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Arnese

Mattarella bis: le critiche dei partiti a Draghi, resa dei conti Di Maio-Conte, la confessione di Cassese e i veri affossatori di Belloni

Pillole di rassegna stampa sul bis di Mattarella nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag

 

 

LA BENEDIZIONE DI PADRE SPADARO (CIVILTA’ CATTOLICA)

 

LEADER DI PARTITO CRITICI SU DRAGHI

 

IL DOMANI DI CDB DIRETTO DA FELTRI SU BERLUSCONI E SALVINI

 

RESA DEI CONTI A 5 STELLE

 

GLI SBUFFI DI GIORGETTI

 

BIZZARRE CONFERENZE STAMPA

 

CHI HA CORTEGGIATO CASSESE

 

CHI HA AFFOSSATO LA BELLONI

 

LA RIVELAZIONE DI SALVINI SU BELLONI

 

LE SINTONIE TRA FICO E CASELLATI

 

ARCHIVIO QUIRINALIZIO

Quando Mattarella bocciava i bis al Quirinale

Tutti gli zampini di Draghi nei bis di Mattarella e Napolitano

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO REPUBBLICA SU COME E’ NATO IL MATTARELLA BIS:

Venerdì alle 11,30, in una stanza al sesto piano del Palazzo dei gruppi parlamentari che un tempo era l’ufficio dell’attuale ministro Brunetta, si gira l’ennesima scena. Il vertice di maggioranza con Salvini, Renzi, Tajani, Ronzulli, Letta e Conte. L’inquadratura va sul vicepresidente di Forza Italia: «A questo punto la nostra soluzione è Casini». Renzi annuisce: «Sempre detto». Letta non si mette di traverso. Conte nemmeno pur ammettendo che farà fatica a convincere i suoi parlamentari. Prende forma l’ultima torsione di una trama sempre più senza razionalità. L’ultima voce è del segretario leghista: «Noi non possiamo votarlo». Si torna di nuovo in sala macchine come una pellicola che si inceppa sempre allo stesso punto. L’esito del precedente colloquio tra Salvini e la leader di Fdi evidentemente produce un effetto. Salvini si alza in piedi, fa per uscire dalla stanza e poi si ferma: «Però potremmo stare sulla Cartabia». Sulla ministra della Giustizia. La reazione è unanime. Tutti sbuffano e il concetto è semplice: «Ma ora ci dici la Cartabia? Ma come la costruiamo? Dopo tutto quello che le hai detto?». «E allora – allarga le braccia Salvini – non ci resta che Mattarella». A quel punto la cinepresa si rivolge solo verso il capo dello Stato. Draghi viene informato dell’esito dell’ultimo summit. Anche i partiti stanno sul bis. I parlamentari, in realtà, lo erano già almeno dal giorno prima. Ed è il presidente del Consiglio che a quel punto si assume l’onere di chiedere a Mattarella di rimanere. Poco prima dell’ora di pranzo sale sul Colle per il giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi. Dopo la cerimonia si ferma a parlare con il capo dello Stato. Lo aggiorna sulla situazione e sulle intenzioni delle forze parlamentari. Gli chiede formalmente di rimanere. Torna a Palazzo Chigi e incontra il ministro leghista Giorgetti. Poi chiama tutti i leader del centrosinistra. E conferma di aver ricevuto il sì di Mattarella.

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