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Salvini

Che cosa si dice nella (ex) maggioranza di governo sul futuro di Draghi

Fatti e reazioni dopo le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, non accettate dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. La nota di Paola Sacchi

 

Lega e Forza Italia ora puntano l’indice oltre che sui Cinque Stelle anche sul Pd. In mattinata attacca il vicesegretario leghista, Andrea Crippa: “Se l’Italia è precipitata nel caos è per colpa dei 5s e del Pd”. Il numero due di Silvio Berlusconi, Antonio Tajani: “Se si andrà a votare, la responsabilità è del Pd e i 5s”. E dopo una riunione con Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga, la Lega rende noto quello che ha detto Matteo Salvini nel vertice: “Faremo il bene dell’Italia e degli italiani”.

Un evidente modo del centrodestra di governo – dopo la drammatica giornata di ieri con le dimissioni di Mario Draghi non accettate da Sergio Mattarella – per mettere subito uno stop a tentativi del Pd e quel che resta dei pentastellati di una ricomposizione del quadro in cui la sinistra con tutte le sfumature e i grillini tornino ad essere il dominus.

E se tutto come sembra sta precipitando verso il voto anticipato il centrodestra di governo mette in chiaro le cose: la responsabilità non è la nostra. “La sinistra e il campo largo hanno fatto danni devastanti”, va giù duro Tajani. Il centrodestra di governo ieri ha assistito in silenzio al pressing fortissimo venuto subito da una schiera di esponenti del Pd, dal segretario Enrico Letta a ministri, sul premier dimissionario chiamato a restare per la ricomposizione dell’esecutivo attuale o per un Draghi bis. E questo addirittura è avvenuto poco prima o quasi in contemporanea con la nota del Quirinale in cui si rendeva noto che Mattarella non aveva accolto le dimissioni di Draghi rinviandolo alle Camere mercoledì prossimo.

La notizia delle comunicazioni del premier dimissionario al parlamento nella convulsa giornata di ieri addirittura era arrivata “da fonti ministeriali”, come hanno riportato alcune agenzie di stampa, prima ancora che lo annunciasse, come sempre da prassi, il Quirinale. Una anomalia che non può esser passata inosservata dalle parti del Colle. E, comunque, un così fortissimo pressing della sinistra rischia di apparire una nota stonata dove il premier dimissionario viene tirato per la giacca.

Mentre ieri dalla Lega, in una nota attribuita a fonti di Via Bellerio, è venuta solidarietà a Draghi dopo lo strappo grillino in Senato e l’offensiva senza sosta di Giuseppe Conte che, come dicono in ambienti vicini al mondo pentastellsto, ormai “ha deciso di salvare il salvabile del suo partito, mettersi su una posizione di lotta per recuperare voti in vista delle elezioni”. E ancora: “Ha ceduto a l’ala dura? Ma se è lui l’ala dura!”.

Silvio Berlusconi aveva già detto in una nota ieri mattina prima che la situazione precipitasse con le dimissioni di Draghi: “Attendiamo con rispetto le decisioni del premier e del presidente Mattarella”. Il Cav aveva comunque affermato: “I Cinque Stelle hanno voltato le spalle agli italiani. Se si andrà a votare non sarà per colpa nostra”.

Sembra di essere arrivati all’epilogo del governo di emergenza nazionale, dove la sinistra, il Pd allora guidato da Nicola Zingaretti che vedeva in Conte il “punto di riferimento dei progressisti” entrò più malvolentieri sicuramente di Forza Italia e rimase poi spiazzato dall’ingresso della Lega.

Poiché quello era nato come un governo di emergenza nazionale cui tutti furono chiamati a contribuire, un esecutivo senza colore politico.

Eppure, come ricorda oggi il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari, in un’intervista al Corriere della sera, “questo governo è stato generoso con i 5s e la sinistra, a cominciare dalla riconferma del reddito di cittadinanza”. Mentre questioni come l’autonomia e le pensioni quando rientrerà in vigore la legge Fornero, questioni bandiera della Lega, sono rimaste in sospeso. E il Pd ha iniziato la battaglia su temi come cannabis e Ius scholae dopo cinque anni, temi “divisivi” che “non erano nell’agenda di governo”.

Sembra star per calare il sipario su quello che era il governo di emergenza nazionale di tutti, o meglio, quasi tutti, con all’opposizione solo Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, la quale naturalmente insiste: elezioni.

Arriva infine intorno alle due del pomeriggio di oggi la nota congiunta di Berlusconi e Salvini, dura nei confronti dei Cinque Stelle con i quali continuare non si può, si afferma. E si conclude: se si andrà a elezioni non le temiamo, ma non sarà per nostra responsabilità.

È un comunicato dai toni cauti ma molto preoccupati sugli sviluppi, concordato dopo un colloquio tra Berlusconi e Salvini, che hanno riunito i loro vertici.

Eccolo, integrale: “Lega e Forza Italia prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai Cinquestelle che, come ha sottolineato il Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”.

“Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No”.

Conclusione di FI e Lega: “Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del Presidente Mario Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari. Il centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani”.

Nella tarda serata di ieri Salvini, nel corso di un comizio a una festa della Lega a Arcisate (Varese), ai partecipanti che gli chiedono che succederà mercoledì, risponde: “Chiedetelo a Conte che si è inventato di far casino e a Letta che senza di lui non va da nessuna parte”.

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