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Chi fa già campagna elettorale su Lampedusa?

Sbarchi continui a Lampedusa: le manovre di Meloni che cerca una sponda con la Commissione europea e le mosse di Salvini con Le Pen. Il taccuino di Guiglia.

Sono i numeri a spiegare l’esasperazione dei lampedusani, che pure meriterebbero il premio Nobel per l’accoglienza -se esistesse – per come hanno lenito il dolore del mondo negli ultimi trent’anni. Nell’isola dei seimila abitanti sono arrivati quasi dodicimila migranti in una settimana. I numeri hanno indotto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a volare nell’ultimo lembo d’Italia con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, perché Lampedusa è la prima frontiera d’Europa.

VON DER LEYEN A LAMPEDUSA, LE PEN A PONTIDA

La visita, pur necessaria ma non sufficiente per affrontare l’inarrestabile fenomeno dei migranti dall’Africa, è avvenuta nelle stesse ore in cui altrove, nel profondo Nord di Pontida, si consumava un’altra alleanza rispetto al travagliato Sud siciliano, tutti alle prese con l’immigrazione senza confini: Matteo Salvini e Marine Le Pen hanno suggellato l’intesa per un’Europa diversa dall’attuale guidata da Ursula, cioè da una coalizione basata su popolari e socialisti.

Matteo e Marine lanciano il fronte di tutte le forze alternative alle sinistre, incolpate anche di non saper né voler gestire gli sbarchi di chi sogna l’Europa. Dunque, una versione europea del centrodestra italiano.

Ma il radicalismo della destra francese e soprattutto tedesca è incompatibile con l’imprescindibile alleanza coi popolari. E forse anche coi conservatori: ecco perché la Meloni, che li rappresenta, non prende posizione e attende il verdetto elettorale degli europei, giugno 2024, per capire se, come e con chi sarà possibile una coalizione senza socialisti.

LE GRANDI MANOVRE PER LE ELEZIONI EUROPEE

Al via le grandi manovre per il voto di Strasburgo. Ma intanto Lampedusa esplode e von der Leyen, che a sua volta spera nella rielezione e non disdegnerebbe anche l’appoggio della Meloni, per la prima volta annuncia: “Decideremo noi chi entra in Europa, non i trafficanti”. Poi presenta un piano in 10 punti per venire incontro alle richieste dell’Italia.

A sua volta il governo Meloni punta a bloccare le partenze dall’Africa e a rimpatriare, anziché a redistribuire, i migranti privi del diritto di restare nell’Ue, cioè la stragrande maggioranza degli arrivi illegali. Sarà ampliato il termine di trattenimento fino a 18 mesi in centri riattivati o istituiti nuovi.

“Una rivoluzione copernicana”, definisce la presidente del Consiglio l’annuncio della linea dura sul tema che scotta. Polemizza Elly Schlein (“Meloni ha preso in giro il Paese”), ma i sindaci del Pd chiedono misure più rigorose sull’immigrazione. La campana di Lampedusa suona per tutti.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi)
www.federicoguiglia.com

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