CHE COSA SCRIVE IL FATTO QUOTIDIANO
Vedo che le vicende pentastellari, o pentastellate, stanno facendo perdere la pazienza anche a Marco Travaglio, che – senza offese – può ben considerarsi un esperto della materia. Deve avere avvertito anche lui odore, o puzza, di scissione ad opera di Davide Casaleggio ed amici, che rivendicano la purezza delle origini del movimento e la vogliono tutelare dalle trasformazioni già subite, destinate ad aumentare con la “rifondazione” e simili affidate da Beppe Grillo in persona a Giuseppe Conte.
LA BOTTEGA DI CASALEGGIO
Inconsapevole imitatore di Pier Luigi Bersani, che usava familiarmente chiamare così il suo Pci e successive edizioni, anche Casaleggio tratta il MoVimento fondato dal padre e da Grillo come una “bottega”, gli ha rimproverato Travaglio: anzi un botteghino, o “partitucolo”, se finirà per metterne su uno tutto suo.
LE IRE DI TRAVAGLIO SU CASALEGGIO
Non si capacita, il direttore del Fatto Quotidiano, della pretesa, in effetti curiosa, di un “fornitore” di servizi com’è Casaleggio, con la sua piattaforma digitale intestata addirittura a Rousseau, di “dettare ai suoi clienti le strategie aziendali e decidere pure come devono vestirsi e chi devono sposarsi”.
CHE COSA SUCCEDE NEL MOVIMENTO 5 STELLE
Siamo insomma sulla buona strada per dovere seguire non uno ma due movimenti 5 Stelle, che non so ancora come si distingueranno l’uno dall’altro nel nome, nel simbolo e chissà in cos’altro, al pari delle due Germanie volute dai vincitori della seconda guerra mondiale. Alle quali la buonanima di Giulio Andreotti si era così tanto abituato che, addirittura da presidente del Consiglio ancora in carica commentò il processo di unificazione, appena avviato sul piano diplomatico dal suo pur amico Helmut Kohl, dicendo che la Gerrmania gli piaceva così tanto da preferirne due.
Qualcuno finirà per dire così anche delle 5 Stelle. I cui problemi stanno mettendo a dura prova anche un avvocato come Conte, che pure deve ai grillini l’esperienza di Palazzo Chigi, così bruscamente e misteriosamente interrotta secondo i suoi più convinti estimatori. Fra i quali il posto d’onore spetta, fuori casa, a Goffredo Bettini, del Pd.