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Salvini

Tutti i subbugli nel centrodestra

Che cosa succede fra Salvini, Meloni e Berlusconi. La nota di Paola Sacchi

 

Matteo Salvini si pone nella veste di “pacificatore” e propone, “passati i giorni della rabbia”, un primo vertice agli alleati dopo la spaccatura del centrodestra. Un tentativo di rompere il ghiaccio, ma da effettuare non prima che il governo avrà varato il decreto contro il caro bollette.

L’emergenza energia prima di tutto, ma poiché “divisi non andiamo da nessuna parte”, intanto, fa una mossa perché il centrodestra, per il quale propone “una grande federazione con tutti i soggetti politici (comprese le formazioni minori centriste ndr)”, si rimetta attorno a un tavolo.

Intervistato a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, il leader della Lega lancia la sua proposta in una giornata che ha visto ulteriori fibrillazioni nella coalizione sul caso delle prossime regionali in Sicilia, dove si registra uno scontro tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, che fa quadrato sulla ricandidatura di Nello Musumeci.

“Lavoro per unire, non dividere, chiamerò tutti per un tavolo sui valori che ci uniscono, dalla battaglia per la riduzione fiscale a quella sulla giustizia, per un’immigrazione controllata, per la difesa della famiglia, poi chi sarà il candidato premier è l’ultima delle mie preoccupazioni. Non facciamo come in Francia dove ci sono tre candidati di centrodestra. Cosa che avvantaggia chiaramente Macron”, risponde così Salvini, collegato da casa dopo la positività al Covid (“Domenica farò un tampone, conto di tornare presto”) a una domanda di Augusto Minzolini.

Il direttore del Giornale aveva indicato tra i principali mali del centrodestra la competizione interna. Competizione innescata dalla regola, datasi dalla coalizione, in base alla quale diventa candidato premier il leader del partito con più consensi. Salvini dice di aver passato intanto la giornata “a riannodare i fili da Verona a Palermo”. Amministrative e le regionali in Sicilia sono, infatti, il primo banco di prova di un centrodestra uscito dilaniato dalle elezioni del Quirinale. E che intende continuare a essere alternativo alla sinistra: “Mi rifiuto che si torni a Renzi e Mastella che non c’entrano nulla con noi”, ribadisce il leader della Lega.

Che “il centro moderato fortemente ancorato al centrodestra” sia “alternativo alla sinistra” lo aveva già messo in chiaro Berlusconi presidente di FI e fondatore della stessa coalizione. Patti “antinciucio” sono stati riproposti con forza dalla presidente di FdI Giorgia Meloni. E ieri il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, cofondatore con Giovanni Toti di “Coraggio Italia”, ha frenato sull’ipotesi di accordo con Matteo Renzi: “Restiamo nell’ambito del centrodestra”, ha detto all’agenzia AdnKronos.

Alla base del dibattito in corso c’è la convinzione che alla fine, nonostante le spinte proporzionaliste che vengono da settori del Pd e dal neo-centro, resterà probabilmente la legge elettorale attuale che favorisce le aggregazioni.

Meloni, intanto, invita gli alleati a sostenere “compatti” la battaglia per il presidenzialismo, la riforma per la quale FdI lancia una raccolta di firme online. Salvini si dice d’accordo ma chiede al tempo stesso sostegno sui referendum per la giustizia.

Contenuti ma soprattutto le regole del nuovo stare insieme, a cominciare da quelle per la leadership, sono ora al centro del nuovo patto del centrodestra. Se vorrà restare una coalizione.

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