Rilassato e sbarbato, in versione molto berlusconiana si potrebbe dire dal momento che l’unica altra volta che si presentò così fu solo per tenere fede a un impegno preso “con Silvio”, mentre stavolta è stata colpa del rasoio che “si è portato via tutto”, Matteo Salvini al “Caffè de La Versiliana”, intervistato da direttore di Il Giornale, Alessandro Sallusti, si smarca dalla parte cucitagli addosso dalla sinistra mediatica di guastafeste del governo Meloni. Salvini, come contrariamente a una certa narrazione era prevedibile che dicesse, mette in chiaro che lui e “Giorgia” andranno avanti “fino in fondo”. E, quindi, “La Repubblica e il Corriere si mettano l’anima in pace” perché il governo arriverà fino alla fine della legislatura.
Scherza sul vertice di maggioranza che avrebbe dovuto tenersi, secondo La Repubblica, come una sorta di verifica, parola che nella cosiddetta Prima Repubblica aveva il sapore della pre-crisi. Racconta di averci scherzato su con la stessa Giorgia Meloni. Non nega che ognuno ha un forte carattere e ovviamente che le scelte sulla commissione Ue hanno registrato divisioni nel centrodestra, ma sottolinea che “sono le stesse che c’erano prima”. E che queste, pur ribadendo che “le scelte di Ursula e il green deal sono un problema per l’Italia e per l’Europa, non impediranno al centrodestra di andare avanti al governo fino al 2027. Anzi, anche di più.
Quando parla dei suoi progetti al ministero delle Infrastrutture-Trasporti, a cominciare dal Ponte sullo Stretto, ricorda che gli piacerebbe accompagnare “progetti decennali”. E a proposito di trasporti, nonostante Pier Silvio Berlusconi lo abbia criticato per non aver coinvolto la sua famiglia nella decisione, Salvini rivendica tutto il merito di aver fatto intitolare l’aeroporto di Malpensa al Cavaliere. “Che soddisfazione ora vedere atterrare la Schlein all’aeroporto Silvio Berlusconi”, esulta il leader leghista, applaudito dal parterre dove ci sono tutti i suoi fedelissimi toscani e in prima fila il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, colonna della Lega in Liguria.
Salvini, che ha proposto uno scudo giudiziario per i governatori, ha parole durissime sul caso Toti, l’ex presidente ligure da lui incontrato due giorni fa a Roma, e sull’uso politico della giustizia: “In Italia c’è un potere che in questo momento ha più potere degli altri. E lo dico con il massimo rispetto nei confronti dei magistrati. Recentemente qualche giudice ha deciso di sequestrare un governatore eletto liberamente dai cittadini”. Salvini ribadisce la sua preferenza “per i Repubblicani” alle elezioni Usa, ma aggiunge che “chiunque vinca, avrà il nostro sostegno”.
Insomma, un Salvini berlusconianamente sbarbato e di tutt’altre intenzioni rispetto a quelle molto ispide rispetto a Meloni attribuitegli dalle opposizioni sostenute da una narrazione mediatica sulla crisi o pre-crisi che non c’è.