprenditori, startupper, operatori economici e sociali che si richiamano al pensiero dell’economista. Solo un mese fa, a cena insieme, eravamo decisamente in apprensione, per la persecuzione subita da Yunus in Bangladesh, persecuzione politica e giudiziaria, che ne minacciava la libertà personale e l’intensa attività nel guidare i giovani verso un nuovo modello economico e sociale. Ricordo però le parole di fiducia di Yunus sul ruolo cruciale delle nuove generazioni nel produrre cambiamenti sociali. Oggi, quel presagio si è concretizzato in modo straordinario. Non ci ha stupiti quindi vedere le folle di giovani universitari nelle piazze di Dhaka invocare il nome di Yunus: il legame tra il Professore, ormai 84enne, e le masse di giovani che chiedono il cambiamento è forte in tutto il mondo e ancor di più lo è nel suo Paese.

Gli eventi degli ultimi giorni in Bangladesh hanno segnato una svolta storica. La pressione esercitata dalle proteste studentesche ha portato alla caduta del governo della premier Sheikh Hasina, costringendola a dimettersi e a lasciare il Paese. L’onda di un movimento guidato da giovani studenti ha fatto crollare un sistema che sembrava inamovibile, spingendo il presidente Mohammed Shahabuddin a sciogliere il Parlamento e a trovare un’alternativa. In questo contesto tumultuoso, è emersa la figura di Muhammad Yunus, che ha accettato l’incarico di Chief Adviser, ovvero di capo del governo ad interim per un periodo di 90 giorni. Yunus, conosciuto come il “banchiere dei poveri” per il suo lavoro rivoluzionario con il microcredito, si è detto onorato della fiducia riposta in lui dai giovani manifestanti. La sua esperienza e il suo prestigio internazionale sono elementi chiave per guidare il Paese attraverso una transizione pacifica e democratica. Basti pensare che, quando Yunus veniva trascinato nei Tribunali per motivi politici a mobilitarsi furono centinaia di personalità di caratura internazionale, tra cui 100 premi Nobel. Il movimento “Students Against Discrimination” è stato il motore della rivoluzione. La loro mobilitazione ha portato a gravi scontri di piazza e violenze, ma anche a un cambiamento politico significativo. Gli studenti hanno dimostrato un’incredibile capacità di organizzazione e un forte senso di determinazione, riuscendo a far dimettere un governo e a influenzare direttamente la formazione di un nuovo esecutivo.

Una delle ragioni della riscossa studentesca va cercata nella demografia del Bangladesh. Con una popolazione di oltre 171 milioni di abitanti (più del doppio del più grande Paese europeo), il Bangladesh è una nazione giovane: l’età media è di soli 27 anni. Questo dato è in netto contrasto con la media italiana che supera i 48 anni e quella europea che si avvicina ai 45. In un Paese dove i giovani sono la maggioranza, il loro peso politico e sociale può esercitare una pressione significativa e ottenere risultati concreti. La situazione nelle strade di Dhaka è ora relativamente calma. Dopo gli scontri che hanno causato la morte di almeno 122 persone, il traffico è ripreso, i negozi hanno riaperto e i voli internazionali sono tornati operativi. Tuttavia, la comunità internazionale osserva con apprensione, ma Yunus ha davanti a sé il compito non facile di favorire la transizione verso una nuova stabilità del Paese e l’affermazione di un’autentica democrazia. Il generale Waker-Uz-Zaman, capo dell’esercito bangladese, ha espresso fiducia nella capacità di Yunus di guidare il Paese attraverso un processo democratico. Questa transizione rappresenta una svolta epocale per un Paese spesso intrappolato tra dittature militari e leadership autocratiche.

Un aspetto fondamentale è l’importanza del legame tra economia e democrazia. I regimi non autenticamente democratici tendono a limitare le libertà economiche, soffocando l’innovazione e impedendo forme di crescita inclusive. Yunus ha sempre sostenuto che i diritti sociali possono essere garantiti solo attraverso un’economia equa e inclusiva. Il suo lavoro con il microcredito è un esempio concreto di come sia possibile promuovere l’equità economica, permettendo ai più poveri di migliorare la propria condizione attraverso l’iniziativa economica. La soggettività economica chiama quella politica e viceversa.

Per l’Europa, questa relazione tra economia e democrazia è una lezione da tenere in considerazione. Le politiche economiche devono essere orientate a garantire opportunità per tutti, riducendo le disuguaglianze e promuovendo uno sviluppo sostenibile. Forme economiche che garantiscano giustizia sociale ed equa distribuzione delle opportunità reggono il patto sociale democratico, in cui tutti i cittadini possano partecipare pienamente alla vita politica ed economica.

L’esperienza di Yunus ci ricorda che la credibilità dei leader dipende dalle esperienze reali del curriculum, non dalle promesse. Il microcredito promosso dalla Grameen Bank ha permesso a milioni di persone di uscire dalla povertà, dimostrando che una nuova economia può essere uno strumento di inclusione e di sviluppo sostenibile.

Il Bangladesh si trova ora davanti a un’opportunità storica. Con Muhammad Yunus alla guida del governo ad interim, il Paese ha la possibilità di avviare un processo di rinnovamento democratico e di costruire una società più giusta e inclusiva. Tuttavia, le sfide rimangono enormi e la strada verso la stabilità e la prosperità non sarà facile.

La comunità internazionale dovrà non esitare a sostenere questo processo, offrendo assistenza e monitorando da vicino gli sviluppi. È fondamentale che le nuove elezioni siano libere e trasparenti, e che tutti i cittadini bangladesi possano partecipare senza timori di repressioni o violenze. L’impegno concreto dei giovani e la leadership di figure come Yunus, giovane da più tempo, sono segnali di speranza importanti, anche per noi europei.

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