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Morisi, Salvini e i processi mediatici

Il Corsivo di Sacchi.

 

Luca Morisi è uno dei pochi leghisti che non conosciamo personalmente, nonostante il suo ex ruolo di primo piano da social manager e nonostante seguiamo anche la Lega ormai da molti anni per vari giornali, a cominciare dall’ex Panorama del Gruppo Mondadori.

Ma a Montecitorio Morisi lo abbiamo avvistato da lontano, solo una volta, di sera, due anni fa, all’uscita da una riunione con Matteo Salvini di tutti i parlamentari leghisti nell’Auletta dei gruppi della Camera. Fu un attimo, parlava e sorrideva con alcuni deputati, poi scivolò subito via. Inutile raggiungerlo. Questo solo per dire della sua natura schiva e riservata. Al contrario dei suoi post. Ora sotto accusa del mainstream come “generatori di odio”.

Comunque se ne pensi, piacciano o no, definirli “generatori di odio” appare davvero eccessivo. Così come è davvero un po’ sgradevole vedere il mainstream che addirittura scomoda “l’intestino” in una disamina sull’apparato dirigente leghista o ironizzare su un weekend con Morisi. C’è poi quello che ieri Stefano Zurlo su Il Giornale ha definito “garantismo ipocrita”, della serie “noi ti disprezziamo” ma siamo benevoli. Zurlo chiama in causa anche la dichiarazione di Matteo Renzi.

Comunque difficile non condividere un amaro tweet del deputato-economista leghista Claudio Borghi: “Leggere i giornali di solito mi dà la nausea, oggi siamo oltre, molto oltre”. Oppure, difficile non condividere il titolo dell’editoriale di Alessandro Sallusti, direttore di Libero: “Agguato alla Lega”, con al centro quel “Sistema”, tema del suo libro con Palamara.

Ma oltre al “processo” mediatico a Morisi solo indagato, in perfetto stile dal ’92 in poi, quello stesso Morisi, che ha già chiesto scusa per “l’errore umano” al suo partito, pur ribadendo di non aver commesso alcun reato, ricevendo la sincera solidarietà pubblica di Salvini, cosa che non accade esattamente in tutti i partiti, ecco, oltre a tutto questo, quello che colpisce di più è che la vicenda sia finita alla ribalta a una manciata di giorni dal voto delle Amministrative. Eppure era iniziata il giorno prima di Ferragosto. Lo ha subito messo in rilievo in un tweet l’altro ieri mattina Maria Giovanna Maglie, giornalista e opinionista tv. Con lei Francesco Storace, vicedirettore del Tempo. E tra i primi Daniele Capezzone, editorialista della Verità: “Da oggi farisei e ipocriti aggrediranno Luca Morisi. Ai garantisti intermittenti ricordo che vale la presunzione di innocenza”.

Ma Morisi, l’ex guru social di Salvini, da giovanissimo iscritto alla Lega, consigliere provinciale ragazzino a Mantova, la prima provincia conquistata nel ’93 dalla Lega allora Nord, poi professore all’Università di Verona di informatica applicata alla filosofia, o viceversa, cosa che sembrerebbe un po’ stravagante, ha inventato anche un nuovo genere social. Non solo la polemica politica dal messaggio netto, strong, Lega style, ma anche quello di mostrare la vita di tutti i giorni di un leader. Piacciano o no i post con la Nutella, domenica scorsa lo stesso Enrico Letta, segretario del Pd, ha pubblicato un post con le papere del laghetto di Chiusi, dove era andato per la campagna elettorale. Qualcuno ha bonariamente ironizzato, prima che scoppiasse la bufera: “Ma hai assunto Morisi?” (cit. Andrea Venanzoni, giornalista e scrittore).

E lo stesso Silvio Berlusconi, di cui oggi, 29 settembre, è il compleanno, invitò i suoi, in una convention di Forza Italia di un paio di anni fa, ad avere più attenzione per i social: ” Io vedo postati piatti di spaghetti etc , a me sembrano tutte cavolate, ma dovete sapere che a molti, invece, queste cose piacciono”. Detto dal “gran comunicatore”. Al quale usarono e usano ancora nel processo mediatico-giudiziario, iniziato con Bettino Craxi, lo stesso metodo che ora sembrano usare con Salvini.

Sono passati trent’anni. L’opinione pubblica è cambiata, migliaia e migliaia le firme ai referendum sulla giustizia della Lega e dei Radicali. Ma il “processo mediatico-giudiziario” è sempre lì che resiste. Salvini ieri sera a “Fuori dal coro” di Mario Giordano, ribadendo la sua solidarietà e amicizia per Morisi: “Non c’è dubbio che vogliono tirare in ballo me”.

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