In queste che potrebbero essere veramente le ore decisive per lo sviluppo dei rapporti fra Ursula von der Leyen, sulla strada della conferma alla presidenza della Commissione Europea, e di Giorgia Meloni, che ha avuto con lei rapporti di un’amicizia e simpatie persino ostentate da quanto è a Palazzo Chigi, il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti ha voluto dare consigli alla premier. Non ha voluto sussurrarli all’orecchio, peraltro sgombero del cerotto cui ha dovuto ricorrere negli Stati Uniti l’ex presidente Donald Trump sopravvissuto a un attentato, ma scriverli in un editoriale sul Corriere della Sera titolato “Un ruolo per l’Italia”.
Quale ruolo? Non di contrasto o resistenza, magari per reazioni a torti di forma e di sostanza subiti anche dai suoi predecessori, compreso lo stesso Monti, ma di soccorso alla Francia e alla Germania in difficoltà. Piuttosto che “esibire la forza” probabilmente avvertita nel fatto di essere quella uscita meglio dalle elezioni europee del mese scorso e di guidare il governo più stabile in Europa, per quanto i due vice presidenti del Consiglio si smentiscano ogni giorno, la Meloni dovrebbe mostrare “comprensione, condivisione nei confronti di chi attraversa un momento difficile, probabilmente passeggero. Formulando proposte aperte sui temi di interesse comune, discutendole anche con chi in passato tendeva antipaticamente a imporre la propria visione”. Vasto programma, direbbe con sarcasmo la buonanima del generale Charles De Gaulle. Ci fa o ci è?, avranno reagito amici e collaboratori della Meloni, se non la Meloni stessa, leggendo l’articolo del senatore a vita.
Piuttosto che togliersi qualche sassolino dalle scarpe o inseguire solo postazioni importanti nella Commissione di Bruxelles, dopo essere riuscita a portare la sua amica e collega di partito Antonella Sberna su una delle 24 poltrone di vice presidente del Parlamento europeo, la Meloni dovrebbe guardarsi secondo Monti dal pericolo di rimanere fuori dai “due terzetti” che incombono sull’Italia, “obiettivamente deboli -.ha riconosciuto il senatore- ma anche sgradevoli per il nostro Paese. “Accanto a Francia e Germania, che pur malconce, restano punti di riferimento, si formeranno – ha scritto Monti – due trittici: Un trittico economico-monetario (cabina di regia dell’Eurozona), con Germania, Francia e Spagna. E un trittico per la difesa e la sicurezza, con Francia, Germania, Polonia”.
Se non è la previsione, premonizione e quant’altro dell’Unità espressa oggi col titolo “Giorgia in Europa: comunque vada sarà un disastro”, poco ci manca leggendo l’alternativa immaginata da Monti per la Meloni al ruolo di crocerossina per la Francia di Macron e la Germania di Sholz. Come se il 9 e il 10 giugno non si fosse votato in tutta Europa.