skip to Main Content

Modello Umbria per il centrodestra, anzi destracentro?

Il post di Paola Sacchi, già inviata di politica all'Unità e a Panorama

 

Modello Umbria per il centrodestra? Anzi destracentro, a determinante trazione leghista, ma sempre con un centro che, per quanto malmessa, continua a rappresentare Forza Italia con i suoi candidati?

La forza trainante della Lega di Matteo Salvini ha ribaltato le cose fino alla possibilità di trasformare l’Umbria in cuore verde d’Italia anche sul piano politico. Ma nelle ex roccaforti rosse, nelle città simbolo, travolte dall’onda lunga salviniana, è un fatto che a cominciare dal capoluogo Perugia siano azzurri o di estrazione azzurra i candidati, di cui la fortissima Lega dimostra di avere bisogno ancora per vincere.

Sono Andrea Romizi, uno dei giovani leoni quarantenni cresciuto in Forza Italia, schivando volutamente sempre la ribalta nazionale, figlio dell’alta borghesia locale, già al suo secondo mandato, riconfermato il 26 maggio alla guida del capoluogo di Regione.

C’è poi un’altra quarantenne emergente di estrazione tutta azzurra da tenere d’occhio: Roberta Tardani, candidata sindaco di Orvieto (la prima donna di centrodestra che compete alla guida della città della Rupe), alla prova del fuoco del ballottaggio di domenica prossima 9 giugno con l’attuale sindaco di un Pd scosso da lotte interne, Giuseppe Germani.

Orvieto è piccola, ma l’importante storia del libero Comune medievale che le ha assegnato, indipendentemente dal numero di abitanti sulla rocca sempre più spopolata, lo status di “città”, la fa diventare ancora oggi un possibile luogo simbolico anche a livello nazionale di una svolta.

Tardani non nasce oggi politicamente, capogruppo di Fi in consiglio comunale, fu il numero due di Antonio (detto Toni) Concina, ex top manager Tim e Rcs e profugo dalmata, che per primo in Umbria nel 2009 travolse il “muro rosso” dopo 60 anni.

Con una lista civica, collegata a Forza Italia si insediò alla guida della prima giunta di centrodestra in Umbria, che fece da apripista a Romizi a Perugia. È durato un solo mandato, alla seconda sfida vinse in città ma non nelle frazioni ancora molto rosse. Gli attribuiscono il merito di aver evitato il commissariamento di Orvieto per i conti fuori posto. Tardani, la sua vice allora trentenne, uno dei più giovani amministratori d’Italia, ora torna come candidato sindaco che al primo turno ha sfiorato il 44 per cento dei consensi, con una Lega che ha toccato quasi quota 39 per cento.

Torna la numero due della prima giunta di centrodestra dell’Umbria rossa ma a capo di un lista civica “Progetto Orvieto” per bypassare certe lotte intestine e incomprensibili ai più all’interno di Forza Italia. Decisivo l’intervento leghista da parte della “commissaria” Barbara Saltamartini, presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio, mandata da Salvini sul campo.

Tardani d’azzurro vestita, dal linguaggio moderato ma molto concreto, chiamata da Salvini già “sindaco”, comunque domenica finirà, ieri sera a Orvieto in una piazza così gremita che non si vedeva dai tempi di Pietro Ingrao e del Pci, è a capo di un destracentro trainato dal Carroccio, con Fi e Fratelli d’Italia.

Qualcuno, secondo la lettura del bicchiere semivuoto, che sembra prevalere in certe contorsioni azzurre nazionali, potrebbe vedere in lei o in Romizi la resa di Fi alla travolgente onda del “capitano”. Che indubbiamente è travolgente, come la piazza di Orvieto ha dimostrato. Salvini è stato un vero mattatore, omaggiando subito la “splendida” città, da sempre unita dal collante inossidabile, trasversalissimo questo davvero, dell’orgoglio per la sua bellezza e la sua storia. Si potrebbe dire, secondo le spiegazioni retroscenistiche di maniera, che la Lega abbia fatto un ottimo shopping.

Ma forse si potrebbe anche dire che Forza Italia nelle sue varie componenti, l’una contro l’altra armate, dovrebbe essere più consapevole di sé e del valore aggiunto delle forze di cui dispone sul territorio, spesso sconosciute o quasi alla ribalta nazionale, ma lo stesso giudicate nei fatti dalla stessa pragmatica Lega ancora quel “tocco” decisivo per la vittoria.

Back To Top