Se non ce ne fosse una drammaticamente vera, con un centinaio di morti nell’uragano abbattutosi sulla lontana Valencia e dintorni, si potrebbe applicare la metafora dell’Apocalisse a quanto sta accadendo in via Campo Marzio, a Roma, a pochi passi da Montecitorio, nella sede del MoVimento 5 Stelle. Che Giuseppe Conte raggiunge di solito a piedi, a passo di carica, petto in fuori, con l’aria di sfidare tutto e tutti dall’alto della statua di carta erettagli a suo tempo sul Fatto Quotidiano da Marco Travaglio scrivendone come del migliore presidente del Consiglio, anzi ex, dopo la buonanima di Camillo Benso conte, al minuscolo, di Cavour.
Precipitato in quattro mesi in Liguria dal 10 e più per cento dei voti a meno del 5, ma sceso più lentamente da oltre il 20 per cento di altre precedenti elezioni, il partito -o quasi- di Conte che Beppe Grillo non va più neppure a votare, tanto lo disconosce, sembra un po’ una delle macchine spagnole accatastate per l’uragano. Accatastata per essere magari smontata e poi rimontata nella sede di via Campo Marzio come in un museo.
Dopo un editoriale, ieri, nel quale sembrava avere consigliato a Conte la rinuncia ad ogni progetto di alleanza con quel mostro menagramo che sarebbe sempre stato il Pd, ma peggiorato col voto in Liguria, Travaglio sul Fatto ha cercato oggi di correggere il tiro. Continuando sì a consigliargli una tendenza generale all’opposizione, per cercare di ricaricare le batterie nelle piazze insieme col segretario generale della Cgil Maurizio Landini e compagni, ma suggerendogli anche accordi locali attorno a programmi e candidati davvero innovativi, non come quel triste uomo d’apparato del Pd-ex Pci Andrea Orlando scelto in terra ligure. Dal quale gli elettori pentastellati sono fuggiti disertando le urne. O votandogli contro quei pochi che non sono rimasti a casa.
Nell’aggiornamento dei consigli, o istruzioni o direttive, secondo i gusti, Conte è stato promosso o degradato da Travaglio, anche qui secondo i gusti, dal migliore presidente del Consiglio, anzi ex, dopo Cavour al “politico più sottovalutato del secolo”. Ma ancor più che sottovalutato, direi frainteso perché Travaglio, sempre lui, forse da psicanalista più che da cronista, a dispetto della guerra scoppiata fra di loro sui giornali, considera Conte “il politico più grillino di tutti”, cioè l’uomo che ha saputo meglio raccogliere e portare avanti le cause di Grillo. E avrebbe perciò meritato di succedergli nella gestione del movimento “carsico” delle 5 Stelle, o “compostabile”, come lo ha definito il fondatore pur buttandolo fra le immondizie.
La morte annunciata della forza politica prodotta dai “vaffanculo” di Grillo del 2007 nelle piazze italiane sarebbe “fortemente esagerata” – ha scritto sempre Travaglio- come quella, a suo tempo, derisa in un auto-necrologio da Mark Twain. Funerali e tumulazione del movimento apriscatole del Parlamento e altro s’intendono quindi rinviati.