12 novembre 2021 pic.twitter.com/j8dchWgheM
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 30, 2022
LA BENEDIZIONE DI PADRE SPADARO (CIVILTA’ CATTOLICA)
Sul Mattarella bis arriva prontamente la benedizione di padre Spadaro (Civiltà Cattolica). https://t.co/9ehRbRaTzO
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 29, 2022
LEADER DI PARTITO CRITICI SU DRAGHI
"Il premier è soddisfatto perché la sua mediazione, giudicata tardiva dai leader, ha avuto successo e ha ricompattato una maggioranza allo sbando". (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 30, 2022
IL DOMANI DI CDB DIRETTO DA FELTRI SU BERLUSCONI E SALVINI
"Berlusconi malato è più influente del Capitano". (Domani Quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 30, 2022
RESA DEI CONTI A 5 STELLE
Di Maio: "Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni. Nel Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione interna». Conte preferisce non replicare, ma chi è vicino al leader fa presagire che «presto» ci sarà la resa dei conti tra i due. (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 30, 2022
GLI SBUFFI DI GIORGETTI
Giorgetti dice a Salvini di essere «stanco» degli attacchi dei colleghi di governo di Pd e M5S, di farsi carico di tutte le grane. Ce l’ha con i ministri Orlando, Patuanelli, Colao. Ma ce l’ha anche con un partito che ai suoi vertici non ha mai fatto quadrato. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 30, 2022
BIZZARRE CONFERENZE STAMPA
Una delle scene più emblematiche della goffaggine in occasione dell’elezione del capo dello Stato: conferenza stampa in cui il centrodestra ha illustrato la candidatura Casellati. Salvini con le leghiste Ravetto e Stefani ha parlato delle donne e delle politiche sulla disabilità
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 29, 2022
CHI HA CORTEGGIATO CASSESE
“Mi hanno contattato per il Quirinale Italia Viva, Lega e Fratelli d’Italia”. (Sabino Cassese)
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CHI HA AFFOSSATO LA BELLONI
Oltre a Renzi, ad affossare il nome di Belloni per il Quirinale sono stati anche Di Maio e il ministro della Difesa, Guerini (Pd).
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LA RIVELAZIONE DI SALVINI SU BELLONI
“Il nome della Belloni nel vertice è stato fatto da Conte e Letta”. (Matteo Salvini)
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LE SINTONIE TRA FICO E CASELLATI
Durante lo spoglio, in questi giorni, mai una volta Fico ha consultato Casellati per decidere se una scheda era nulla o meno; ha deciso solo con i funzionari. Uno degli evidenti episodi di grande sintonia fra i due.
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ARCHIVIO QUIRINALIZIO
31 gennaio 2015 https://t.co/ojRGv5d2sx
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“Occorre impeachment Mattarella per evitare reazioni della popolazione. Poi si torna al voto”. (Luigi Di Maio, 27 maggio 2018)
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Dall’archivio spunta questa pic.twitter.com/Xzx8IXFhxn
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Quando Mattarella bocciava i bis al Quirinale
Tutti gli zampini di Draghi nei bis di Mattarella e Napolitano
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO REPUBBLICA SU COME E’ NATO IL MATTARELLA BIS:
Venerdì alle 11,30, in una stanza al sesto piano del Palazzo dei gruppi parlamentari che un tempo era l’ufficio dell’attuale ministro Brunetta, si gira l’ennesima scena. Il vertice di maggioranza con Salvini, Renzi, Tajani, Ronzulli, Letta e Conte. L’inquadratura va sul vicepresidente di Forza Italia: «A questo punto la nostra soluzione è Casini». Renzi annuisce: «Sempre detto». Letta non si mette di traverso. Conte nemmeno pur ammettendo che farà fatica a convincere i suoi parlamentari. Prende forma l’ultima torsione di una trama sempre più senza razionalità. L’ultima voce è del segretario leghista: «Noi non possiamo votarlo». Si torna di nuovo in sala macchine come una pellicola che si inceppa sempre allo stesso punto. L’esito del precedente colloquio tra Salvini e la leader di Fdi evidentemente produce un effetto. Salvini si alza in piedi, fa per uscire dalla stanza e poi si ferma: «Però potremmo stare sulla Cartabia». Sulla ministra della Giustizia. La reazione è unanime. Tutti sbuffano e il concetto è semplice: «Ma ora ci dici la Cartabia? Ma come la costruiamo? Dopo tutto quello che le hai detto?». «E allora – allarga le braccia Salvini – non ci resta che Mattarella». A quel punto la cinepresa si rivolge solo verso il capo dello Stato. Draghi viene informato dell’esito dell’ultimo summit. Anche i partiti stanno sul bis. I parlamentari, in realtà, lo erano già almeno dal giorno prima. Ed è il presidente del Consiglio che a quel punto si assume l’onere di chiedere a Mattarella di rimanere. Poco prima dell’ora di pranzo sale sul Colle per il giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi. Dopo la cerimonia si ferma a parlare con il capo dello Stato. Lo aggiorna sulla situazione e sulle intenzioni delle forze parlamentari. Gli chiede formalmente di rimanere. Torna a Palazzo Chigi e incontra il ministro leghista Giorgetti. Poi chiama tutti i leader del centrosinistra. E conferma di aver ricevuto il sì di Mattarella.