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Cosa (non) succede fra centrodestra e centrosinistra sul Quirinale

La partita del Quirinale fra incontri, vertici e nomi. La nota di Paola Sacchi

 

“Escludere Draghi e Casini? Io non sono nato per escludere”, risponde Matteo Salvini ai cronisti, al termine di una giornata in cui anche il terzo scrutinio per il Quirinale si è concluso con una fumata nera. Notte di trattative. Ma la risposta di Salvini, riportata dall’agenzia di stampa Dire, non significa che quelli siano i nomi che vogliono la Lega e il centrodestra. Ma sono comunque i due nomi che il borsino di Montecitorio dà in risalita alla vigilia della quarta votazione di oggi dove è prevista la maggioranza assoluta.

Enrico Letta prevede nella notte che anche oggi si voterà scheda bianca. E la giornata decisiva invece potrebbe essere quella di domani, venerdì. Si ascrive, il segretario del Pd, anche una vittoria, cioè quella di aver “sventato” l’ipotesi della presidente del Senato Elisabetta Casellati che, a suo dire, avrebbe fatto “saltare ” il governo. Letta però, di fronte a Salvini che rivendica che il “Paese non può essere tenuto in ostaggio dai veti del Pd”, a questo punto parla di “una soluzione che non sia di parte”. Quindi, stando alle parole del segretario del Pd, non dovrebbe essere né di destra ma neppure di sinistra. Letta però si ferma su questo aspetto: “Non avremo un presidente di destra”.

Stamattina alle 8,30 il centrodestra deciderà se andare alla conta in aula, tentando, come sembra sollecitare in particolare Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, di fare passare un nome di area, “dopo 30 anni che il Capo dello Stato” viene dalla sinistra” (aveva ricordato anche Salvini), oppure tentare fino alla fine la strada di una soluzione condivisa. Salvini, instancabile nel suo ruolo di mediazione, che riceve anche la benedizione di Umberto Bossi (“Sta imparando”), sottolinea che mentre il Pd “non avanza proposte” la coalizione di centrodestra è pronta a fare altri nomi di alto profilo, oltre alla terna proposta l’altro ieri. Tra i nomi di alto profilo anche quello del costituzionalista Sabino Cassese, che non è uomo di destra ma si era detto d’accordo con la riforma presidenzialista.

Qui c’è un piccolo giallo delle trattative quirinalizie: secondo il quotidiano Il Foglio lo stesso Salvini avrebbe incontrato ieri pomeriggio Cassese nella sua abitazione ai Parioli, ma Salvini ha smentito: “Non so dove abita Cassese. E comunque oggi non ero ai Parioli”. Ma la smentita non dissipa il giallo. Il direttore del Foglio Claudio Cerasa: “Straconfermato”.

In serata il leader della Lega riunisce i suoi che lo accolgono con una standing ovation e gli danno pieno mandato a trattare sul nome per il Quirinale. Salvini si sente a lungo al telefono anche con Silvio Berlusconi. E Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, dice: “Berlusconi vuole un nome di centrodestra”.

La serata di ieri si chiude a tarda ora con questo interrogativo: scheda bianca anche per il centrodestra o si andrà alla conta su un nome? E se alla fine tornasse in campo anche lo stesso Berlusconi? Naturalmente questa è solo un’ipotesi molto teorica, che invoca qualche azzurro. Ma nella notte della trattativa infinita, in cui tutti incontrano tutti, tutte le ipotesi spuntano, al termine di una giornata che si chiude in realtà, ancora una volta, senza punti fermi.

E sullo sfondo, nonostante i ripetuti dinieghi del Capo dello Stato, di fatto resta sempre l’ipotesi del Mattarella bis. Letta sembra non a caso dire “dobbiamo preservare Draghi qualsiasi ruolo abbia”, quindi prende anche in considerazione l’ipotesi che il premier resti al governo? E in questo caso il Pd con i Cinque Stelle di fatto caldeggerebbero la riconferma del ticket Mattarella-Draghi?

Intanto, a notte, Letta, dopo tutti i no anche tranchant detti al centrodestra, pur non disponendo più la sinistra dei numeri necessari, sintetizza: “È tutto per aria, ma non per colpa nostra”. Oggi si ricomincia. Come? Quirinale, una sfida per il centrodestra ma anche per lo stesso vertice del Pd. Messo alla prova nella sua capacità di legittimazione dell’avversario politico. Dopo quasi 30 anni di bipolarismo.

Al termine del vertice di questa mattina, infine, il centrodestra annuncia la disponibilità a votare un nome “di alto valore istituzionale”. Ma per oggi dai grandi elettori di Lega, FI e FdI sarà astensione.

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