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Blocco Navale

Il blocco navale di Meloni? Una nuova operazione Sophia. Parola di Fratelli d’Italia

Fratelli d'Italia propone un "blocco navale" per fermare l'immigrazione irregolare. Meloni: è un'iniziativa europea in accordo con le autorità libiche. Fazzolari, responsabile del programma di FdI, spiega che il partito vuole "ripartire dalla missione Sophia" (che Meloni criticò). Tutti i dettagli

 

La proposta principale di Fratelli d’Italia – il primo partito per intenzioni di voto alle elezioni del 25 settembre, secondo i sondaggi – per il contenimento dell’immigrazione irregolare consiste in un “blocco navale” per fermare le imbarcazioni intente a trasportare i migranti dal Nordafrica alle coste italiane.

COS’È UN BLOCCO NAVALE

Un blocco navale, per definizione, è però un’operazione militare messa in atto in un contesto di guerra: come riassume Il Post, “concretamente, comporta che un esercito spari a vista contro le navi nemiche”. Il blocco navale, tra l’altro, fu applicato dal governo Prodi nel canale d’Otranto.

COSA HA DETTO MELONI

“Continuiamo a sentire dire che il blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra. Sono circa cinque anni che cerco di spiegare la nostra proposta di blocco navale: è una iniziativa europea in accordo con le autorità libiche”, ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a RTL 102.5.

Nel programma di Fratelli d’Italia si legge infatti di un “blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del Nord Africa, la tratta degli esseri umani”.

Meloni, dunque, immagina un blocco delle partenze delle navi che trasportano migranti concordato con il governo della Libia (ma i gruppi di potere presenti nel paese sono tanti) e coordinato dall’Unione europea.

– Leggi anche: È fattibile il blocco navale proposto da Fratelli d’Italia?

L’AMMISSIONE DI FAZZOLARI

Giovanbattista Fazzolari – senatore di Fratelli d’Italia e responsabile del programma del partito (Fazzolari si considera “il sintetizzatore di Giorgia Meloni”) – ha ammesso al Foglio che il termine “blocco navale” è “una scorciatoia semantica. FdI vuole ripartire dalla missione Sophia”.

COSA PREVEDEVA L’OPERAZIONE SOPHIA

L’operazione Sophia (ufficialmente Forza navale dell’Unione europea nel Mediterraneo centrale, o EUNAVFOR) è stata un’operazione militare di sicurezza marittima lanciata dall’Unione europea nel 2015 con l’obiettivo di contrastare la tratta di migranti nel mar Mediterraneo.

“In occasione della prima proroga (20 giugno 2016)”, ha spiegato l’ISPI, “a Sophia era stato aggiunto il compito di addestrare la guardia costiera libica e contrastare il traffico di armi. Con la seconda proroga (25 luglio 2017) sono state aggiunte attività di sorveglianza e raccolta di informazioni sul traffico di petrolio e sulla tratta di esseri umani con le agenzie Frontex ed Europol”.

L’operazione Sophia si è conclusa nel marzo 2020, sostituita dall’operazione Irini per monitorare il rispetto dell’embargo sulle armi alla Libia.

L’efficacia dell’operazione Sophia è stata limitata dal suo stesso mandato, che ne limitava l’area di operatività alle sole acque internazionali, e non in quelle libiche o sulla terraferma “dove le reti di contrabbando hanno i loro quartier generali”, scrive l’ISPI.

COSA PENSAVA MELONI DELL’OPERAZIONE SOPHIA?

Le posizioni di Giorgia Meloni sull’operazione Sophia – dalla quale, secondo Fazzolari, bisogna “ripartire” – erano molto critiche: la accusava ad esempio di trasportare direttamente i migranti irregolari in Italia.

“Con la missione Sophia”, scrisse sulla sua pagina Facebook l’8 luglio del 2019, “per volontà dei Governi PD, le navi militari di tutta Europa non contrastavano l’immigrazione illegale o le attività delle ONG, ma trasportavano direttamente loro i clandestini in Italia”.

Il 18 febbraio 2020 ha scritto su Twitter che “UE sostituisce missione Sophia con pattugliamento navale e aereo per garantire embargo di armi alla Libia. Bene, ma se si può impedire arrivo armi si può impedire anche partenza barconi degli scafisti. Ora basta, serve il #blocconavale per fermare l’immigrazione illegale di massa”.

MELONI COPIA MINNITI?

Dal 2017 il governo italiano – l’allora ministro dell’Interno era Marco Minniti – ha stretto degli accordi di collaborazione con la cosiddetta Guardia costiera libica (un insieme di milizie, a dispetto del nome) per far sì che questa bloccasse le partenze dei migranti. Anche l’ISPI ha registrato però l’esistenza di contatti tra la Guardia costiera e gli stessi trafficanti di esseri umani.

Su Twitter Vitalba Azzollini, giurista e analista di Domani, ha scritto che il presunto blocco navale proposto da Fratelli d’Italia “è la prosecuzione delle politiche di Minniti, e direi delle politiche UE: respingimenti senza sporcarsi le mani in prima persona. Ma, con un preciso accordo per il blocco, alla prima sentenza della Corte di Giustizia UE saremmo condannati per ‘complicità’” rispetto alle azioni non sempre legali adottate dai libici per fermare le partenze.

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