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Ospedale Gaza

Mohammed Deif, ecco chi terrorizza Israele con i soldi dell’Iran

Deif è il comandante militare supremo delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio militare di Hamas, la più spietata organizzazione terroristica attiva a Gaza. Il punto

Ieri il mondo ha assistito in diretta social al terrore che si dispiegava per le strade di Israele, vilmente attaccata in un giorno di festa da terra, dal mare e dall’aria. Immagini strazianti di villaggi colpiti da missili che nemmeno il sistema di difesa Iron Dome è riuscito a intercettare; famiglie intere massacrate nelle loro case o alle fermate degli autobus; civil di tutte le età e soldati sequestrati e trascinati a Gaza per essere malmenati da folle urlanti.

Il bilancio di quello che è stato appropriatamente definito l’11 settembre di Israele è pesantissimo: 300 cittadini morti, quasi un migliaio di feriti e un numero imprecisato di ostaggi, cui vanno aggiunte le vittime dei raid punitivi dell’aviazione dello stato ebraico a Gaza, l’enclave palestinese restituita da Gerusalemme dopo la drammatica evacuazione del 2005.

Un massacro insomma voluto e architettato anche dal principale nemico di Israele, l’Iran, ed eseguito dal suo uomo di riferimento a Gaza, quel comandante dell’ala militare di Hamas che porta il nome di Mohammed Deif.

Chi è Mohammed Deif?

Deif è il comandante militare supremo delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio militare di Hamas, la più spietata organizzazione terroristica attiva a Gaza, armata e finanziata dalla Repubblica islamica.

È uno degli uomini più ricercati al mondo che è sopravvissuto a svariati tentativi di assassinio da parte delle forze di Israele. È noto anche come “il fantasma” per la sua abilità ad eludere la sorveglianza israeliana con uno stile di vita al limite del nomadismo. Di lui esiste solo una foto sbiadita proprio come fu per Matteo Messina Denaro.

Deif è nato nel 1965 nel campo profughi di Khan Yunis all’epoca in cui Gaza era amministrata dall’Egitto. Aderisce ad Hamas alla fine degli anni Ottanta, quando la prima intifada volgeva al termine, e acquisisce precoce notorietà per il suo ruolo nell’uccisione e nel rapimento di soldati israeliani. E’ uno dei leader delle brigate Qassam, di cui nel 2002 diventa il comandante dopo la morte del precedente capo, Salah Sheade, in un raid israeliano.

Da allora conduce un’esistenza nell’ombra e pare che sia rimasto paralizzato a causa delle numerose ferite subite durante molteplici attacchi di Gerusalemme. Il più recente attentato alla sua vita risale al 2014, quando un bombardamento israeliano ha causato la morte della moglie e del figlio piccolo.

Da quando è diventato comandante non è più apparso in pubblico. La sua voce era stata udita l’ultima volta nel maggio 2021, quando ammonì Israele del “duro prezzo” che avrebbe pagato se non avesse soddisfatto le richieste di Hamas su Gerusalemme.

Nel 2009 viene inserito dagli Usa nell’elenco degli Specially Designated Global Terrorists. Il Dipartimento di Stato lo descrive come “una figura chiave dell’ala militare di Hamas” accusandolo di essere responsabile di “numerosi attacchi terroristici contro civili israeliani”.

Nel corso della sua lunga carriera criminale si è distinto per l’abilità nelle tattiche della guerra asimmetrica, incluso l’impiego di attentatori suicidi, razzi, droni e tunnel.

Il proclama.

Ieri Deif è uscito allo scoperto con un proclama diffuso sui social media ad attacco in corso: una vera e propria chiamata alle armi del “nostro popolo a Gerusalemme… nel Negev, in Galilea e nel Triangolo”, ossia l’area di Israele compresa tra Umm al-Fahn e Wadi Ara.

Nel pieno stile degli appelli dell’Isis ai lupi solitari, nel messaggio Deif ha esortato i palestinesi ad attaccare Israele “con tutti i mezzi e gli strumenti a vostra disposizione … Tirate fuori le vostre pistole oggi, e chiunque non abbia una pistola porti un coltello, una mannaia o un’ascia”.

“O giusti mujahedeen – le parole scandite dal comandante – questo è il vostro giorno affinché facciate capire al nemico che il suo tempo è giunto”.

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