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Salvini

Non solo energia, tutte le scintille fra centrodestra, centrosinistra e terzo polo

L'energia al centro della campagna elettorale. Ecco come e perché. La nota di Paola Sacchi

 

Giorgia Meloni e Matteo Salvini, entrambi in Sicilia per la campagna elettorale, si abbracciano per una foto opportunity sul lungomare di Messina. “Le divisioni, rabbia e polemiche le lasciamo tutte alla sinistra”, dice il leader della Lega. E Meloni gli fa eco sui social.

Il caso, cavalcato subito dal centrosinistra e “terzo polo”, di presunte divisioni sulla premiership si sgonfia. Un peso decisivo lo ha avuto la stessa secca nota con la quale il Quirinale ha smentito “lo stupore”, attribuitogli da un articolo del Corriere della sera sulla frase in cui Meloni aveva detto che in caso di vittoria del centrodestra e affermazione di FdI non vede “la ragione per cui Mattarella dovrebbe indicare una scelta diversa” dalla sua. Parole con cui si fa capire che dal Colle non ci sono preclusioni nei confronti della destra.

Questo non significa che la competizione interna tra leader del centrodestra sia venuta meno. Lo stesso leader della Lega ribadisce di essere in corsa pure lui per la guida di Palazzo Chigi. E il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, afferma che anche “FI potrebbe proporre un suo nome” . Ma questo non significa scontro. Come abbiamo già scritto, la “gara” interna, nell’ambito di quella con gli avversari, è prevista dalle regole stesse stabilite dall’accordo sottoscritto dai leader, dove è fissato che “chi prenderà più voti” proporrà il nome al Capo dello Stato. Passaggio, questo, che aveva sottolineato Salvini l’altro giorno con toni felpati a chi gli aveva chiesto cosa pensasse della risposta data sul tema da Meloni, in un’altra intervista-comizio.

Ci sono ricette diverse però tra Meloni e Salvini sull’immigrazione clandestina: se Meloni ribadisce la necessità del blocco navale, ma spiega che il punto è fare una missione europea per bloccare le partenze in accordo con le autorità libiche, Salvini, a sua volta, ripropone i suoi decreti sicurezza: “Si sono rivelati efficaci e ci vogliono 10 minuti per ripristinarli”. Tajani invece batte il tasto sulla necessità di accordi con i Paesi rivieraschi, come avevano fatto i governi Berlusconi, e di un piano Marshall per l’Africa.

Ma si tratta di sfumature contenute nel programma di ogni partito che ha accompagnato quello di indirizzo generale di tutto il centrodestra, in cui il tema della sicurezza e della necessità di mettere argini e controlli all’immigrazione clandestina è centrale. Così come al primo posto viene messa l’appartenenza alla Ue e all’Alleanza Atlantica. Tajani, che è anche vicepresidente del Ppe, annuncia l’arrivo in Italia del presidente dei Popolari Europei, Manfred Weber, e ricorda il ruolo di FI, “il centro liberale, garantista, europeista, atlantico, garante della coalizione”. Dove ha sempre ribadito insieme con Silvio Berlusconi, “non ci sono forze estremiste, ma partiti che condividono i nostri stessi valori”.

Ma il dibattito tra i partiti è sempre dominato dall’emergenza energia. Da un lato Salvini propone un'”armistizio” ma solo per trovare una soluzione tra partiti da proporre a Mario Draghi sul tema, senza sospendere la campagna elettorale come aveva invece proposto Carlo Calenda; dall’altro lato, Enrico Letta, teso a polarizzare sempre più la campagna elettorale, pur proponendo misure urgenti anche lui, accusa il centrodestra di chiedere “soluzioni a Draghi dopo averlo fatto cadere”.

Ma Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, vicesegretario della Lega, in un’intervista a Il Corriere della sera ricorda che il governo, in carica per gli affari correnti, “ha i poteri per intervenire”, definisce quelli subiti dalle aziende con il rialzo delle bollette “danni di guerra”. Giorgetti apprezza l’iniziativa di Salvini. Il quale rilancia: “A settembre si può votare un decreto energia copiandolo dalla Francia. Facciamo come ha fatto Macron. In Francia hanno messo un tetto per le bollette al 4%”. Anzi, aggiunge: “Se tutti i partiti ci stanno, domani si dà mandato al governo in carica di approvare uno stanziamento di 30 miliardi per bloccare da dopodomani l’aumento delle bollette. Si può fare. Lo stanno facendo altri paesi europei. La Lega è pronta. Se non si fa è perché qualcuno non lo vuole fare”.

È da aprile che la Lega aveva lanciato l’allarme sull’energia insieme con appelli di Berlusconi rivolti a Draghi anche sul nucleare. Matteo Renzi, in tv a “Quarta Repubblica”, da Nicola Porro, però attacca Salvini e Meloni, ricordando la loro posizione contraria al referendum del 2017 sulle trivellazioni. Il leader di Iv mette al centro anche il parere contrario al rigassificatore del sindaco FdI di Piombino.

Salvini replica secco: “Renzi ha cambiato 38 volte idea in 38 giorni, quindi non mi interessa polemizzare con lui”. Ma Renzi ne ha anche per Letta e le alleanze fatte anche con la sinistra radicale, e dice che secondo lui ci sarà un congresso del Pd.

I dem, dati dai sondaggi con uno stacco notevole sotto il centrodestra, sembrano sempre più inseguire di fatto gli avversari contro cui lanciano l’allarme rosso. E questo più che concentrarsi, invece, in modo autonomo sul loro programma. Un limite nell’approccio alla campagna elettorale che riconosce in uno dei suoi podcast “Impressioni di settembre” sul voto Claudio Velardi, ex lothar dalemiano a Palazzo Chigi.

Ma il centrodestra ha un nemico in più: l’astensionismo. Berlusconi lancia l’allarme nel suo intervento quotidiano sui social, con un forte appello agli elettori: “Votare il 25 settembre è più che un diritto un vostro interesse, un dovere”. Prosegue, il Cav: “Davvero non vi importa delle vostre pensioni e di dover pagare tasse così alte?”. Aggiunge: “Siete contenti se siete lavoratori dipendenti che il vostro stipendio venga più che dimezzato dallo Stato o di essere richiamati dalla giustizia dopo un lungo processo? Non credo davvero”. Berlusconi ha annunciato anche il suo arrivo su Tik-Tok. Dove Salvini da due giorni fa dirette serali.

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