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Macron ha perso, anzi ha vinto. Caos francese

Cosa si scrive in Italia sul risultato delle elezioni in Francia. I Graffi di Damato.

A sorpresa, dunque, il presidente francese Emmanuel Macron ha sconfitto la destra impedendole con le elezioni anticipate, soprattutto nel secondo turno che ha rovesciato il risultato del primo, la vittoria assaporata nelle elezioni europee del mese scorso. Ma con minore o uguale sorpresa egli ha perduto nei rapporti con la sinistra, soprattutto quella indomita – insoumise –  con cui si era di fatto alleato nei ballottaggi, col meccanismo delle desistenze, per scongiurare la vittoria della destra. “Un’alleanza del disonore”, l’ha definita il perdente lepenista Jordan Bardella.

MELENCHON CONTRO MACRON

Nel nuovo Parlamento francese nessuno dei tre schieramenti reali o virtuali espressi dalle urne è in grado di fare da solo un governo, o soltanto di rimanere unito in una eventuale prova di forza. E ciascuno dei tre ha come obiettivo di neutralizzare gli altri due. Il più vivace, perentorio, persino minaccioso nei riguardi dei macroniani, e di Macron in persona, è il capo della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon.

FRANCIA INGOVERNABILE

Questo significa che dalle urne per decisione, scelta, responsabilità dello stesso Macron è uscita una Francia ingovernabile. “Caos francese”, ha titolato giustamente La Stampa. Il disordine delle piazze degli anni e mesi scorsi si trasferisce in Parlamento. Ma ciò nonostante la Francia, dove il sistema presidenziale conferisce a Macron un ruolo superiore a quello del governo che finirà per essere formato con chissà quali alchimie, essendo impossibili altre elezioni anticipate per un anno, conserva l’ambizione di svolgere un ruolo analogo al passato nella definizione in corso degli equilibri nell’Unione Europea.

DEMOCRAZIE AMMALATE

E’ una situazione paradossale sul fronte interno francese e su quello comunitario. Ma curiosamente non è una situazione eversiva, è semplicemente da democrazia ammalata, che “non sta bene”, come ha detto Papa Francesco ieri mattina parlando a Trieste mentre in Francia si votava. E’ una situazione consentita, prodotta, come preferite, dal sistema costituzionale ed elettorale della Repubblica d’oltralpe. Un sistema che pure per tanto tempo e in tanti è stato invidiato in Italia, sino ad auspicarne da qualche parte politica l’imitazione.

COSA E’ SUCCESSO NEL REGNO UNITO

Verrebbe voglia di tenerci stretto il nostro tanto vituperato sistema, nonostante la crescente disaffezione certificata dall’affluenza alle urne, ormai, di metà dell’elettorato, o ancor meno. E francamente, come osservava ieri in un editoriale sul Corriere della Sera l’ex segretario del Pd Walter Veltroni, pur soddisfatto della vittoria appena festeggiata dai laburisti, non desta molta invidia neppure il sistema elettorale inglese. Dove si può vincere ancora più facilmente che in Italia, dove ciò è accaduto più volte, raccogliendo meno voti degli sconfitti. “Qualcosa -ha scritto testualmente Veltroni raccontando e commentando i numeri grazie ai quali è tornato un laburista al numero 10 di Downing Street- che, ad esempio in Italia, determinerebbe numerose e legittime inquietudini”.

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