Skip to content

Milano, ecco le accuse dei pm a Tancredi, Catella e non solo

La Procura di Milano ha chiesto sei arresti, tra cui quello di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Palazzo Marino, e Manfredi Catella, l’immobiliarista fondatore di Coima, in uno dei filoni dell'inchiesta sulla gestione dell'urbanistica. Tutti i dettagli nell'articolo dell'Adnkronos

La Procura di Milano ha chiesto sei arresti, tra cui quello di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Palazzo Marino (nella foto a sinistra), e Manfredi Catella, l’immobiliarista fondatore di Coima, in uno dei filoni dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica.

LA RICHIESTA D’ARRESTO PER CATELLA DI COIMA

Oltre ai domiciliari per Tancredi, la procura di Milano ha chiesto gli arresti in casa anche per Catella. I pubblici ministeri hanno invece chiesto il carcere per un altro costruttore, Andrea Bezziccheri, già indagato per altri progetti edilizi; e per due ex componenti della Commissione per il paesaggio del Comune: Giuseppe Marinoni, che l’ha presieduta, e l’architetto Alessandro Scandurra. Stessa misura è stata chiesta anche per l’architetto Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S specializzata anche nella realizzazione di strutture sportive.

Le accuse ipotizzate dalla procura diretta da Marcello Viola sono a vario titolo di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gip Mattia Fiorentini dovrà decidere sulle sei richieste di custodia cautelare. Gli interrogatori preventivi sono fissati per il prossimo 23 luglio.

TRA GLI INDAGATI STEFANO BOERI

Sono invece una ventina gli indagati nel nuovo filone di inchiesta sull’urbanistica su cui lavora la Procura. Tra questi c’è anche l’architetto Stefano Boeri, già coinvolto nell’indagine Beic e nel BoscoNavigli.

“L’INCONTROLLATA ESPANSIONE EDILIZIA”

La richiesta di sei arresti e di una ventina di acquisizioni e perquisizioni nel campo dell’urbanistica è legata – si legge nella nota della Procura di Milano – a un “fenomeno legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia” che ha assunto “dimensioni di rilievo notevolissimo”, tant’è che le indagini, coordinate dalla Procura ed eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, “hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri e all’adozione di misure cautelari personali” si legge nel comunicato della procura guidata da Marcello Viola.

Un “patto corruttivo” tra pubblico e privato con l’obiettivo di un ‘Pgt ombra’ e di una trasformazione urbanistica fuori dalle regole è quello di cui si sarebbero resi protagonisti alcuni degli indagati, oltre venti, coinvolti in un filone d’indagine della Procura di Milano sulla rigenerazione cittadina poco incline al verde ma pronta a far svettare il cemento.

“L’accordo corruttivo” sarebbe stato remunerato – si legge nel decreto di perquisizioni e sequestro – “anche attraverso contratti di collaborazione e di partenariato di fatto’”. In sostanza Marinoni, usando la sua funzione pubblica, avrebbe favorito – secondo l’accusa – gli interessi economici della società privata, “favorendone l’ottenimento di incarichi professionali” e favorendo “gli interventi edilizi” sottoposti alla valutazione della Commissione paesaggio, “in cambio della partecipazione di Marinoni ai conseguenti affari e guadagni”. In forza di tale “intesa corruttiva” Marinoni “si proponeva di condizionare le scelte amministrative di trasformazione urbanistica oggetto di valutazioni della Commissione per il paesaggio, condivise con l’assessore Tancredi, il quale dava contributo alla realizzazione del patto corruttivo”, da un lato agevolando l’attività svolta dal Marinoni “in conflitto di interessi”, dall’altra fornendo “specifico supporto all’affare Nodi e Porte metropolitane, accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con gli operatori privati interessati alla realizzazione dei progetti urbanistici elaborati dalla J+S srl e dalla Studio Marinoni”.

LE ACCUSE RIVOLTE A CATELLA, BOERI E TANCREDI

Catella e Boeri si sarebbero rivolti a Tancredi per farlo “interferire” nelle valutazioni della Commissione per il paesaggio, “così inducendo indebitamente il presidente della Commissione Paesaggio Marinoni a orientare la Commissione (stessa, ndr) a esprimere parere favorevole” sull’intervento edilizio denominato P39-Pirellino e Torre botanica, è uno dei passaggi del decreto di perquisizioni e sequestro della Procura di Milano.

In particolare Tancredi, “facendo proprie le richieste di Boeri e Catella che minacciavano la ‘rottura’ delle relazioni che la mancata approvazione avrebbe provocato e riferendo che ‘ovviamente’ anche il sindaco Sala (estraneo, ndr) era stato informato da Boeri per averne l’appoggio, faceva pressioni su Marinoni, affinché facesse esprimere la Commissione in modo favorevole sull’intervento così da garantire gli interessi di Catella e Boeri”.

All’esito di queste “ripetute pressioni” su Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione per il paesaggio, nella seduta del 5 ottobre 2023, la Commissione esprimeva il parere favorevole, utilità indispensabile per ottenere le autorizzazioni edilizie, come richiesto da Tancredi che sponsorizzava gli interessi di Boeri e Catella” sostiene la pubblica accusa.

Torna su