SILENZIO PARLA (ANZI SUSSURRA) MATTARELLA
"Precisazione che arriva dai consiglieri di Mattarella: se Conte chiederà la fiducia, per tirare avanti gli basterà ottenere la maggioranza dei voti espressi. Non sarà necessario che al Senato superi «quota 161». Né la Costituzione pretende una maggioranza assoluta". (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 18, 2021
IL TERRORE SECONDO MASTELLA
«Sono tutti terrorizzati dal voto. Anche quelli dell’opposizione», dice Clemente Mastella.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 18, 2021
MASTELLA TRA MORO E CONTE
"Aldo Moro era infinito, Giuseppe Conte è garbato, felpato, levantino, e pure un poco figlio 'e 'ntrocchia", dice Clemente Mastella.
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CHE COSA FARA’ RENZI SECONDO DIAMANTI
"Difficile che Renzi vada “fino in fondo”. Perché è meglio minacciare la maggioranza restando nella maggioranza, piuttosto che “andare a fondo” con il governo", scrive Ilvo Diamanti su Repubblica.
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RENZI E CONTE VISTI DA CASINI
"Che Renzi non ami Conte mi pare abbastanza chiaro, ma che il sentimento sia affettuosamente ricambiato lo è altrettanto…", dice al Corsera Pierferdinando Casini.
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Il primo colpevole è Conte?
Casini: «Ha sbagliato chi ha gestito una crisi al rallentatore, chi cerca qua e là responsabili in ordine sparso per arrivare a 161 voti al Senato e chi alla fine è pronto ad accontentarsi di ottenere anche numeri inferiori».
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"Renzi è diventato il capro espiatorio, ma molti dei suoi giusti rilievi li faceva anche il Pd. Sia chiaro, io sono stato eletto in un collegio uninominale per il centrosinistra a Bologna e so cosa vogliono da me i miei elettori, voterò la fiducia", dice Pierferdinando Casini.
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LASCIATE I GIORNALI NELLE EDICOLE
"Soprattutto in questi momenti di crisi politica, non leggo i giornali perché spesso tendono a confondere le idee", dice a Omnibus (La7) il deputato di Forza Italia, Renata Polverini, indicata dai giornali fra i "costruttori" pro Conte 3.
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NEO CONTIANI
Nelle partecipate statali sono fioriti “contiani”: lo sono diventati l’ad di Poste Del Fante (era renziano), il presidente di Enel Crisostomo. Vicino al governo l'ad Cdp Palermo, amico di Conte è il nuovo capo dell’Anticorruzione, Busia. Filo Conte è Arcuri. (La Stampa)
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PARTITI BENEDETTI
«Credo sia possibile (ri-)creare un partito di ispirazione cattolico-democratica. Magari studiandolo con i
promotori di “Insieme”, il neo-partito di cui è membro del comitato dei garanti Stefano Zamagni», dice monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano.— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 18, 2021
COME COMUNICA IL VATICANO…
Indicazioni papali papali… (Fonte: La Verità) pic.twitter.com/c6JmqmjMeb
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Tornielli torchiato? (Fonte: La Verità) pic.twitter.com/cNEDZdLoji
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AMERICHE
Parla Robert Reich pic.twitter.com/YKwODwGsAR
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NODI SISTEMICI
2 rischi e un imperativo secondo Pierpaolo Di Stefano, ceo Cdp Equity pic.twitter.com/l3QBLsW8aJ
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SCUOLE
Riapertura delle scuole «come condizione imprescindibile e
non più procrastinabile per il grave impatto che l’assenza di esso ha sull’apprendimento e la strutturazione psicologica degli studenti», scrive il Cts (Comitato tecnico scientifico).— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 18, 2021
"In autunno lo Stato aveva arruolato 70 mila precari per le scuole, ma il sistema degli stipendi si è inceppato. L’odissea dei supplenti Covid. Uno su 4 non è mai stato pagato" (fonte: La Stampa)
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CONCESSIONI
Autostrade pic.twitter.com/Iib3nV2PC7
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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA STAMPA SU MATTARELLA E CONTE:
Nell’istante in cui le ministre renziane si sono dimesse, è iniziata una «nuova fase» dall’esito incerto (così la descrivono sul Colle) in cui ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità.
Quelle di Sergio Mattarella sono incompatibili con un ruolo da suggeritore; richiedono che nessuno possa mai mettere in dubbio l’imparzialità dell’arbitro.
Molto dipende da quanto accadrà tra oggi e domani. Con una precisazione che arriva dai consiglieri del presidente: se Conte chiederà la fiducia, per tirare avanti gli basterà ottenere la maggioranza dei voti espressi. In particolare non sarà necessario che al Senato superi «quota 161», pari alla metà più uno dei seggi totali. Esistono una quantità di precedenti al riguardo, chi ne ha contati dieci chi addirittura una trentina.
Né la Costituzione pretende una maggioranza assoluta. Poi, certo, starà al premier valutare se dimettersi o meno, vista la condizione estremamente precaria.
Ma il presidente della Repubblica non potrà intimargli di gettare la spugna, perché cacciare un governo esorbita dai suoi poteri e sarebbe più consono a qualche regime golpista del Sud America.