La Moldavia spazza le preoccupazioni europee e consolida la sua rotta occidentale. Nelle elezioni parlamentari il partito di governo Pas ha difeso la sua maggioranza assoluta, ottenendo poco più della metà dei voti e confermandosi come principale forza politica del paese. Il risultato, sorprendente nelle sue dimensioni, segna una nuova vittoria per il campo filoeuropeo e consolida la linea intrapresa dalla presidente Maia Sandu verso l’integrazione nell’Unione Europea.
VITTORIA DEL PAS
Con lo scrutinio quasi concluso, il Partito azione e solidarietà (Pas), guidato dal premier Dorin Recean e vicino alla presidente Sandu, ha conquistato circa il 50% dei consensi, che si traducono in 55 seggi su 101 in parlamento. Pur avendo perso alcuni scranni rispetto alle precedenti elezioni, la formazione di governo ha centrato l’obiettivo – ritenuto quasi impossibile – di mantenere la maggioranza assoluta. Al secondo posto si è piazzato il Blocco patriottico dei socialisti e dei comunisti, considerato vicino a Mosca, con il 24,2% e 26 seggi. Altri tre partiti e alleanze hanno superato la soglia di sbarramento e faranno il loro ingresso in parlamento. I voti della diaspora, ancora da conteggiare, potrebbero rafforzare ulteriormente la posizione del Pas, visto l’orientamento tradizionalmente filo-occidentale degli elettori all’estero.
L’esito rappresenta un secondo segnale forte in poco meno di un anno di sostegno alla direzione europea del paese. Lo scorso novembre, infatti, un referendum aveva introdotto l’obiettivo di adesione all’Ue direttamente nella Costituzione moldava, seppur con un margine ristretto (https://www.startmag.it/mondo/moldavia-referendum/).
INTERFERENZE RUSSE
La campagna elettorale è stata segnata, ancora una volta, dal tema delle interferenze russe. Sui social network sono circolate numerose notizie false, tra cui presunti piani occidentali per trascinare la Moldavia nel conflitto ucraino. Le autorità hanno denunciato reti di influencer pagati per diffondere propaganda anti-governativa e destabilizzare il dibattito pubblico.
Nei giorni immediatamente precedenti al voto, la polizia ha arrestato 74 persone accusate di essere state addestrate all’estero per organizzare disordini il giorno delle elezioni. Le autorità hanno inoltre segnalato tentativi di attacchi informatici contro la commissione elettorale e minacce di attentati presso seggi all’estero. L’azione energica dello Stato per contenere le interferenze ha sollevato critiche per la durezza delle misure adottate, come la squalifica di partiti poco prima della consultazione, motivata con finanziamenti illegali.
Il risultato è però tale nelle proporzioni da rendere poco credibili le rimostranze degli sconfitti. E tuttavia il leader socialista ed ex presidente Igor Dodon, candidato di punta del Blocco patriottico, ha convocato una manifestazione di protesta per contestare i risultati.
IN BILICO TRA EUROPA E MOSCA
La Moldavia resta un territorio fragile dal punto di vista geopolitico, con 2,5 milioni di abitanti, una significativa minoranza russofona e la persistente presenza militare di Mosca nella regione separatista della Transnistria. La dipendenza energetica dalla Russia e le difficoltà economiche interne rendono complesso il percorso di avvicinamento all’Unione Europea.
La campagna elettorale è stata dominata dal tema della scelta di fondo tra Europa e Occidente e Russia: poco spazio è stato dato ai temi di politica interna, che pure assillano la vita quotidiana dei cittadini. A queste preoccupazioni ora il governo dovrà finalmente dare risposte. Il partito vincitore punta molto, forse tutto, sul supporto finanziario di Bruxelles.
La presidente Maia Sandu ha visto premiata la sua linea coerente: ridurre l’influenza russa, rafforzare lo Stato di diritto e proiettare il paese verso l’Occidente. Dal 2022 la Moldavia è candidata ufficiale all’ingresso nell’Ue, e il Pas ha promesso in campagna elettorale di raggiungere l’adesione entro il 2028. Una strategia che ha rafforzato appunto la polarizzazione del confronto politico, presentando la scelta come una dicotomia netta tra Russia e Occidente.
Se una parte dell’elettorato resta scettica o più attenta a temi economici che a quelli geopolitici, il voto di domenica ha comunque confermato la prevalenza del progetto europeo. Il risultato finale rafforza così la leadership di Sandu e del suo governo, aprendo una nuova fase di consolidamento del percorso europeo della Moldavia, ma anche una stagione di sfide interne ed esterne che metteranno alla prova la stabilità del paese.